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CERAMICA NEOLITICA DI PHAESTOS

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all'età neolitica ('). Tali aperture sono comuni nella
ceramica apula ed abbondano gli esemplari nel Museo
di Taranto. Anche in Sicilia trovansi spesso vasi
che hanno un buco alla base del manico e nelle lin-
guette a spatola (2). A differenza delle aperture che
trovansi in altri vasi, le quali furono eseguite dopo
che il vaso era cotto, quest'apertura venne fatta nel-
l'argilla ancora molle, come si vede dalla pasta spor-
gente intorno al buco e che dopo venne cotta senza
appianare completamente il bordo dell'ossatura.

Che i vasi neolitici non si mettessero al fuoco per
cuocere o scaldare le vivande può argomentarsi dalla

Fio. 32.

forma e posizione dei manici che sono tutti ricurvi e
aderenti : un manico ad angolo retto come si mette
ai pentolini per schermirsi dal fuoco non l'ho visto.
La forma ed il luogo dove si applicavano le anse, va-
riano molto, come il loro numero; spesso ve ne sono
due vicine con un foro verticale piccolissimo, dove
passa a stento una cordicella. Le anse canicolate oriz-
zontali, che sono tanto comuni nella ceramica meri-
dionale dell'età neolitica, si trovarono pure a Phaestos.
In generale, come si vede ad Hissarlik, prevalgono le
anse per la sospensione verticale con piccole funi.
Ciò fa credere che fossero per la maggior parte vasi
d'ornamento che tenevansi sospesi nelle capanne. Al-
cuni manici alzavansi probabilmente ad altezza note-

(') M. Mayer, Le stazioni preistoriche di Molfetta. Bari,
1904, p. 108, fig. 74.

(*) Orsi, Bull. Paletti, ital., anno XXIX, 1903, tav. XI
e XII.

vole prima di curvarsi. Il pezzo della fig. 33 è lungo
5 centim., con sezione ovale, e la curva è talmente
insensibile che appena si vede.

Due manici a nastro sono tanto sottili e così bene
lavorati con le bugne sporgenti, che si sarebbe tentati

Fig. 33.

di considerarli come imitazioni di vasi metallici, ed
invece siamo certi che tali forme eleganti trovansi in
epoche anteriori alla conoscenza dei metalli. Come
esempio ne riferisco solo uno (fig. 34), largo 30 mm.
e spesso 5 mm., che appartiene ad un vaso di buc-
chero : esso è incurvato a doccia, e nella parte supe-
riore venne fatta una sporgenza triangolare che verso
il bordo del vaso cui attaccavasi forma un piano
orizzontale liscio, lavorato a lucido colla stecca (').
Un'ansa fatta come un naso umano trovai attaccata al
bordo di una coppa e forse coi due fori verticali per
la sospensione si volle imitare le narici.

Fig. 34.

Non parlo delle anse comuni fatte come nastri
piegati a semicerchio di varie grandezze che sono iden-

(') Negli scavi del Pulo trovaronsi manici simili che ap-
partengono certamente all'età neolitica; cito come esempio la
fig. 66 della relazione pubblicata dal Mayer (Le stazioni prei-
storiche di Molfetta. Bari, 1904). Nei fondi di capanne del
Reggiano e a Monte Bradoni vennero in luce anse identiche
{Bull. Paletn. ital, XXV, 1899, p. 306), fatte da un nastro
piatto largo, con orecchiette verticali sormontate da un bottone.
 
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