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PRESSO MANFREDONIA

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La terra rossa trovata nella stazione, che abbonda
nel promontorio del monte Gargano, sarobbe dunque
con tutta probabilità la materia prima dalla quale
si estraeva il ferro. Non resta però escluso che pren-
dessero un minerale migliore dalla sponda opposta
dell'Adriatico, dove sappiamo che ai tempi omerici
si faceva il commercio del ferro da Mente re dei
Tafii (»).

Nel compiere queste ricerche sulle origini della
metallurgia del ferro in Italia, nel vedere come è
nata l'industria che più di ogni altra modificò pro-
fondamente il cammino dell'umanità, ho provato delle
emozioni dolcissime, piene di poesia. Il vento freddo
di marzo flagellava il vertice della collina e mugo-
lava dentro le trincee. La pioggia ci obbligava spesso
a nasconderci cogli operai dentro una grotta vicina:
poi tornava il sole e sul dorso del Gargano scorre-
vano minacciose le nubi per arrestarci con altri scro-
sciò Dalla palude veniva su una nebbia tetra; ep-
pure non mi sembrò mai che il paesaggio fosse ma-
linconico, e nelle intemperie abbandonavo con rincre-
scimento il fango nero di Coppa Nevigata. donde si
dilfondeva il fascino dell' indagine, ed il fuoco della
scienza dava energia al mio corpo affranto.

§ 5-

Cenni storici sul principio dell'eia del ferro.

Nel terreno neolitico di Creta, trovai un pezzo di
ferro magnetico, che forse è il minerale più antico di
ferro del quale ora conosciamo con incertezza minore la
data ('-). Un altro pezzo di ferro ossidato non metallico,
lo trovò Plinders Petrie in Abvdos, e questo rimonte-
rebbe alla VI dinastia dei Faraoni Pubblicherò in
una prossima Memoria alcune notizie sul ferro ante-
riore all'età micenea trovato in Creta nel terreno
archeologico dell'epoca minoica.

Montelius, il quale studiò in modo speciale que-
st'argomento crede (4) che solo nella seconda metà del
secondo millennio a. C, sia comparso il ferro metal-

(') A. Mosso, Origini della civiltà mediterranea. XXIII.

(*) Escursioni nel Mediterraneo e gli scavi di Creta,
pag. 12, fig. C.

(*) British Museum {A guide to the Antiquities of the
Brome Age). London, 1904.

f4) 0. Montelius, Lei débuta de Vdge da fer, Gand, 1907.

lieo in Egitto; e poggia questa affermazione su
parecchi fatti concordanti, dei quali ne citerò uno
solo. Plinders Petrie (') fece gli scavi di una città,
Gurob, in Egitto, abitata nella XVIII e XIX di-
nastia (le ultime iscrizioni trovate risalgono al 1200
a. C). Vennero in luce migliaia di case, ma non si trovò
traccia nè di ferro, nè di ruggine. Tutti gli altri og-
getti nel terreno secco, erano maravigliosamente con-
servati; se mancava il ferro e la ruggine, è segno che
gli Egiziani prima del 1200 a. C. non conoscevano
tale metallo. Montelius raccolse pure i documenti per
la Caldea e l'Assiria, coi quali è provato che solo
nell'ultimo millennio a. C. il ferro era conosciuto negli
imperi orientali, e che penetrò più tardi nella vallo
dell'Eufrate, come in quella del Nilo.

In Grecia, il ferro compare solo alla fine dell'e-
poca micenea, ed era un metallo prezioso che servì a
fare anelli ('). Schliemann (:!) trovò parecchi coltelli
e qualche chiave di questo metallo a Micene.

Dobbiamo tener conto che i vasi micenei di Coppa
Nevigata sebbene abbiano i caratteri dello stile più
avanzato, sono ancora abbastanza lontani dallo stile
geometrico, caratteristico dell'età del ferro in Grecia.
Questo sarebbe un argomento per stabilire la priorità
della metallurgia italiana, perchè in Creta (4), la
prima volta che appare una spada di ferro, la si trova
vicino ad un' urna decorata in stile geometrico che
contiene ossa combuste. La tomba scoperta dal dott.
Xanthoudides a Mulianà, è di grande valore per la
paletnologia, perchè si è inclinati, quando appare
qualche grave innovazione, ad ammettere un'invasione
e l'arrivo di un nuovo popolo. Ora due cose tanto fon-
damentali e caratteristiche quanto la cremazione e
l'introduzione del ferro, appaiono nella tomba cretose
scoperta dal dott. Xanthoudides come un avvenimento
pacifico succeduto nella medesima famiglia dove, nella
tomba con rispetto reciproco, trovarono posto quelli
che preferivano essere cremati e gli inumati.

Accennai già le ragioni per escludere il dubbio
che la ceramica micenea di Coppa Nevigata non sia
autentica, ma una semplice imitazione. Essendo fatta

(4) FI. Petrie, lllahnn, Kahnn and Gurob, London, 1901.
(a) Tsountas Manatt, The Mycenean Age, pp. 72, 14G,

321.

(3) Schliemann, MycPnes, p. 142.
(*) 'Ecp. 'Jqx., 1904, p. 22.
 
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