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STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

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bene lavorata con la stecca. Era un grande piatto col
bordo arrotondato, alto due centimetri intorno al fondo
piano. Codesti grandi vasi piatti furono lisciati con tale
cura, che, come le tazze, forse non possiamo ammet-
tere fossero semplici stoviglie. Mi conferma in questo
concetto l'aver trovato che anche i vasi d'aspetto
grossolano furono spesso ripuliti e lisciati con grande
pazienza alla superfìcie. Ne presento come esempio
uno conico, dal fondo piatto, che ha il diametro di
m. 0,09, largo m. 0,13 sull'orlo (tìg. 25, tav. V). Non
so se avesse due manichi od un solo, e di quale forma.
Sebbene le pareti siano spesse quasi un centimetro
lo stovigliaio si diede una grande fatica per li-
sciarle bene e fare risplendere la superficie interna ed
esterna.

Le coppe e le tazze sono quasi sempre provvedute
di fori o di un occhiello nel manico; ciò lascia du-
bitare che tale ceramica fosse tenuta sospesa intorno
alla capanna come decorazione o con sentimento re-
ligioso.

La ceramica era un oggetto di lusso, e per gli
usi comuni adoperavansi scodelle e recipienti di le-
gno che sono scomparsi. Certo non tutta la ceramica
che trovai a Coppa Nevigata era di uso sacro, e lo
dissi chiaramente: ma eccettuati i grandi vasi sono
inclinato a credere che le coppe, le tazze, i piatti e
tutta l'altra ceramica minuta servissero per scopi re-
ligiosi.

§ 3.

Anse dei vasi trovati nello strato superiore.

Volendo classificare tali anse, possiamo dividerle
in due gruppi, del quale il primo comprende le forme
arcaiche e il secondo, le meno antiche e più caratte-
ristiche. Considero come forme antiche quella della
fig. 26, tav. V, l'ansa a semplice bitorzolo perforato
trasversalmente di un vasetto nero lucido, e l'ansa a
nastro ripiegata con bordi sporgenti, perchè ho tro-
vato osemplari simili nel terreno neolitico di Phae-
stos. Talora queste anse a nastro invece di essere at-
taccate al ventre, come nella fig. 27 A, tav. VI, o
sul collo del vaso, si sollevano sul bordo come nella
tìg. 27 B, tav. VI.

Colla forma a nastro ne trovai delle enormi,
(forse di grandi pythoi) che non riproduco per eco-
nomia di spazio: sono anse fatte da una fascia di ar-

gilla larga m. 0,05 o 0,07 spessa un centimetro, con
apertura interna quasi circolare, che ha il diametro
di m. 0,04. Altre volte l'apertura è schiacciata od elit-
tica (m. 0,045 X 0,02); in altri vasi venne fatta
presso il foro una sporgenza semicircolare per deco-
razione come un bordo a ferro di cavallo.

Sono questi i vasi maggiori che ho trovato : essi
avevano un diametro di oltre 60 centimetri, con pa-
reti spesse m. 0,015, di argilla rossa ben cotta, con
uno strato nero fra le due superfici.

Alcune olle di terra bigia col diametro di m. 0,24
ben cotte, coll'orlo svasato, hanno alla distanza di
m. 0,05 dal medesimo, semplici bitorzoli ovali lun-
ghi m. 0,05 e sporgenti m. 0,015, in forma di mezza
mandorla. La fig. 28 che trovasi nel Museo di Roma
tav. VI, è una delle forme comuni. È un orcio a
tronco di cono in terra grezza senza anse, e con quattro
bugne presso l'orlo a forma di cordone allungato e
pieghettato. Restaurato con quattro frammenti e man-
cante di parte dell'orlo: alto m. 0,15; il diametro alla
bocca m. 0,16.

In altri vasi le bugnette si allungano e formano
una sporgenza rettangolare di m. 0,06 o 0,07, spessa
più di un centimetro, e che presenta nel mezzo una
leggera incavazione, donde risultano due sporgenze
mammillonari all'estremità. Anche queste sono forme
comuni sulle quali è inutile insistere. Questi appog-
giamaui si trasformano in vere anse orizzontali che
hanno talora due buchi come vedesi nella tìg. 29, tav. VI.
La stessa forma la troviamo pure nell'epoca neoli-
tica (»).

Un altro tipo decorativo è quello delle sporgenze
semilunari, che trovansi in tutte le gradazioni dalla
semplice forma di un'unghia che non lascia presa, fino
a quella dove trovasi applicato un cordone di argilla
come un mezzo arco, od una mezza elisse, sul ventre
del vaso (fig. 30 A B, tav. VI).

Alcune rotte mostrano che si lavoravano in posto,
e manca ogni traccia che siano semplicemente attac-
cate dopo che il vaso era fatto. Esse formano un na-
stro largo un centimetro e mezzo, piegato a ferro di
cavallo, col diametro interno di m. 0,04 ; alcune sono
triangolari col vertice sporgente e i due lati che di-

(') Die neolithische Station von Butmir, II, Theil, p. 32,
fig. 30.
 
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