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341

PRESSO MANFREDONIA

342

La ceramica delle isole Tremiti (') e di Matera
presenta gli stessi disegni. Essendo però nel Pulo
presso Molfetta e nei villaggi circostanti dove tro-
vasi in maggior copia o venne prima studiata, la
chiamerei per brevità ceramica del Palo, uniforman-
dosi all'abitudine di attribuire il nome della località
dove venne prima che altrove scoperto un genere di
ceramica.

La pasta è fine come di argilla lavata. A diffe-
renza della ceramica neolitica di Creta dove prevale
il color rosso e nero in questa di Coppa Nevigata
domina il color bigio e giallognolo. La superficie
esterna è di color bigio-roseo e l'interno color di
ardesia; altre volte l'argilla è di color caffè-latte o
giallognolo. I vasi sono bene levigati; i più sottili
sono di 5 mm. e pel maggior numero hanno lo spes-
sore di un centimetro. La decorazione è di semplice
bugne; nei vasi più grossi, queste sporgono per 4 cm.
formando un cornetto conico. Altri hanno anse a na-
stro con foro chiuso circolarmente. Non trovai alcun
vaso intatto, nè frammenti da poterne ricostruire qual-
cuno. Sono ollette e grandi pylhoi.

La fig. 62, tav. X, rappresenta il pezzo del collo di
un grande vaso, di argilla mescolata al carbone con
30 cm. di diametro sul bordo, ed ha un cordone nel
quale si fecero colla stecca una serie di incavazioni
e alla superficie sono striscio lucenti della stecca per
lustrarlo. Altri vasi sono decorati nello stesso modo con
cordoni orizzontali pizzicati, e sappiamo essere pure
questa una decorazione comune nei depositi neolitici.

Nella valle della Vibrata (-'), come nei fondi di ca-
panna dell'alta Italia, e da per tutto nel terreno neo-
litico, in Italia sono comuni le impressioni a pizzico
e gli intagli obliqui sui cordoni in rilievo e sugli
orli.

Il frammento di un grande vaso, col diametro di
m. 0,32, ha il bordo fortemente ripiegato all'esterno
in modo che forma un angolo quasi retto ed una su-
perficie quasi piana di m. 0,04 ; lo pareti sono spesse
circa m. 0,015. Superficie esterna biancastra, di una
argilla grossolana cui si mescolò sabbia e carbone.

Tra le anse dei vasi, alcuno che sollevansi sul
bordo della coppa, come la fig. G3, tav. X, ad orecchia

con punta acuminata, sono di forma neolitica uguali a
quelle di Phaestos.

Trovano i loro riscontri nella ceramica neolitica
cretese certe piccole anse di forma semicircolare che
facevano una piccola sporgenza sull'orlo della coppa.
Sono tazze nere con piccolo manico a foro circolare,
con scanalatura verticale nel centro del nastro. Altri
manici coi bordi rilevati, sono uguali a quelli della
ceramica neolitica di Phaestos e non sto a riprodurli.
La tendenza a fare due sporgenze come due corna
schiacciate e piane alle estremità superiori di un'ansa
a nastro coi bordi ripiegati, trovasi abbastanza co-
mune nella ceramica dello strato profondo.

§ 1-

Raffronto della ceramica neolitica di Coppa Nevigata
con quella di altre regioni.

Per quanto sia rischioso fare qualche raffronto per
l'età neolitica, colle altre parti d'Italia, non posso
trattenermi dal tentare qualche passo in questo campo.
Alcuni frammenti rassomigliano alla ceramica che il
Chierici trovò nei fondi di capanna, ne riferisco un pezzo
fig. (34, tav. X, che sembra appartenere alla parte
prossima al collo di un'anfora che aveva circa m. 0,24
di diametro. L'argilla è nera, internamente o bianca-
giallognola alla superficie esterna, bene levigata :
spessore 15 mm.

Il disegno della decorazione è fatto con punti e
liueo; questi vennero incavati con una punta triango-
lare probabilmente una scheggia di selce, che face-
vasi girare come vedesi dai circoletti orizzontali nella
cavità delle impronte coniche. Le linee orizzontali per
serie di quattro, vennero eseguite colla stecca a mano
libera e verso il ventre del vaso si staccano altre
serie di fascie a quattro linee contornate dalle im-
pronte delle cavità semisferiche (').

Nello strato miceneo venne in luce un pezzo di
vaso colorato fig. 9, tav. IV, esso è un frammento con
linee e punti, il quale forma un disegno talmente simile
a questa figura che certo furono imitati da uno stesso
tipo. Solo che quello trovato negli strati superiori è
dipinto e forse è di origine sicula, mentre i fram-

(■) Bull. Paletti, it., a. XXXIII, 1907, tav. I.
(a) Bull Paletti, it., a. X, 1 e 3.

(') Bull. Paletn. it., a. Ili, tav. V, p. 97.
 
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