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STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

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menti della stazione Demorta descritti dal Chierici,
e quelli simili trovati a Coppa Nevigata apparten-
gono ad epoca più remota.

Gli stovigliai neolitici lisciarono con grande cura
i loro vasi nella parte interna, mentre lasciarono ru-
vida la faccia esteriore, sulla quale incisero le deco-
razioni fatte, nel maggior numero dei casi, con sem-
plici linee incise, lunghe un centimetro in media,
e messe tutte nella stessa direzione, talora verticale
ed altre volte obliqua. Dopo fatta questa decorazione,
si lisciava il bordo colla stecca, così che le linee su-
periori sono meno profonde e svaniscono nella bruni-
tura. L'accuratezza del lavoro notasi dall'essersi fatta
lucida e splendente anche la cavità del fondo che è
come un segmento di sfera. Alcuni di questi vasi
erano assai grandi col diametro da 16 a 30 cm. Il
maggiore che ho potuto misurare in un grosso fram-
mento, aveva 40 cm. di diametro; conteneva dentro,
un pezzo di carbone che le incrostazioni calcaree at-
taccarono al vaso ed era esternamente decorato con
tratti incisi che rassomigliavano alle squame di un
pesce. Per mezzo della cottura, gli stovigliai ottene-
vano effetti di colorazione nera o rossa o giallognola a
grandi macchie.

Quanto alla forma dei vasi, non si aggiunse nulla
di caratteristico alle stoviglie neolitiche cretesi. Ab-
bondano come a Phaestos le scodelle piatte ed in
alcune comincia a pronunciarsi nella base, il piede in
forma di tacco, o di anello.

La tavola IX colle ligure 59 segna le traccio più
antiche della ceramica che trovasi nella parte cen-
trale d'Italia, e ad essa appartengono pure i vasi di
questa regione pubblicati dal Jatta ('). Forse dal
promontorio del Monte Gargano che gettasi come un
molo verso l'oriente, la civiltà penetrava nelle regioni
attigue, e le stazioni della valle della Vibrata, delle
Conelle e di Arcevia che ho studiato, mi convinsero
di queste relazioni.

Non si può trarre alcuna conclusione quanto alla
età giudicando col criterio della semplice decorazione.
In Egitto ed a Creta, nell'epoca neolitica, i vasi di
argilla rossa o nera, sono adorni con disegni simili
a canestri di vimini (2), ed una sostanza bianca riempie

i graffiti. Qui sembra non sia giunta questa moda che
ebbe invece un grande sviluppo a Stentinello e Ma-
trensa in Sicilia. Prevale invece la decorazione colle
unghie o con stampi semplici, che trovasi in tutta
Italia, e passa oltre le Alpi. Le anse colle aperture
per la sospensione per mezzo di funi, sono identiche
a quelle neolitiche dell' Egeo.

Le rassomiglianze di questa ceramica con quella
scoperta dall'Orsi a Matrensa (e prima a Stentinello)
sono grandi; ma, come dirò poi, assai probabilmente
questa della stazione di Coppa Nevigata è più antica:
essa per lo meno è di gran lunga inferiore come la-
voro d'arte. I disegni siciliani più fini, sono il prodotto
di un' industria più sviluppata ; mentre qui ed a Mol-
fetta predomina il disegno a mano libera con piccoli
stampi, in Sicilia, la tecnica subì un maggiore svi-
luppo, e si fanno impressioni più belle, con stampi
più complicati. Un altra rassomiglianza colla cera-
mica neolitica della Sicilia, sta nella mancanza delle
linee curve: ma tutto ciò non giova pel raffronto
cronologico, perchè non possiamo calcolare il ritardo
col quale procedeva la moda nella decorazione della
ceramica da oriente verso occidente, nei paesi del
Mediterraneo. Per dare un esempio, ricordo l'affer-
mazione dell'Evans che nelle Cicladi entro le tombe
di Amorgos, in epoca molto posteriore, cioè al
principio dell'età dei metalli si incideva e riempi-
vasi di bianco la ceramica, quando tale tecnica era
già da lungo tempo caduta in disuso nell' isola di
Creta.

L'esservi una rassomiglianza fra il neolitico di
Coppa Nevigata e la stazione di Alba, ad esempio,
perchè in entrambi i luoghi troviamo ceramica deco-
rata colle unghie, a costole, e a cordoni pizzicati, non
giova, perchè non sappiamo di quanti secoli la sta-
zione di Alba (') sia posteriore ai travamenti di Phae-
stos e Cnossos ed alla ceramica neolitica di Coppa
Nevigata.

Nella Caverna delle Arene Candide in Liguria,
don Morelli trovò una ceramica identica, per la de-
corazione e la pasta, ai vasi di Coppa Nevigata e
del Pillo. Sono le stesse incisioni di lineette serpeg-

(l) A. Jatta, Bull, paletti, it., a. XXXI, 1905, un. 7, 12.
(a) Capart, Les débuts de l'art en Ègypte, pp. 10<3 e 104.

(') G. 13. Traverso, Stazione neolitica d'Alba, parte I,
1898; parte II, 1901.
 
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