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PRESSO MANFREDONIA

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Non può essere un focolare, perchè le pareti sono
più cotte all'esterno che non all'interno, e il fondo
non mostra traccie di un fuoco intenso : ma ebbe solo,
come in un pavimento attiguo, la cottura occorrente
per indurire l'argilla. Che non fosse un focolare lo si
può arguire anche dalla sua forma, che sarebbe ina-
datta per mantenervi acceso il fuoco e soffiarvi dentro,
fra i tizzoni. Del resto, a poca distanza e lateralmente
a destra, trovossi il vero focolare, largo circa un metro,
col fondo di terra molto bruciata e sposso da 20 a
30 cm. Il bordo di questa cavità di terra cotta è
rotto ed in nessuna parte può dirsi quanto fosse real-
mente elevata la sponda intomo alla cavità ellittica.
Il pezzo più alto è 25 cm. dal fondo.

Un'altra cavità uguale, ma rotta a metà, trovai
nella trincea fatta prima del mio scavo nello sterro del
Genio civile come vedesi nella rig. 76, tav. XI in A.
Distante m. 1,10 dalla superficie trovasi questa cavità
ovale. L'argilla fu distesa sopra uno strato di ciottoli
di calcare e lo spessore dello strato di argilla è di
m. 0,10, bene lisciato e cotto di color rosso. Le di-
mensioni sono presso a poco quelle della cavità pre-
cedente, solo che il fondo invece di essere piano è
leggermente infossato. Qui si vede meglio quanto fosse
alta la sponda che è di m. 0,52.

Salvo errore, è la prima volta che nella paletno-
logia italiana si descrivono tali costruzioni, e credo
servissero per mettervi dentro gli oggetti preziosi di
ciascuna famiglia, come facevasi a Creta per mezzo
delle caselle.

Le fosse por conservare gli oggetti preziosi, o di
uso domestico, a Cnossos (') e Phaestos si man-
tennero quando l'arte del falegname provvedeva non
solo al mobilio più indispensabile, ma sapeva- fare
cofanetti di legno intarsiati con ceramica, con osso
ed avorio.

Ancora di recente il dott. Pernier trovò una serie
di vani rettangolari divisi da grosse lastre di argilla
semicotta nel palazzo di Phaestos (*). Queste fossette,
intonacate con fine stucco di calce hanno le dimen-
sioni poco diverse da queste di Coppa Nevigata, solo
che sono quadrate.

(') A. Mosso, Escursioni nel Mediterraneo, fìg. 54, p. 101.
(') L. Peruier, Ausonia, III, 1908, p. 205.

§ 4.

Frumento e macine.

Il frumento in strati venne in luce in tre punti
della stazione di Coppa Nevigata. Corcai nei grandi
vasi e nelle caselle il frumento e non ne trovai. I
semi del grano si conservarono perchè carbonizzati
dagli incendi. Trovai sempre vicino uno strato di pula
bianca per la silice. Messa sopra una lamina di ferro
ed arroventata non si alterò, il che prova che tutta
la sostanza organica era bruciata. Sotto il microscopio
vedonsi bellissimi fasci di fuscellini cavi come la pa-
glia, lo scheletro siliceo delle foglio del frumento è
intatto ; gli steli sono piccoli come il pezzo del caule
che porta le spiche del frumento. Sono pure complete
le ariste, o reste, delle glume che avvolgono il seme
del frumento. Si capisce dall'esame di questa pula
che raccolsi a manate fra la polvere di carbone, che
colla falce tagliassero solo le spighe e lasciassero la
stoppia alta nei campi, segando le biade, perchè vidi
che mancava la parte della paglia più grossa. La
stossa cosa fanno ancora i contadini in molti luoghi
e specialmente nell'America meridionale.

Avendo trovato la pula in strati lunghi due o
tre metri, dobbiamo ammettere che queste abitazioni
avessero pure un locale per i lavori agricoli. Questi
cumuli di frumento e di pula vicini, provano che
non potevano essere distese tali provviste nelle camere
dove dormivano o tenevano gli animali.

Le macine sono talmente numerose che dobbiamo
ammettere che i ceieali, e forse il pane di frumento,
fossero già l'alimentazione ordinaria per gli abitanti
che vissero negli strati superiori della stazione di
Coppa Nevigata. Il sig. Boschi mi disse di aver con-
tato sessanta macine, fra di esse una molto concava
pesava un quintale.

Colla fig. 77, tav. XI, ne presento alcuni tipi ABC.
Quest'ultima C di calcare, è una macina del diametro
di 45 cm. colla cavità che è profonda 0 cm. Le ma-
cine sono generalmente sottili, di forma tonda od ovale
in modo che si possono trasportare facilmente; d e f
sono martelli di selce, g è un massello per macinare
di roccia vulcanica.

Negli strati medi corrispondenti all'età del bronzo
vennero in luce due aghi di osso sottili, lisci, ben
fatti ed alcuni punteruoli triangolari pure di osso.
 
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