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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Galli, Edoardo: Il sepolcreto visentino delle "Bucacce"
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0269

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463

IL SEPOLCRETO VISKNTINO DELLE « BUCACCE »

464

Anche le altre due spirali più piccole e più sem-
plici uscite dalla stessa tomba (ved. n. 2, fig. 15), e
formate da un robusto filo d'oro doppio ripiegato in
due giri e con le estremità aperte ad anello, sono di
tipo analogo ma non simile a qualcuna di quelle uscite
dalla necropoli di Vetulonia.

Il paio del circolo degli Acquastrini ('). sebbene
di filo un po' più sottile, è per struttura simile alle
nostre, ma ha in più quattro bottoncini applicati sulle
estremità e sulle volute di ciascuna spirale. Di più
in queste vetuloniesi il doppio filo di ciascuna è stretto
presso ogni bottoncino mediante un sottilissimo filo
d'oro avvolto.

Il lungo e stretto nastrino d'oro segnato nella
tomba 3 col n. b' serviva evidentemente allo stesso
ufficio, avvolgendolo a spirale per trattenere le ciocche
dei capelli. È la forma più comune del fermaglio cri-
nale e anche la più antica, dalla quale dipendono gli
svolgimenti e i perfezionamenti ulteriori, di cui sono
esempi le spirali a doppio filo e ad armilla trinata.
A sua volta tale nastrino, il quale non è altro che
un filo battuto a martello, ha il suo immediato pre-
cedente nelle spirali di puro filo aureo rotondo, nu-
merose specialmente nella necropoli di Vetulonia(2), e
rappresentate nel nostro gruppo dalle tre spiraline tu-
bolari della tomba 3 n. 6, di struttura simile, ma più
lunghe degli attacchi spiraliformi degli scarabei, delle
bulle e dei pendagli in genere (cfr. fig. 27). In un
esemplare uscito appunto dalla necropoli vetuloniese (3),
e di tipo misto, essendo di filo in parte appiattito e
in parte rotondo, trova riscontro il nostro nastrino di
Visentium.

Intorno agli anelli digitali ben poco si può dire.
I 4 della tomba 3 n. 5 (cfr. fig. 26), semplicissimi,
sono fatti di rotondo filo d'oro massiccio piegato a
mano e saldato. Esemplari simili furono rinvenuti in
qualche tomba a pozzo di Tarquini (4), e in qualcuno
dei circoli di Vetulonia, come in quello dei Monili
in cui ne furono raccolti 7 di vario diametro (5). In
quest'ultima necropoli per altro furono rinvenuti più
numerosi gli anelli aperti.

(*) Karo, op. cit., p. 116, fig. 82.

(a) Karo, op. cit., p. 115.

(3) Karo, op. cit., p. 116, fig. 81.

(*) Cfr. Pernier, Not. Scavi, 1907, p. 40-41, tomba 27.
(E) Palchi, Vetulonia, p. 100.

Con maggior numero e varietà di tipi sono rap-
presentati gli oggetti di lamina, fra i quali il posto
d'onore spetta alla bulla o pendaglio con lunula di
ambra incastonata della tomba 10, n. l-a (cfr. fig. 36),
sia per il duplice concetto religioso, solare e lunare,
di cui è simbolo e sia anche per il suo ottimo stato
di conservazione. Tale oggetto per altro non è nuovo
nella nostra regione, trovando riscontro in due similari
pendagli tutti d'oro ricoperti interamente da una ricca
decorazione geometrica granulare, provenienti dalla
Etruria meridionale ed ora nell'Antiquario di Mo-
naco ('), e in un terzo pendaglio di lamina liscia sbal-
zata della collezione Castellani, proveniente da Pa-
lestina (*). La stessa decorazione poi dell'astro sfe-
rico associato con la lunula, che trae senza dubbio
origine dal medesimo concetto religioso, si ritrova ri-
prodotta sia a rilievo che impressa su taluni vasi di
bucchero italico di questa stessa necropoli, sui quali
mi riservo di richiamare più oltre l'attenzione dei
lettori. Anche nella più antica architettura del bacino
orientale del Mediterraneo si trova talvolta adoperato
un motivo decorativo che imita questa medesima as-
sociazione del simbolo lunare e solare, come si può
vedere su un noto capitello cipriota, ionico arcaico,
conservato al Louvre (:1). Quanto poi alla sua proba-
bile origine orientale ed asiatica, un argomento a
favore è fornito da alcuni cilindretti della civiltà as-
siro-babilonese, sui quali vedesi espressa in modo
evidentissimo la stessa associazione simbolica (4).

Qui bisogna inoltre ricordare che lunule ed astri
associati in modo simile formano la decorazione di un
braccialetto vetuloniese del tumulo della Pietrera (5).

Carattere simbolico hanno anche le sottilissime e
fragilissime lamine da bulle discoidi raccolte nelle
tombe 3 e 10, e descritte rispettivamente sotto i
nn. 4-e e ì-c (cfr. ligg. 21 e 38). A cagione della loro
poca consistenza, sono indotto a ritenerle ornamenti di
puro uso funebre, come i diademi a foglie di epoca

(*) Karo, STM, II, p. 136, fig. 128, tav. II, 5.

(a) G. Pinza, Monumenti Primitivi di Roma, ecc. in Mon.
Ani. dei Lincei, XV (1905), p. 558-59, fig. 163-i.

(°) Cfr. Perrot et Chipiez, UArt dans VAntiquitì'. III.
p. 116, fig. 52.

(*) Cfr. Morris Jastrow,"Bildermappe zur Religion Baby-
loniens und Assyriens, tav. 41, nn. 127, 130; tav. 47. n. 162;
tav. 51, n. 188.

(6) Karo, op. cit., p. 107, fig. 61.
 
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