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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Galli, Edoardo: Il sepolcreto visentino delle "Bucacce"
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0271

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467

II. SEPOLCRETO VISENTIN» DELLE « BUCACCE »

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ad uno di ima tomba a pozzo tarquiniese ('), e simili
a quelli della famosa tomba liegulini-Galassi Il
tipo a doppio tronco di cono di siffatti fusi di lamina
ha riscontro nelle ben note spirali enee, che si trovano
frequentemente nelle tombe a pozzo di tutta la regione
etnisca (3), e in qualche grano frammentario d'ambra
allungato e granito raccolto in questo stesso sepolcreto
visentino (ved tomba 3, n. 4-», tìg. 23), e che ho
creduto opportuno di riprodurre nella citata figura per
far notare meglio la dipendenza dai tipi metallici.
Quei grani invece sferoidali col corpo solcato da leg-
gere baccellature, che il Karo crede più recenti degli
altri (*), mostrano nella forma e nella decorazione dei
punti di contatto con similari grani d'ambra, rappre-
sentati anche nelle nostre tombe.

Per chiudere queste brevi osservazioni intorno ai
gioielli aurei, devo ricordare gli scarabei egizi della
tomba 3, n, 4-b (cfr. tìg. 18), racchiusi in una solida
cornice di doppia lamina d'oro, che appunto per questo
particolare rappresentano un tipo nuovo in Etruria,
dove non si aveva altro esempio del genere che un solo
scarabeo chiuso in un semplice involucro argenteo, pro-
veniente da Narce ed edito in Mori. Ani. dei Lincei,
IV, p. 380, tav. IX-49 (cfr. Montelius, op cit. B,
tav. 399, n. 5). Nelle necropoli paleoetrusche di Ve-
tulouia (5), di Tarquini (°). di Vulci C), negli scavi
precedenti della stessa necropoli visentina (8), e di
altre città etnische meridionali, furono rinvenuti non
di rado scarabei e scaraboidi funebri di pasta vitrea,
sia autentici dell' Egitto — come sembrano i nostri —
e sia di imitazione; ma essi sono sempre o sciolti o
sostenuti da un semplice anello ellittico di argento,
come altri del nostro gruppo (ved. tìg. 19). Io non ho
notizia di scarabei legati in oro provenienti da una
località etnisca, e tanto meno legati nella maniera dei
nostri.

(') Pubblicato dal Karo in STM, II p. 125, fig. 106; cfr.
Montelius, Civil. Primit., B , tav. 294, n. 2.

(s) Ved. in Mus. Etr. Gregor., I, tav. 77, e tav. 75, n. 10.

(3) Cfr. per il tipo due spirali di Vulci e di Tarquini in
Montelius, op. cit., B, tav. 258, n. 3; tav. 282, n. 14.

(4) Op. cit., passo cit.

(s) Ved. in Montelius, B, tav. 178, mi. 12-13 ; 182, nn. 13-14 ;
183, nn. 6-7.

{") Ibid, tav. 285, nn. 6, 9, 10, 12, 13, e tav. 286, n. 11.

(') Ibid., tav. 265, nn. 9-12.

<8) Ved. Helbig., Bull. Inst., 1886, p. 32.

Dato poi il numero di essi, è lecito supporre che
non si portassero isolatamente appesi al collo ('), ma
fossero — qualche volta almeno — anche infilati a
collana, come nel caso presente.

L'interesse principale delle quattro fìbuliue di la-
mina della tomba 3, n. 3 (tìg. 16) consiste nella sem-
plicità della loro struttura ottenuta ripiegando, forse
col sussidio di uno speciale punzone, la parte più
larga e quadrilatera della lamina ritagliata, e bat-
tendo a martello la parte più stretta per foggiare l'ar-
diglione. A parte il particolare della staffa più lunga,
esse in sostanza non differiscono dagli altri tipi di
fibule col corpo a mignatta rappresentati con esemplari
d'oro, di argento e di elettro nelle tombe paleoe-
trusche. Anche il nostro tipo, che deve ritenersi arti-
sticamente uno dei più antichi, è del resto rappre-
sentato, con esemplari identici, ma più raramente, in
siffatti sepolcri (2).

Elettro e argento.

Gli oggetti di elettro raccolti in queste tombe
sono meno numerosi e vari al confronto di quelli
d'oro.

Tiene il primo posto una fibula a scheletro di
bronzo e trinatura di elettro trovata nella tomba 8,
e segnata nel catalogo relativo col n. 1 (cfr. tìg. 31).
Essa è del tipo così detto serpeggiante, cioè di tran-
sizione dall'arco rigido all'elastico, e per struttura è
simile ad una fibula di Corneto ora a Berlino, ri-
prodotta dal Karo (■>). Un prototipo ancora rozzo e
semplice di un tal genere di fibule potrebbe ricono-
scersi in quella pitiglianese composta di solo bronzo e
argento laminato, riprodotta dal Montelius in Civ.
prim., B, 213, n. 5. Un'altra esibente solo lo scheletro
di bronzo proviene da Tarquini e può vedersi anche
in Montelius, B, 291, n. 6. La nostra però al confronto,
oltre ad una maggiore snellezza, presenta delle par-
ticolarità che bisogna notare.

11 sistema della trinatura è a filigrana ondulata,
frequente nelle oreficerie vetuloniesi, ma anche rap-
presentata a Narce da una fibula frammentaria pub-
blicata per la prima volta dal Karo (''), e a Cervetri

(') Karo, op. cit., p. 128.

O Karo, op. cit. I, pp. 60-61, fig. 29; III, p. 145, fig. 3.

(3) STM, I, p. 240, fig. 3.

(*) Op. cit., loc. cit., fig. 3-a.
 
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