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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0175

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337

CUMA

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fiore ceramica geometrica della Beozia nelle linee
generali del contorno e nei particolari della coda (').
Ma i tre vasetti preziosi, ammirevoli in ogni loro
parte, hanno pure degli elementi geometrici insoliti,
cioè la palmetta in unione coi triangoli e le volute,
quel trofeo di trifogli, ovuli e losanghe intorno a due
linee decussate (tav. XL1I, 3) (2). Di questi ci occu-
peremo più oltre; ma nuova è pure la maniera di
disporre il meandro, il tortiglione e le losanghe in
linea verticale, che si osserva su qualche altro vaso
geometrico (/').

Quanto al tortiglione mi par di doversi dare un
valore speciale a quello che chiamerei rientrante, e che
non possiamo non ricollegare al simile tortiglione dei ci-
lindretti hetei. Non intendo però di stabilire per questo
tortiglione verticale un'origine diversa da quella del
simile ornato orizzontale dei vasi micenei e geome-
trici ; ma, come parecchi altri elementi decorativi di
questi aryballoi calcidesi (l'uccello, la palmetta), anche
il tortiglione è indizio di una forte corrente indu-
striale cipriota, che è quella stessa donde era ugual-
mente derivato in epoche molto anteriori questo or-
namento (4).

(') Arch. Jahrbuch, III, 1888, p. 332, figg. 3, 4; p. 334,
fig. 0, e tav. 12.

(2) Per la stella di petali, ed altri elementi decorativi molta
somiglianza intercede fra questi tre aryballoi cumani o due
altri, di Argo (Argive IJeraeum, p. 116, fig. 86) e di Egina
(Furtwangler, Aegina, tav. 128, n. 9).

(3) Pel tortiglione ved. Bull, de corr. hellén., XXXV, 1911,
p. 382, figg. 47, 49 (su vasi protomelii di Delos); Arch. Anz.,
XIX, 1904, p. 50, fig. 2; Theràiscke Graebtr, p. 213, fig. 420.
Per le losanghe ved. The argive Heraeum, II, p. 146. fig. 86;
Athen. Milt., XXVIII, 1903, Beil. XXVIII, 4 (anfora di Tera).

(4) Il grande ornato a fune torta orizzontale comincia in
Grecia coi vasi micenei {Myken. Vasen, tav. XXXIV, fig. 338;
Fouilles de Delphes, V, p. 19, fig. 85). e dura in quelli geo-
metrici e cosi detti protocorinzii : Argive Heraeum, li tavola
LIX, 5 (manico di lekythos conica); Fouilles de Delphes, X,
p. 151, fig. 627 (lekythos cuoriforme a zone di animali); Arch.
Anzeig. XXV, 1910, col. 57 (Egina); Furtwangler, Aegina,
tav. 126, fig. 1 (lekythos a ventre conico); Bull. Corr. IlelL,
XXXV, 1911, pp. 397, 398, figg. 54, 56 (Delo); Athen. Milt.,
XXII, 1897, p. 260 (oinochoe Castellani); oinochoe di Cuiria,
tav. XXXII, 1, del nostro atlante. Pei cilindretti hetei si con-
sulti Ward, the Hittite gods in Hittite art, in Amer. Journal,
III, 1899, figg. 22, 32 (tortiglione verticale rientrante) ; figure
29, 35, 39, 40, 41 (tortiglione orizzontale rientrante) ; Ohne-
falsch-Richter, Cyprus, tav. LXXX, 1, 2 (tortiglione orizzontale
rientrante); Excavat. in Cyprus, tav. IV, nn. 606, 607. Tutti
questi cilindretti sono ripubblicati dal Milani, in Studii e ma-
teriali, I, pp. 216 sgg. V. pure Milani, Il R. Museo arch. di
Firenze tav. CXXXIII, 3 (t. rientrante).

Monumenti Antichi — Vol. XXII

Fra gli animali è frequente il pesce. La sua figura
è ricavata da due linee curve racchiudenti uno spazio
ellittico e prolungantisi ad uno dei punti d'incrocio
per dar luogo alla coda; due o tre paia di tratti
obliqui sul contorno esprimono le pinue; l'estremo
opposto alla coda, chiuso da una o più linee curve,
forma la testa, ed un punto centrale esprime l'occhio.
Il corpo raramente è disegnato a tratti paralleli
(tav. XLVI, 1) ; per lo più esso è dipinto a tutto colore
con un tratto longitudinale riservato nel mezzo. Tra-
lascio le piccole varianti, che lo studioso potrà rile-
vare da sè ; al mio fine basta conoscere con quali
mezzi semplicissimi si esprimesse la figura del pesce.
La quale non ha perciò nulla a vedere col pesce della
decorazione minoica e micenea, e non senza sorpresa
bisogna necessariamente riannodarla al disegno del
pesce sui vasi incisi e su quelli geometrici dipinti
di Phylakopi ('). Lo stesso schema di disegno ha il
pesce su un frammento geometrico di Tirinto (2).

La coppa assume, nella ceramica calcidese, tre
forme distinte: l'una con anse sviluppate ad orec-
chietta verticale a guisa di kantharos, l'altra ad anse
cilindriche orizzontali e forte gibbosità alle spalle, la
terza di forma conica a pareti un po' tondeggianti,
e due piccole anse orizzontali. La prima s'incontra
a preferenza nei sepolcri più antichi, e presto scom-
pare, acquistando prevalenza la seconda con anse oriz-
zontali; la terza trovasi raramente associata alla prima,
ma ebbe uno sviluppo suo proprio e guadagnò la pre-
valenza sulle altre due, perdurando fino al più tardo
periodo dello stile geometrico cumano, quando quelle
erano già scomparse. Notisi pure, che la coppa con
anse ad orecchietta, pur essendo di una tecnica raffi-
nata, perchè a pareti sottili, non giunge alla perfe-
zione della ceramica calcidese, rappresentata dai mi-
gliori esemplari della lekythos conica e dell'aryballos
globare. In altri termini, essa conservò sempre i ca-
ratteri della ceramica calcidese più antica; il che
dimostra la sua origine remota e la sua cessazione,
prima che la tecnica ceramica dei Calcidesi raggiun-
gesse la perfezione.

(') Edgar, E.ccavations at Phylakopi in Melos, tavv. V, 4;
IX, 11; XVIII, 17.

(s) Schliemann, Tiryns, tav XVIII.

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