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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0014

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IL SARCOFAGO ETRUSCO DI TORRE SAN SEVERO ECC.

Ci)

k) Alcuni frammentila spettanti ad un alàba-
strou marmoreo liscio;

e pochi oggetti metallici:

i) Patera di br. con l'orlo dentellato ed inscritto:
suthina (') (flg. 3, n. 1 ; fig. 6).

k) Gruppo di frammenti enei, fra i quali si ri-
conoscono i resti di un piccolo recipiente cilindrico
di lamina sottile (balsamarietto o simpulum?), un arco
di fibula semplice pieno a sezione quadrangolare, e

un piccolissimo galletto finale di qualche vaso.

I) Gruppo di rottami di ferro pertinenti ad alari

da camino e forse anche a candelabri.

Fia. 0. — Iocriziuiie incisa sopra una patera di bronzo trovata
nella tomba del sarcofago di Torre San Severo.

In siffatto ambiente archeologico, dove gli ultimi
buccheri tradizionali dell' Etruria si erano trovati in-
sieme con i primi vasi campani a vernice nera me-
tallica, e dove le decadenti ceramiche figurate d'imi-
tazione greca dovevano rappresentare la parte più
vistosa fra l'abbondantissimo vasellame ordinario del
corredo funebre, era stato posto il sarcofago, non in
mezzo alla camera sepolcrale, ma contro la parete di
fondo, a destra del passaggio nella seconda cella, senza
alcun riguardo per le scene ornamentali, che - come
è lecito supporre - agli occhi e al pensiero di chi curò
la pietosa opera di necroforo non avevano un valore
diverso da una comune decorazione.

IV

Il sarcofago scolpito e dipinto.

Il sarcofago (tìg. 7, A-I); e tavole policrome I IV)
ha il coperchio di tipo architettonico (s). munito di

(') Questa parola, interpretata come sepulcralis, si trova
incisa in prevalenza su oggetti di bronzo del bacino lacustre
di Bolsena: cfr. Fabretti, Glossarium e Supplemento alla voce
corrispondente, nonché Gamurrini, Appendine, n. 648-5,753e 762.

(*) È lungo m. 2,10; alto, compreso il coperchio, 0,96; e
largo 0.80. 1 rilievi che non emergono mai oltre i listelli che
li inquadrano, hanno un'altezza variabile da 4 a 5 centimetri.

quattro anelli di ferro movibili agli angoli per po-
terlo sollevare, e con frontoni scolpiti e fregio tutto
intorno: ma specialmente la cassa a cui serve di chiu-
sura ha conservato non dubbie caratteristiche proprie
di un'arca lignea. Si sa del resto che un gran nu
mero di urne e di sarcofagi giunti fino a noi dall'an-
tichità, senza sostanziali differenze nei riguardi del
tempo e delle varie nazioni, mostra una più o meno
stretta dipendenza da un'originaria cassa di legno in
cui veniva rinchiuso il cadavere. Lasciando ora da
parte i numerosissimi esempi forniti dall'Egitto e da
altri paesi d'oriento (')■ per non allontanarci dalla
nostra Etruria, vediamo come in questa regione fin
da tempi remoti era invalso il costume di chiudere
le salme in custodie di legno per preservarle. Gli
esempi diretti che si hanno consistono nei noti tronchi
di quercia incavati in due parti, cioè feretro e coper-
chio, propri di qualche necropoli meridionale (2) e
anche del sepolcreto preromuleo del Poro (3). Casse
vere e proprie composte di tavole segate dovettero
usarsi, io credo, fin da tempi assai antichi; ma la
loro presenza nelle tombe a camera dell'ultimo pe-
riodo è provata solo da una quantità di chiodi enei
che talvolta si trovano allineati sulle banchine (4).
11 popolo etnisco inoltre ha riempito le sue necropoli
di innumerevoli imitazioni di casse fatte in preva-
lenza di roccie tenere o di argilla (calcare fetido,
nenfro, peperino, tufo, alabastro), ma anche ricavate
dal duro marmo e dal travertino Utili osservazioni
furono fatte sull'argomento dal Milchhófer, nel suo
studio intorno al noto sarcofago chiusino di Laitliia
Seianti, ora nel Museo di Firenze. Egli dedica un
intero paragrafo alla forma ed alla derivazione tipo-
logica delle casse mortuarie, ammettendo per molti
esemplari di urne etnische l'imitazione dello stile in
legno (r'); ma l'esame tectonico del sarcofago di Torre

(') Cfr. a tal proposito anche il celebre sarcofago poli-
cromo in calcare di Unghia Triadi), edito da R. Paribeni in
Mon. Ani. dei Lincei, XIX (1008), pag. 5 sgg.

la) Per l'esemplare proveniente da Fulcri, ed ora ne] Museo
fiorentino, cfr. Milani, Guido, I, pag. 262.

(*) Borii, Sepolcreto del Septimontium preromuleo, in
Not. se, 1903, pag. 375 sgg., ffgg 9, 27, 48, .",1 ecc.

(4) Cfr. p es. le osservazioni di A. Francois sugli scavi
vulcenti e cossani, in Bull. Inst., 1849, pag 67; e quelle
del Koerte sulla necropoli di Orvieto, in Ann. Inst , 1877,
pag. 167, nota 1.

(«) Ann: Inst., 1879, pag. 93-106.
 
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