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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0015
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2]

11, SAROOFA«0 ETROSOO DI TOKKti SAN SEVERO ECC.

22

San Severo suggerisce nuove osservazioni clic vanno
fatte in aggiunta alla teoria con molta chiarezza
esposta dal sullodato archeologo.

Una prova diretta del grande uso che gli Etruschi
tacevano del legno, oltre a quanto si sa sulla strut-
tura dei loro templi, è data appunto da simili urne
e sarcofagi, come della loro squisita abilità nel lavo-
rarlo e del loro gusto per la policromia troviamo sicure
impronte nei soffitti a lacunari di talune tombe a ca-
mera intagliate nel tufo, forse con gli stessi istrumenti
che adoperavano nella lavorazione del legno (').

di foggia architettonica, con animali simbolici sugli
acroteri dei lati brevi a frontoncini. che sono adorni
inoltre sul davanti da triplici protomi umane (').
Dato il fatto che la cassa su cui posa tal coperchio fu
composta idealmente, ma con molta efficacia dimo-
strativa, di semplici tavole lisce accostate, abbiamo
in essa un singolare esempio di struttura lignea la-
sciata quasi allo stato grezzo (lig. 8, a-b).

Similmente il sarcofago di Torre San Severo è
anche sotto questo rispetto degno di attento studio;
poiché oltre alla struttura generale ed organica deri-

Img. 8. — Sarcofago orvietano ili peperino concepito secondo la struttura lignea: nel Museo Archeologico di Firenze.

Naturalmente non tutte le imitazioni lapidee dolle
urne e dei sarcofagi mantengono sempre riconoscibili
a colpo d'occhio le caratteristiche della loro natura
originaria. Mutando la materia, si finiva a poco a poco
col modificare ed alterare profondamente anche lo stile
delle casse, sia noli' insieme che nei particolari. Alcune
di esse però, come questa in istudio e un'altra che
credo opportuno di addurre qui a riscontro, furono
lavorate volutamente e con pieno ottetto alla guisa
delle arche lignee.

Nel nostro Museo Archeologico fiorentino si con-
serva un esemplare assai cospicuo di grande sarcofago
in peperino, che nella cassa mostra più d'ogni altro
le sue caratteristiche lignee. Proviene pure dal ter-
ritorio orvietano, ed è notevolissimo per il coperchio

vata dal legno, esso può, meglio d'ogni altro campione
del genere, imporre alla nostra attenzione gravi pro-
blemi, concernenti non solo gli accessori decorativi,
ma soprattutto la possibilità che gli artefici etruschi
avessero potuto trarre partito dal legno per la ripro-
duzione plastica delle scene figurate. La stessa poli-
cromia usata largamente nei rilievi non fa ostacolo
a pensare a dill'use sculture lignee originarie.

Se esaminiamo la cassa e il coperchio spogliati
dei loro ornamenti a rilievo, come si è cercato di fare
nella riproduzione schematica (tig. 9, h-b), non siamo
più in grado di giudicare la materia dell'oggetto che
ci sta dinanzi. Di lapideo esso non conserva più nulla,
e non si sbaglierebbe a giudicarlo di legno, se non
si fo>se visto l'originale. Penseremmo anche che il

\}) Or. Galli in Noi. se, VJlb, pag. 6 sgg., fìg. 6.

(') Milani, Ouida, I, pag. 162, n. 5591.
 
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