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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0042

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11, SARCOFAGO ETRUSCO DI TORRE SAN SEVERO ECC.

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in rapporto evolutivo di dipendenza l'uno dall'altro,
per capire che le due scene ebbero la stessa fonte
d'ispirazione. Neottolemo dapprima rista, impressio-
nato dalla rassegnazione della fanciulla (primo mo-
mento) ; ma non può abbandonare la sua vittima, ed
ecco che subito dopo aver superato il senso di stu-
pore che l'assale, egli si affretta a compiere il sacri-
ficio. Quindi in lui ritorna repentinamente l'ardore
della vendetta, e si slancia sulla Priamide, l'afferra,
la rovescia, la calpesta, producendo in lei gli atti
istintivi di ribellione solo alla inaspettata ed imme-
ritata brutalità.

Si capisce poi facilmente che l'artista prediligesse
tale situazione drammatica e piena di contrasti, per
accrescere efficacia al quadro che egli faceva della
miseranda fine della regale fanciulla, conoscendone i
casi dal racconto euripideo, in cui ella dichiara di
voler morire da forte e di non voler essere ghermita
dai guerrieri che partecipano al sacrificio (').

L'identificazione degli altri sei personaggi della
scena non è altrettanto facile cpme per le tre figure
centrali.

A parte l'anfora arcaica di Londra, assistono al
sacrificio sul maggior numero degli altri monumenti
analoghi, escludendo Ecuba che evidentemente qui
non c' è :

Ulisse [Tabula Iliaca; anfora a f. n. del lirith,
Mas. (?); bicchiere omerico.a Berlino]; Calcante [Ta-
bula Iliaca]; Agamennone [bicchiere omerico]; Camil-
lns, recante brocca e patera sacrificale [Tabula Iliaca].

Inoltre: lo specchio di Fiesole ha duo guerrieri
imberbi non identificati, uno dei quali con la spada
al fianco e l'altro con l'arco in mano (2), manierati
e convenzionali come per solito sono le figure degli
specchi; lo specchio orvietano pubblicato dal Cono-
stabile mostra nel fondo un guerriero pure imberbe,
con pileo frigio e lancia (Ulisse?); il bicchiere ome-
rico poi, oltre ad Agamennone ed Ulisse, esibisce tre
altre immagini di guerrieri greci.

(') Ecuba, v. 547 sgg.

[') Se si vogliono cercare dei nomi per questi due perso-
naggi secondari dello specchio, si deve ricorrere all'ipotesi clie
ni tratti di Acamante e Demofonte, per le analogie che pre-
sentano con i due ultimi guerrieri del bicchiere omerico : vedi
oltre.

Sull'originale greco dunque, probabilmente pitto-
rico, da cui derivarono il rilievo del sarcofago di Torre
San Severo e tutte le altre rappresentazioni ad esso
simili, numerosi personaggi dell'esercito greco face-
vano corona a Neottolemo, nel momento in cui im-
molava la vergine troiana dinanzi al sepolcro paterno.
L'artefice etrusco nel nostro caso si studiò di inclu-
derne il maggior numero possibile nello spazio ristretto
che aveva a disposizione sul sarcofago, stringendoli e
fondendoli, e non senza qualche amputazione. Si man-
tenne però assai fedele al modello da cui copiava,
perchè — a differenza del lato A — l'interpolazione
di elementi locali è qui minore.

Sull'originale doveva esservi espresso un assistente
o coadiutore nel sacrificio, una specie di Camillus che
ritroviamo sulla Tabula Iliaca con i vasi lustrali in
mano (').

Ebbene, il nostro scultore non vuol rinunziare a
questo personaggio secondario, ed attribuisce alla prima
figura di sinistra, che del resto porta gli schinieri e
la corazza enea dei guerrieri, un « lituus » di pretta
natura etnisca, che muta così in musico l'assistente
sacerdotale (2).

Il vecchio che segue, in atteggiamento di grande
mestizia per l'orribile fatto che si compie dinanzi ai
suoi occhi, è espresso con un'efficacia ed una natura-
lezza che rifioriscono di nuovo e si rivelano solo assai
tempo dopo, .u talune immagini ieratiche proprie del
Rinascimento toscano, ed ha un doppi, riscontro, in
Fenice che — inorridito — volge le spalle sull'anfora
a f. n. del British Museum, e nel vate Calcante che

(') Il Maucuso, op. cit, pag. 62 (718), nota o, muovendo dal
verso deW Ecuba 524, inclinerebbe a riconoscere in questo per-
sonaggio Taltibio.

Cos'i arche por questo particolare si giungerebbe alla fonte
euripidea del sacrificio di Polissena sulla Tabula.

(2j Non si può ammettere che tale istrumento sia un sem-
plice bastone sacerdotale ricurvo (lituus), caratteristico degli
Etruschi, perchè lo scultore del sarcofago l'ha riprodotto come
una vera e propria tromba enea dalla curvatura ingrossata,
quale vedesi per esempio su una pittura tombale chiusina da
me edita in Not. se, 1915, pag. 10. fig. 4, e su certe urne col
viaggio del morto agli Inferi, accompagnato da suonatori di
simile istrumento. Non bisogna dimenticare intanto che l'ar-
tista lavorava con una certa libertà nel riprodurre i particolari
delle figure, come risulta da questo e da altri casi forse anche
più tipici sullo stesso sarcofago (cfr. oltre la spoglia di lupo
sulla testa di Plutone-Agamennone in A, anche l'elmetto invece
del pileo nell'Ulisse in B).
 
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