Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

DOI Artikel:
Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0043
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
77

sulla Tabula capitolina si volge con commiserazione
verso l'infelice fanciulla

Per la circostanza che Fenice è armato di lancia,
mentre il nostro vecchio si appoggia umilmente ad
un pacifico bastone, attributo che con ogni probabilità
non manca al sacro vate dell'esercito greco ('), e per
il fatto dell'associazione con Agamennone, che — come
si vedrà fra poco — dobbiamo riconoscere nel terzo
personaggio barbato e armato di questo primo gruppo,
non esiterei ad identificarlo con Calcante; la cui pre-
senza è ben giustificata dall'economia stessa del
dramma.

All'uccisione di Polissena non poteva mancare il
duce supremo dei Greci, Agamennone, oltre che per
il parallelismo con la scena del sacrificio dei giovani
troiani, anche per la fonte di Euripide che c' informa
aver egli anzi presieduto al sacro rito (2). Lo ritro-
viamo infatti sul bicchiere omerico, ma nudo e con
la sola spada al fianco, ridotto cioè alla più econo-
mica espressione del suo carattere militare. Sul -sar-
cofago di Torre San Severo però la sua identifica-
zione nel maestoso personaggio barbato, che sta tra
il vecchio Calcante e Neottolemo, riesce ancora più
sicura ed evidente, essendo questa volta Agamennone
in più completo abbigliamento guerresco, ed avendo
inoltre sulla corazza — a differenza delle altre figure
di guerrieri, ma come si riscontra invece sulle ana-
loghe rappresentazioni di tal personaggio — il man-
tello che gli ricade a pieghe sulla coscia destra.

Del gruppo contrapposto il solo personaggio che
a identifica con assoluta sicurezza è Ulisse, che pre-
cede gli altri due.

Egli è l'unico degli spettatori che comparisce più
costantemente in queste rappresentazioni post-euripi-
dee, sebbene in atteggiamento e vestito diversi, perchè
invero non poteva mancare sul modello originario,
trattandosi di uno dei personaggi essenziali, non solo
per la sua specifica personalità nell'epopea troiana,
ma anche per la particolare circostanza d'aver guidato
Polissena fino alla tomba di Achille (:!).

(M Cfr. Mancalo, op. cit., patr. fi2 (718).
(») Ecuba, v. 553.
(") Ecuba, v. 432.

Sul citato bicchiere omerico di Berlino cfr. Robert, op. cit.,
pag. 73-4, fig. b) che sembra una diletta illustrazione AeWEcuba
di Euripide, la figura di Ulisse, con corazza, mantello e col

7B

Fortunatamente non siamo obbligati questa volta
a vagare fra le figure secondarie della scena per ri-
conoscere Ulisse, perchè, pur non essendo qui in-
dicato da iscrizione come altrove, per un felice caso
che torna in merito dell'artista, la sua immagine si
distingue a colpo d'occhio da tutte le altre. Poche
volte nelle rappresentazioni figurate di questo periodo
si riscontra una perfetta ripetizione iconografica di
una stessa persona, come per l'Ulisse del nostro sar-
cofago, ripetuto con caratteristiche identiche — fatta
astrazione dall'elmetto che gli copre il capo e che
può verisimilmente ritenersi una infedele riproduzione
del pileo tutto particolare di questo eroe — anche
nei due lati minori con Circe e col sacrificio per evo-
care l'anima di Tiresia. La policromia — per quel che
si può giudicare da ciò che n' è rimasto — accresceva
efficacia a tale precisa somiglianza, che del resto ap-
pare evidente anche ora sul disegno comparativo che
pubblico, col profilo delle tre teste riferibili ad Ulisse
nei lati brevi e nel lato lungo B (tìg. 43).

Attribuire dei nomi ai due personaggi seguenti è
invece impresa assai ardua, e quasi disperata. Qualsiasi
identificazione ha sempre valore approssimativo ed
incerto. Un riscontro generico si può tuttavia trovare
nel bicchiere dell'Antiquarium di Berlino, sul quale si
vedono tre guerrieri in atteggiamenti diversi, a destra
del sepolcro di Achille. Di questi tre guerrieri greci
i due ultimi furono anche conservati, in atteggiamenti
analoghi ma diversamente distribuiti, sullo specchio
talamoniese del Museo di Fiesole, sul quale inoltre
permane una traccia del monumento funebre in quella
specie di gradino riempito di reticolato, a sinistra.

Anche il Robert rinunzia ad identificare le tre
ligure sopra ricordate del bicchiere omerico, e si li-
mita solo ad avanzare qualche ipotesi per indivi-
duarle ('). E invero non si posseggono elementi seri
per poter determinare il criterio che guidò l'artefice
etrusco a scegliere, fra le molte figure dell'originale,
quelle che poi riprodusse nel suo quadro. Raccogliendo
i dati della più antica tradizione epica, a cui s'informa

pileo in testa, si vede invece a sin. di Neottolemo, tra questi e
Agamennone seduto. La scena di questo insigne monumento,
come ho già accennato, riproduce, al pari dello specchio di
Fiesole, la situazione che precede di poco quella espressa sul
nostro sarcofago.

(') op. cit., pag. 75.

IL SARCOFAGO ETRUSCO DI TORRE SAN SEVERO ECC.
 
Annotationen