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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Orsi, Paolo: Messana: la necropoli romana di S. Placido; e di altre scoperte avvenute nel 1910-1915
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0066

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MKSSANA

indennità all'impresa, ecc. ecc. Di fronte a queste
gravissime difficoltà, finanziarie sopratutto, ed in se-
guito anche ad una visita fatta nell'aprile 1914 dal
Sottosegretario di Stato Rosadi, e dal Direttore Gene-
rale Ricci, si convenne di non arrestare i lavori già
assai inoltrati ; si deliberò di procedere ad una scru-
polosa esplorazione dei sepolcri già messi in vista,
conservando il maggior numero di ricordi grafici e fo-
tografici, e racchiudendo negli scantinati della nuova
Prefettura quel tanto delle principali edicole, che
fosse stato consentito dalla loro ubicazione, in rap-
porto alla distribuzione degli ambienti del nuovo
palazzo. A tale opera di conservazione ha provveduto
la R. Soprintendenza dei monumenti di Palermo.
Numerose fotografie aveva eseguito già il compianto
prof. Salinas, ed altre in seguito si fecero dalla Soprin-
tendenza di Siracusa. Un diligente giornale delle sco-
perte, dal 12 gennaio 1914 in poi, venne redatto dal
zelante custode Domenico Inglieri. Infine nel settembre-
ottobre 1914, si addivenne alla esplorazione sistema-
tica ed al rilievo generale e parziale del sepolcreto,
il quale lavoro io affidai alla nota perizia e diligenza
del mio assistente signor Rosario Carta. Su tutti
questi elementi, integrati da mie ripetute visite alla
località e dallo studio diretto del materiale, sopratutto
epigrafico, conservato nel Museo Nazionale di Messina,
si basa la presente monografia.

La nuova e monumentale Prefettura di Messina
è destinata a sorgere sull'area dell'antica (palazzo
reale), a settentrione del giardino pubblico denomi-
nato villa Mazzini, in immediata propinquità della
storica chiesa di S. Giovanni di Malta con la cripta di
S. Placido, in un'area che già in passato, fin dal 1588,
e poi a varie riprese anche nei secoli successivi, aveva
rivelato reliquie archeologiche di alto interesse per
la storia di Messana romana e cristiana ('). Data la
necessità di una costruzione solidissima in un suolo

eminentemente pericoloso come è quello di Messina,
dati i criteri che guidano e presiedono alle nuove
opere antisismiche, si dovettero spingere le fondazioni
della erigenda Prefettura a rilevante profondità. E
poiché erano anche progettati dei vasti scantinati, si
rese necessario un grandioso lavoro di sbancamento
e di asportazione di materiale, che l'ufficio del Genio
civile valuta in me. 5500 circa, essendosi aperta una
cavità di m. (30,00 X 20,00 in superficie, la cui pro-
fondità era di m. 5,00 a monte e di 3,50 a valle, in
confronto del suolo antico della necropoli; al disotto
del quale suolo vennero spinte poi le fondazioni dei
muri perimetrali ed ambientali. La sezione tìg. 1 presa

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Fio. 1.

dal lato di ponente mette in evidenza la potenza del
banco alluvionale, che copriva la necropoli, dovuto
alle secolari inondazioni del torrentello Boccetta, che,
scendendo dalle soprastanti colline, formò, da tempi
remoti, un ampio cono di deiezioni, di spessore disgra-
dante da monte a valle.

Dall'esame di quei banchi sedimentari di allu-
vioni successive si deduce, che la necropoli, la quale
veniva a trovarsi fuori così dalla cinta romana, come
di quella medioevale della città, caduta in abbandono,
penso tra il II e III secolo d. Or., andò lentamente
interrandosi ed obliterandosi. E poiché ogni secolo
aggiungeva nuovi depositi di sabbie, fanghiglia e

(') Dobbiamo a Gaetano La Corte Cailler una diligente
esposizione della invenzione delle reliquie del martire s. Pla-
cido, avvenuta nel 1588, e di altre epigrafi romane successiva-
mente in varie riprese apparse alla luce in quei pressi. Veg-
gansi per tutto ciò i tre articoli La scoperta di una necrop.
romana a Messina nel giornale politico messinese Germinai

del 7-10 aprile 1914. Le epigrafi di cui si fa menzione sono
registrate nel Kaibel, Inter, gr. Sic. et Italiae, n. 404, 413,
416 e nel Mommsen, C I. L., X, n. 8977. Veggasi anche su
codeste vecchie scoperte il raro scritto di C. La Farina, Spo-
sizione di alcune lapidi sepolcrali rinvenute in Messina nel
largo di S. Giovanni Gerosolimitano (Messina 1832).
 
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