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messana
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minute ghiaiette, nel corso di 16 a 17, l'antico
suolo della Messana romana si elevò in questo punto
di m. 3,50 in 5. Il che giova conoscere per la stra-
tigrafia archeologica della città. È altresì da osser-
vare che il piano della necropoli e dei singoli recinti
non è perfettamente livellato; ciò va imputato a cause
diverse, ma soprattutto sismiche, le quali dal lato di
levante (a mare) determinavano un abbassamento di
circa 30 cm. Come caposaldo altimetrico per calco-
lare il livello della necropoli si è considerata la linea
di intonaco dei tumuli, la quale segnava il punto di
emergenza dal sottosuolo.
Dando uno sguardo generale alla pianta d'insieme,
tav. I, ed alle vedute fotografiche delle tav. II a IV,
si vede che la necropoli constava di un aggregato di
recinti rettangolari, chiusi da muretti di delimita-
zione, la cui altezza doveva aggirarsi attorno ai m. 2.
Quasi ognuno di questi recinti o campicelli funebri
faceva capo ad una edicola principale, che costituì,
forse, il nucleo originario, attorno al quale si sviluppò
l'aggregato, sempre che si parta dal presupposto con-
cetto, che ognuno dei recinti appartenesse ad una data
famiglia (yévog, gens) o corporazione. Ma in proseguo
di tempo l'occupazione delle aree, dapprima regolata
e disciplinata da norme, assume un carattere disordi-
nato e tumultuario, poiché i sarcofagi in fabbrica, le
cappuccine e le umazioni in nuda terra invadono tutte
le aree disponibili. Se dalla presenza di monete, o di
altri oggetti ben databili, che nei più dei casi man-
cano, noi potessimo stabilire la cronologia dei singoli
sepolcri, io credo fermamente che noi troveremmo la
prova di questa mia tesi, secondo la quale i più an-
tichi sepolcri, riservati alla famiglia, erano quelli del-
l'edicola, mentre l'esterno solo più tardi venno invaso
da intrusi, quando cessò la vigilanza per la polizia
del sepolcreto e per la tutela giuridica delle singole
aree gentilizie.
Quel tanto di necropoli che è stato messo allo sco-
perto non rappresenta che una parte, anzi ho ragioue di
credere una piccola parte, del totale. Vedesi infatti che
taluni dei recinti si addentrano, con la rispettiva area,
nelle pareti del banco alluvionale inesplorato ; e tutto
fa ritenere che la necropoli si svolgesse ancora parecchio
nelle terre contigue di settentrione, levante e ponente.
Ma anche fuori dei recinti vi erano sepolcri ; per
lo più tumuli in muratura, che rivestivano una cassa
di tegole, e che all'esterno assumevano forma di una
bara a spioventi od a mezza botte, rivestita di stucco
e quasi sempre dipinta in rosso vivo, con l'epitaffio
aderente. Questa forma, astrazion fatta dal colore,
ricorda assai da vicino i tumuli di alcuni poveri ceme-
teri della Sicilia e della Calabria contemporanee. Ma
la forma dei sepolcri noi apprenderemo meglio dalla
ordinata esposizione dello scavo, riservando alla sintesi
finale alcune considerazioni su codesta architettura
tombale.
Kecinto A. Consta di una piccola area di metri
3,80 X 2,40 tutta chiusa da un muro, che per due
Fig. 2.
lati fa parte di recinti attigui di assai maggiore esten-
sione. È questo l'unico recinto nel cui muro perime-
trale apparisca nettamente la porta ed il passaggio
d'ingresso. Dei muri il più conservato è quello di
ponente, che ancora raggiunge l'altezza di m. 2 II
suolo è tutto intonacato di malta semplice, come può
rilevarsi dalla vedutina fìg. 2. Campeggia al centro
un tumulo di accurata costruzione, a forma di coper-
chio di sarcofago, appoggiato ad una base rettango-
lare, con ciottolo alla testata di mezzodì; esso è co-
struito di pietrame cementato e rivestito di intonaco.
Un altro ciottolo era infitto e saldato nel suolo in
corrispondenza al sep. 20; lungo la parete Nord si
svolge una piccola banchina.
Dopo aver prese le necessarie misure ed i disegui,
si procedette alla esplorazione del sottosuolo, ed il
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minute ghiaiette, nel corso di 16 a 17, l'antico
suolo della Messana romana si elevò in questo punto
di m. 3,50 in 5. Il che giova conoscere per la stra-
tigrafia archeologica della città. È altresì da osser-
vare che il piano della necropoli e dei singoli recinti
non è perfettamente livellato; ciò va imputato a cause
diverse, ma soprattutto sismiche, le quali dal lato di
levante (a mare) determinavano un abbassamento di
circa 30 cm. Come caposaldo altimetrico per calco-
lare il livello della necropoli si è considerata la linea
di intonaco dei tumuli, la quale segnava il punto di
emergenza dal sottosuolo.
Dando uno sguardo generale alla pianta d'insieme,
tav. I, ed alle vedute fotografiche delle tav. II a IV,
si vede che la necropoli constava di un aggregato di
recinti rettangolari, chiusi da muretti di delimita-
zione, la cui altezza doveva aggirarsi attorno ai m. 2.
Quasi ognuno di questi recinti o campicelli funebri
faceva capo ad una edicola principale, che costituì,
forse, il nucleo originario, attorno al quale si sviluppò
l'aggregato, sempre che si parta dal presupposto con-
cetto, che ognuno dei recinti appartenesse ad una data
famiglia (yévog, gens) o corporazione. Ma in proseguo
di tempo l'occupazione delle aree, dapprima regolata
e disciplinata da norme, assume un carattere disordi-
nato e tumultuario, poiché i sarcofagi in fabbrica, le
cappuccine e le umazioni in nuda terra invadono tutte
le aree disponibili. Se dalla presenza di monete, o di
altri oggetti ben databili, che nei più dei casi man-
cano, noi potessimo stabilire la cronologia dei singoli
sepolcri, io credo fermamente che noi troveremmo la
prova di questa mia tesi, secondo la quale i più an-
tichi sepolcri, riservati alla famiglia, erano quelli del-
l'edicola, mentre l'esterno solo più tardi venno invaso
da intrusi, quando cessò la vigilanza per la polizia
del sepolcreto e per la tutela giuridica delle singole
aree gentilizie.
Quel tanto di necropoli che è stato messo allo sco-
perto non rappresenta che una parte, anzi ho ragioue di
credere una piccola parte, del totale. Vedesi infatti che
taluni dei recinti si addentrano, con la rispettiva area,
nelle pareti del banco alluvionale inesplorato ; e tutto
fa ritenere che la necropoli si svolgesse ancora parecchio
nelle terre contigue di settentrione, levante e ponente.
Ma anche fuori dei recinti vi erano sepolcri ; per
lo più tumuli in muratura, che rivestivano una cassa
di tegole, e che all'esterno assumevano forma di una
bara a spioventi od a mezza botte, rivestita di stucco
e quasi sempre dipinta in rosso vivo, con l'epitaffio
aderente. Questa forma, astrazion fatta dal colore,
ricorda assai da vicino i tumuli di alcuni poveri ceme-
teri della Sicilia e della Calabria contemporanee. Ma
la forma dei sepolcri noi apprenderemo meglio dalla
ordinata esposizione dello scavo, riservando alla sintesi
finale alcune considerazioni su codesta architettura
tombale.
Kecinto A. Consta di una piccola area di metri
3,80 X 2,40 tutta chiusa da un muro, che per due
Fig. 2.
lati fa parte di recinti attigui di assai maggiore esten-
sione. È questo l'unico recinto nel cui muro perime-
trale apparisca nettamente la porta ed il passaggio
d'ingresso. Dei muri il più conservato è quello di
ponente, che ancora raggiunge l'altezza di m. 2 II
suolo è tutto intonacato di malta semplice, come può
rilevarsi dalla vedutina fìg. 2. Campeggia al centro
un tumulo di accurata costruzione, a forma di coper-
chio di sarcofago, appoggiato ad una base rettango-
lare, con ciottolo alla testata di mezzodì; esso è co-
struito di pietrame cementato e rivestito di intonaco.
Un altro ciottolo era infitto e saldato nel suolo in
corrispondenza al sep. 20; lungo la parete Nord si
svolge una piccola banchina.
Dopo aver prese le necessarie misure ed i disegui,
si procedette alla esplorazione del sottosuolo, ed il