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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Orsi, Paolo: Messana: la necropoli romana di S. Placido; e di altre scoperte avvenute nel 1910-1915
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0093

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177

MESSINA

178

Il titolo iuciso sulla lastra del timpano si legge
nitidamente nella fototipia (fig. 41).

Questo sentimento della inesorabilià della morte,
a cui allude la nostra epigrafe, e che incombe fatale
sull'umanità, veniva accolto, ora serenamente, talvolta
anzi allegramente, ora tristamente da poeti ed autori
di titoli funebri, che soventi volte lo richiamano. Il
modo di intenderlo e di accettarlo varia a seconda

formava un portello mobile per la introduzione suc-
cessiva dei cadaveri. Sta però il fatto, che se la tomba
venne più volte riaperta per il passaggio degli 8 ca-
daveri che racchiudeva, per ultimo essa venne tutta
avvolta, compresa la lastra scritta, in un masso di
malta e pietrisco dello spessore medio di 70 cm.
Questa specie di calcestruzzo veniva così a formare
tutto attorno'una specie di solida corazzatura, la quale

Fig. 41.

« Amici ! Hoc (i. d. sepulcrum, morì) omnibus contigli {nccQaxsiTs = naqax8Txai). Ne plorate

della disposizione etica degli individui. Certo che esso
ebbe una frequente ripercussione, oltre che nella filo-
sofìa e nella poesia, anche nell'epigrafia sepolcrale (');
al severo « memento mori » cristiano, il romano gau-
dente ha talvolta contrapposta quasi una satira della
morte stessa, mettendola in caricatura sui vasi del
tripudio e dell'orgia

Forse in origine questa lastra scritta del timpano

rese oltremodo difficile la esplorazione del sepolcro
e la esecuzione dei disegni in planimetria, sezione e
vedutina interna, che qui a fig. 39, ad opportuna il-
lustrazione del testo, si aggiungono.

Sep. 57. Cassa con copertura a A di mattoni,
aventi le dimensioni di cm. 42X33; eguali mattoni
costituivano fondo e testate, mentre le pareti risul-
tarono formate di 4 filari di pezzame dei medesimi.

(*) Pascal, Le credenze d'oltre tomba nelle op. letter. d.
antichità classica, voi. I, pp. 5 9; anzi il retore Alessandro nei
suoi consigli ai redattori di epigrafi funebri rammenta il do-
vere di ricordare la inesorabilità del fato mortale (Ibid. pag. 8).
A questo proposito si vegga anche il diligente studio di
A. Amante, La poesia sepolcrale latina (Palermo, 1912), pp. 20
e sgg.

(!) Tuvxav&Quìnog .. u ecco a che si riduce ogni uomo » :
Monumenti Antichi — Vol. XXIV.

tale il motto eloquentissimo aggiunto ad una figura di sche-
letro sopra una delle celebri tazze del tesoro di Bosco Reale.
(Heron de Villefosse, Le Tresor de Bosco Reale, pag. 65). Per
questo ciclo di idee e per le corrispondenti rappresentazioni
dell'arte romana si leggerà volentieri lo scritto di donna E. Cae-
tani-Lovatelli, Di una piccola larva convivale in bronzo, ap-
parso in II edizione negli Scritti vari dell'autrice (Roma 1898,
pp. 3-23).

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