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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Pettazzoni, R.: Stazioni preistoriche nella provincia di Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0151

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Gorzano('), di Montale (2), di Servirola di San Polo
d'Enza nel Reggiano (3), nonché quelle del Museo di
Reggio Emilia pubblicate dal Mosso (4), e del Museo
preistorico di Roma, pure pubblicate dal Mosso (5),
provenienti anch'esse, secondo ogni verosimiglianza,
da terremare. Si aggiunga il quadrupede fittile della
terramara di Castellare del Vho, conservato nel Museo
di Milano (6). D'altra parte, queste figurine di qua-
drupedi non s'incontrano soltanto nell'Europa conti-
nentale e nell'area di estensione della civiltà la-
custre C) e terramaricola, ma anche in ambiente
« mediterraneo»: in Sicilia (8), a Creta (9), in Egitto (10).
Del resto, la figura del quadrupede fu anch'essa ap-
plicata, come protome, alla decorazione delle anse:
il Mosso ha riprodotto, nei Monumenti antichi dei
Lincei, XIX, tav. XII, fig. 91, 92, due anse fittili
modellate l'ima a testa di toro, con belle corna pro-
tese, l'altra a testa di pecora; e le dà come prove-
nienti dagli scavi di C. Rosa nella Valle della Vi-
brata. Quello che, invece, sembra mancare del tutto
negli ambienti terramaricoli ("), è il tipo dell'ansa
figurata a protome d'animale « a lungo collo», quale
è rappresentato a Villa Cassarmi e a Toscanella. Per
questo tipo di ansa figurata i riscontri sono da cer-
care specialmente negli orizzonti culturali del mondo
mediterraneo: un'ansa fittile in forma di testa di uc-
cello dalla stazione di Coppa Nevigata fu pubblicata
dal Mosso nei Monumenti antichi, XIX, tav. XII, 90;
al quale proposito il Mosso (loc. cit., c. 366, nota 1)

(') Coppi, Monografia ed iconografia della terramara di
Gorzano, III (Moderni 1876). tav. 82, 8.

(') Boni, La terramura di Montale, II, tav. 5, l(i-18;
A. Mosso, Le origini, della civiltà mediterranea, Milano, 1910,
fig. 102 a pag. 147.

(*) Pigorini, loc. cit., c. 144, nota 4.

(4) A. Mosso, Le origini della civiltà mediterranea,
fig. 101.

(5) A. Mosso, op. cit., fig. 100.

(6) A. Mosso, Idoli e figure d'animali dell'età neolitica.
R. Accademia delle scienze di Torino, 1907, pag 375.

(') R. Mtinro, Les stations latustres d'Europe, Paris, 1908,
pag. 30, tav. 25, fig. 80.

(») P. Orsi, Stazione neolitica di Stentinello in Bull, di
paletn. Hai., XVI, 1890, pag. 193, tav. VII (specie VII, 16;
anche per ornamento di vaso, tav. VII, 9; anche una figura
umanaT?],tav. VII, 14;.

(") A. Mosso, Le origini della civiltà mediterranea,
figg. 98, 99.

('») Flinders Petrie, Abydos, II, tav. 7.

Peet, The stone and bronse ages, pag. 376.

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accennò a teste di uccelli consimili trovate in uno
scavo di fondi di capanne eseguito alle Conelle presso
Arcevia. Uccelli di terracotta modellati a parte (non
come decorazione di anse) si rinvennero nelle caverne
liguri di Pollerà e delle Arene Candide ('): uno è ri-
prodotto dal Mosso in Origini della civiltà medi-
terranea, pag. 148, fig. 103 (2).

Tra i fittili di Villa Cassarini sono da ricordare,
non fosse che come un riscontro con la stazione di
Toscanella (3). anche parecchie fusaioie e rocchetti.

lì) Bronzi.

I bronzi che uscirono dalla stazione di Villa Cas-
sarini non furono numerosi. Alcuni sono riprodotti a

Fig. 46, 1, 3. Due spilloni con l'estremità rav-
volta a spirale.

4. Spillone di sezione quadrangolare, con l'estre-
mità appiattita, lungo cm. 13.

2, 5. Aghi {").

Si rinvennero anche frammenti informi di u aes
rude ».

Uno dei trovamenti più curiosi di Villa Cassarini
è un gruppo di punte di freccia in bronzo con alette
e lungo peduncolo traversato alla base da un foro
(fig. 47), le quali si presentano aggrovigliate insieme
e parzialmente sovrapposte l'una all'altra, dando
l'impressione di essere state in origine appese pel
foro a un filo comune che le tenesse unite, e quindi
suggerendo l'idea di una specie di collana cui esse
avrebbero appartenuto come oggetti di ornamento,
piuttosto che come oggetti di uso. Punte di freccia
in bronzo a peduncolo ed alette furono trovate anche
a Toscanella Imolese (fig. 31, 5, 7), insieme con una
forma d'arenaria che serviva per fonderle (fig. 33).
Queste di Toscanella erano, o almeno potevano essere,
veri e propri oggetti di uso; naturalmente, non di uso
abituale e comune, ma ad ogni modo utilizzabili per
un fine offensivo; mentre quelle di Villa Cassarmi
servivano dunque ad un fine ornamentale e simbo-

(') Issel, Liguria preistorica, pag. 119.

(a) Sopra due figurine u umane » fittili della Caverna delie
Arene Candide vedi: Orsi, Bull, di paletn. it., XVI, 1890,
pag. 194, nota 5.

(3) Vedi sopra a pag. 260.

(*) Il n. 6 della figura 46 riproduce un frammentino di
osso decorato col noto motivo dei circoletti a punto concen-
trico; il n. 7, un punteruolo, pure d'osso, fornito di capocchia.

STAZIONI PREISTORICHE NELLA PROVINCIA DI HOLOGNA
 
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