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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Castelfranco, Pompeo; Patroni, Giovanni: La stazione palustre di campo Castellaro presso il Vhò di Piadena
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0171

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333

LA STAZIONE PALUSTRE 1)1 CAMPO CASTELLARI!

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manca invece quasi del tutto quella serie di vasi e
vasetti di dimensioni mezzane é piccole e d'impasto
piuttosto nero ed omogeneo, sufficientemente levigati
e lucidati in superficie, i quali vasi, muniti di un'ansa
a nastro verticale, hanno la parte inferiore a guisa

Sono pure rappresentati i vasetti minuscoli che
apparvero in ogni sorta di stazioni e depositi italiani
e stranieri, e sono da molti spiegati come suppellet-
tile votiva, specie in determinate circostanze di tro-
vamelo, mentre la loro presenza sporadica in luoghi
abitati più si conviene all'altra spiegazione che ne è
stata data, di giocattoli da bambini. Due esemplari
ne furono ricuperati negli antichi scavi del cav. Orefici,
ed hanno forma di abbeveratoio di uccello, risultando

Fig. 18. — Scodella con ornati. 1:3

Fig. 20. — Curdimi unghiati. 2:;

di ciotola e la parte superiore assai alta e rastremata da un piccolo globo di pasta argillosa, alquanto sca-
sino ad una bocca relativamente stretta, mentre le vato ed allargato da un dito, che ne foggiò le pareti ;

Fig. 19. — Ceramica a bitorzoli. 2 :5

due parti ,sono nettamente distinte da spigolo vivis-
simo e accompagnato da una sagoma curvilinea rien-
trante che modella le spalle del vaso; tipo comune
e caratteristico della ceramica propria alle palafitte
dell'alta Italia. I fittili della nostra stazione del Ca-
stellare hanno invece per la massima parte un color
bruno che tende al rossiccio, e la pasta argillosa di
cui son fatti contiene di solito tritumi minerali; alcuni
esemplari più fini tendono al grigio-giallognolo, lon-
tano dal color nero, e vi mancano pure esemplari ben
lucidati in rosso cupreo, che accanto alla serie nera
appaiono in moltissime stazioni preistoriche.

hanno l'orlo seghettato per opera del taglio d'una
stecca (fig. 15 a, c). Ed apparisce assai probabile che
nella numerosa suppellettile di corno cervino deb-
bano anche cercarsi gli strumenti più comuni dei
figlili del Castellaro, che cioè parecchi oggetti deb-
bano identificarsi con le stecche, i lisciatoi e brunitoi
adoperati nella fabbricazione delle ceramiche. Che
anche al Castellaro, come in altre stazioni preisto-
riche, l'arte figulina fosse riserbata al sesso femmi-
nile, risulta dalla sottigliezza e finezza delle im-
pronte di polpastrelli e d'unghie, di alcune delle quali
abbiamo anche cavata la forma in gesso
 
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