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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Cultrera, Giuseppe: Vasi dipinti del Museo di Villa Giulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0192

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VASI DIPINTI DEL MUSEO DI VILLA GIULIA

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un grappolo, nn fiore a otto petali, una foglia di edera,
un secondo fiore a otto petali. Qua e là sobrie lumeg-
giature in colorazione sovrapposta, ora in gran parte
distaccata : in bianco sono rese certe punteggiature che
sogliono indicare il suolo; e poi, pure in bianco, i
monili della donna, i fusti dei tirsi con le due .lun-
ghe foglie a falce che ne fiancheggiano il mazzo fio-
rito, la benda della fiaccola, le anse del kantharos
e il manico della situla; in bianco-giallo le tenie
dei due giovani, il nastro della corona, le modana-
ture della situla, i centri e le punte dei petali nei
fiori del fondo. I fiori dei tirsi e il grappolo di uva
sono trattati con una colorazione rosso argilla o bruno-
marrone, ma a fuoco.

Faccia B. Tre figure di giovani ammantati, in
piedi. Il primo a sinistra, con la mano destra appog-
giata a un bastone, e quello di mezzo, gesticolante
con la mano destra, stanno l'uno di fronte all'altro
in conversazione, entrambi di scorcio, ma il primo
dalla parte della schiena, l'altro dalla parte anteriore;
il terzo sta come in disparte. Simile in tutte e tre le
figure è il panneggiamento; in tutte eguale l'atteg-
giamento del braccio sinistro piegato con la mano al
fianco. Sul fondo, in alto, da sinistra a destra: una
foglia di edera, un fiore a sei petali, un dittico di
tavolette cerate, legato con una cordicella e uno stilo
da scrivere infilato nella cordicella medesima.

Sul collo, dalle due parti, viticci serpentini con
foglie di edera alternate con fiori. Sulla sporgenza
della rimboccatura dell'orlo (leggermente foggiata a
gola) un meandro a onde. Sul margine superiore della
bocca, viticci con foglie di edera e bacche, divisi da
palmette in corrispondenza delle sporgenze dei mani-
chi. Altre piccole palmette sulle facce laterali di dette
sporgenze.

L'argilla, nel colore naturale, è di un rosso piut-
tosto chiaro a cui, nelle parti risparmiate della pancia,
è stata aggiunta una colorazione di un tono più scuro.
Non così sul collo e sull'orlo. Il disegno è più che
discreto — salvo qualche difetto — sulla faccia prin-
cipale ; alquanto schematico, come di consueto, nel-
l'altra faccia, ove il maggior difetto è dato dalla ecces-

siva brevità delle gambe, dalle ginocchia in giù, in
confronto con la rispettiva parte superiore.

34. Pelike. Inv. n. 25145 (tav. XVI) Dono Scar-
dino (l). Alt. mm. 295.

Frammentata. Mancano le anse e sono rotti il piede
e il collo presso la bocca.

Le composizioni figurate delle due facce sono im-
postate su di un fregio a meandro che gira tutt' in-
torno.

Faccia A. A destra, un giovane, tutto nudo,
seduto di scorcio a sinistra, su di un rialzo del ter-
reno, facendosi cuscino del mantello che vi è raccolto
sopra ; braccio sinistro abbassato, braccio destro semi-
proteso in avanti con un piatto nella mano. A sinistra,
una giovine donna, vestita di chitone cinto alla vita
e velo avvolto alla testa; in piedi, con la gamba si-
nistra sollevata e il piede poggiato sopra la continua-
zione dello stesso rialzo del terreno, si rivolge verso
il giovine; il braccio sinistro appoggiato al ginocchio
con una corona nella mano, il destro proteso con
in mano uno specchio. Il rialzo del terreno è in-
dicato per mezzo di una serie di macchiette ri-
sparmiate ma leggermente velate. Con lo stesso pro-
cedimento sono resi la corona della donna, il ramo-
scello e due oggetti sferiforrui sul piatto del giovine.
In alto, una benda a festone fiancheggiata, a distanza,
da due fiori.

Faccia B. Due giovani ammantati, a colloquio:
quello di destra, di scorcio dalla parte anteriore; quello
di sinistra — che si appoggia con la mano a un ba-
stone — di scorcio dalla parte della schiena. In alto,
tre fiori. Nelle fiancate, sotto i manichi, grandi pal-
mette comprese entro due ramoscelli a girali e a pal-
mette più piccole.

La parte superiore del collo, sotto il labbro, era
decorata di una corona di lauro o di ulivo.

Il disegno complessivamente è discreto. Nella faccia
principale è specialmente ben modellato il torace del
giovine; non così le braccia eie spalle, troppo ton-
deggianti. Un poco più schematicamente è disegnata
la figura femminile. E più ancora, come di consueto,
le figure del rovescio, le quali, singolarmente e nel loro

e nota 7. Per la forma della benda e la sua posizione si vegga
il vaso di Ruvo pubblicato in Ann. dell'List., 1878, tav. d'agg. G ;
cfr. pp. 44 e 45.

(*) Da una collezione privata di Barcellona (Messina).
 
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