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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Cultrera, Giuseppe: Vasi dipinti del Museo di Villa Giulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0201

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VASI DIPINTI DEI, MUSEO DI VILLA GIULIA

394

Nel complesso non costituiscono una classe del
tutto omogenea, trattandosi di prodotti che si riferi-
scono certamente a epoche diverse e, con ogni pro-
babilità, a diversi centri di fabbricazione. La imita-
zione di vasi greci di varie classi è in tutti evidente;
ma la nota dominante è data dalla influenza ionica (').

Negli esemplari più antichi si rivela l'imitazione
diretta dei prodotti ionico-orientalizzanti, tanto che
talvolta — come è appunto il caso di alcune hydriai
ceretane — può nascere il dubbio circa la loro origine
vera. In comune con la ceramica ionico orientalizzante
quella etrusca ha la predilezione per le figure di ani-
mali, la disposizione delle composizioni figurate ed
anche la policromia. Nei periodi posteriori la policromia
scomparisce, salvo qualche eccezione (2).

I nostri esemplari — specialmente i primi due —
non smentiscono il carattere dominante della persi-
stente tradizione ionico-orientale : basta considerare
la disposizione araldica delle Sfingi, la forma delle
loro ali con le punte incurvate all' insù, nell'an-
fora, e la disposizione delle ali stesse — attaccate
alla schiena invece che alle spalle — nelle figure ana-
loghe della hydria (3). Il particolare delle ali attac-

ellenico, come già è stato osservato (Studniczka, Ephem. arch.,
1886, p. 127; Diimmler, Bull. delVImp. Ist. Germ., sez. rom.,
Ili, 1888, p. 159 e segg. ; Loeschcke, Aus der Untericelt,
p. 10; Pottier, Bull, de correspondari.ee hellénique, 1892,
p. 253 e segg. e Catal. de vases ant.., II, p 534 e seg.); ma
d'altro canto non c'è ragione di non ammettere, giusta l'opi-
nione del Dumont (Dumont-Chaplain, Céramiques de la Grece
propre, I, p. 264 c segg.), che alcuni esemplari siano stati
fabbricati in Etruria a imitazione dei prodotti importati dal
di fuori.

(') Questa persistenza di tradizione ionica è riconosciuta
così dal Pottier (Catal., II, p. 547 ; cfr. p. 282) come dai com-
pilatori del catalogo di Monaco (Sieveking-Hackl, op. cit..p. 89);
ma, sul conto dei vasi di Monaco, a parte che per taluni esem-
plari compresi tra i vasi etruschi c' è forse da dubitare circa
la loro fabbricazione in Italia, ci sembra che non per tutti
si possa parlare di carattere ionizzante.

(2) Ricordiamo una bella hydria del Museo di Firenze
(Inv. 4189). Sul "ventre sono dipinte sette figure, tra cui Posi-
none ed Ercole; sulla spalla, Sileni danzanti; sul collo, quattro
figure procedenti a sinistra. Tutte queste figure sono rese sem-
plicemente a vernice nera La zona che separa la rappresen-
tazione del ventre da quella della spalla è formata da un
fascione a scacchiere al quale se ne sovrappone un altro con
ornamenti a zig-zag verticali, fatti di strisce nere bianche e
rosso cupo. Il bianco e il rosso sono a colorazione sovrapposta.

(:l) Si vegga lo skyphos Faina, menzionato più sopra (c«i-
lonna 356) e la lastra dipinta di Cerveteri, Martha, ISAH
etrutque, tav. IV, n. 3.

cate alla schiena anzi che alle spalle è comune ad
altre figure consimili nella stessa classe di vasi (1).
Il motivo dello Stìngi araldicamente affrontate si ri-
scontra pure nella classe medesima (2). In alcuni esem-
plari le figure in discorso, invece che affrontate, sono
contrapposte per il tergo (3). E altrove, invece di Sfingi,
sono dipinte altre figure in atteggiamenti analoghi:
centauri (4), sirene (5), arieti (6), cinghiali (7). cavalli
alati (8), cervi (9), cigni (10).

Tutto ciò nei riguardi degli elementi orientaliz-
zanti. Quanto al resto, ci siamo già intrattenuti a suo
tempo sulla rappresentazione della hydria. Riguardo
all'anfora, le rappresentazioni dei Sileni non sono rare
nei vasi etruschi; talvolta si incontrano come figure
isolate, tal'altra riuniti in gruppi (n). Anche le figure
dei cavalli, come motivi di decorazione, sono fre-
quenti (12). Una singolarità è invece quella del co-
pricapo delle Stìngi. Pure con lo stamnos non ci al-
lontaniamo dal repertorio peculiare della stessa classe
dei vasi etruschi, sebbene entriamo in un altro ge-
nere di rappresentazioni figurate. Cosi per il tipo dei
guerrieri, come per il particolare degli scudi muniti
di piume, non mancano le analogie (13). Ma con le Si-
rene, al di sopra dei manichi, torniamo a un tipo
orientale di figurazione molto diffuso ; talvolta si in-
contra in composizioni araldiche, ma spesso anche iso-
latamente.

(') Cfr. Sieveking-Hackl, Vasensammlung zu Mùnchen, I,
fig. 159 a p. 132; flg. 160 a pag. 132; tav. 34, n. 928 e
fig. 169 a p. 136.

(2) Si veggano tra i vasi di Monaco (Sieveking-Hackl, op.
cit.): anfora (n. 857, tav. 35: sul ventre); hydria (n. 898 a,
tav. 39: su tutta la metà superiore del vaso); hydria fn. 901,
tav. 40: sulla spalla); coppa ad alto piede (n. 946, tav. 41).

(3) Anfora (n. 846, tav. 36: sulla spalla); anfora o hydria
a due manichi (n. 895, tav. 39: sulla pancia).

(4) Anfora n. 836, fig. 98.

(5) Anfora n. 871, fig. 130; anfora n. 851, tav. 37; hydria
n. 896, tav. 39; hydria n. 898, tav. 39; stamnos n. 909,'fig. 145;
oinochoe n. 927, tav. 34 e fig. 168.

(«) Stamnos n. 910 fig. 146.

(') Stamnos o hydria a due manichi n. 911, fig. 147.
C) Anfora n. 842, fig. 116.

(9) La stessa anfora, fig. 118.

(10) Anfora nn. 878, 880, 881, tav. 38, e il manico della
coppa n. 955, tav. 42.

(u) Sileni danzanti: anfora n. 840; fig. 110; anfora n. 841,
figg. 112 e 114; anfora n. 814 tav. 36. Sileni in corsa dietro
una donna: anfora n. 898, tav. 39.

(12) Stamn os n. 912, tav. 40; oinochoe n 930, tav. 40;
brocchetta n. 935, tav. 40.

(13) Anfora n. 853, figg. 122 e 123; anfora n. 854, tav. 37.
 
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