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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ducati, Pericle: La sedia Corsini
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0219

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La sedia Corsini

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tavia a modelli, a schemi compositivi propri della
Etruria centrale e, indirettamente, anche del mondo
ellenico; basta infatti por inente alla zona ultima
con animali, in prevalenza alati, e alla scena nella
terza zona del cacciatore di lepre (>), che è uno dei
motivi correnti nella ceramica detta proto-corinzia (2).
Ed una riprova eloquente è ciò che di analogo è
esibito nella sedia Corsini, la quale, senza dubbio,
si riallaccia a modelli anteriori arcaici della Etruria
centrale.

Osservo poi come la situla portata dai due per-
sonaggi abbia proporzioni grandiose, mentre una pic-
cola situla a mauico girevole, proporzionata a quelle
che si sono rinvenute nelle necropoli villanoviane di
Bologna (:ì), è impugnata dal penultimo personaggio
della processione. Ora un situlone di tali proporzioni
richiama, a mio avviso, un situlone assai noto da
Chiusi della tomba a camera della Pania (4) ; si sa
che questo sibilane racchiudeva un vaso bronzeo che,
a sua volta serviva di recipiente per le ceneri del
defunto, e però nasce spontanea, a mio avviso, la idea
che ad uu prototipo di corteo funebre dell' Etruria
centrale e precisamente dell'agro chiusino, col trasporto
dei resti del defunto dentro una grande situla, possa
risalire la scena esibita dal monumento felsineo.

Tale ipotesi è, a mio avviso, suffragata dalla con-
siderazione che questa tomba della Pania ha dato la

O Scena analoga è pure nella zona seconda della situla
di Welzelach.

(2) Cito la oinoehoe Chigi ora al Museo Nazionale di Villa
Giulia a Roma (Antike Denkmàler, II, tavv. 44 e 45; si veda
ora la recente pubblicazione del Cultrera in Ausonia, Vili,
pag. 104 e segg.).

(3) Sono elencate presso Ghirardini, Muti, ecc., II, pag. 170
.e segg. II Grenier (op. cit., pag. 404) riconosce invece in questa

situla il tipo di recipiente dell'epoca etrusca di bronzo fuso
(si veda ivi flg. 112).

(4) Il materiale della tomba della Pania, scoperta nel 1874,
è edito da Helbig in Ann. dell'Inst., 1877, tav. U e V, pag. 397
e segg. e Mon. dell'Inst., X, tav. XXXIX, a; ivi alla fig. 4 è
pubblicata la grande situla; si veda per essa Ghirardini, Monu-
menti ecc., II, pp. 169 e 207, fig. 7. Si cfr., per la medesima
tomba, Milani, // R. Muteo ecc., I, pag. 234 e seg. (sec. Vili,
data troppo alta). Secondo il Ghirardini, questo situlone di
Chiusi appartiene al periodo tra la seconda metà del sec. VII
e la prima del sec. VI. Da scavi del 1912 è uscito un grande
situlone da San Polo di Enza (Reggio) che rammenta quello
chiusino ; esso è tuttora inedito ed è nei magazzeni del Museo
di Bologna. Altro situlone è nel Museo Civico di Modena e
proviene dalla necropoli etrusca della Galassina.

celebre pisside eburnea (') in cui, e per la decora-
zione a scene zonali e per le figure di guerrieri e per
le forme di mostri feroci, possiamo, anzi dobbiamo
riconoscere uno dei prototipi, ai quali, forse attraverso
altri prodotti, si saranno inspirati i modesti calcheuti
della valle padana (2). Così, seguendo il Grenier (3),
il quale accenna anche alla suddetta pisside della
Pania, potremmo citare i frammenti di altra pisside
d'avorio chiusina, tuttora inedita (4), in cui sono figure
femminili vestite come quelle della situla bolognese
e dei bronzi di Welzelach e di Nesazio, e di con-
seguenza come la donna della sedia Corsini, e recanti
anch'esse accessori pel sacrifizio; potremmo inoltre
citare la situla di argento dorato, pure chiusina (5),
con scena di sacrifizio, in cui appariscono, tra le altre
figure, quelle di canefore, di opliti e di cavalieri che
rammentano le analoghe figure del monumento felsineo.

Mi pare adunque che la esegesi della seconda
zona della situla della Certosa, proposta dal Brizio,
sia verosimile e, ammesso perciò il carattere funebre
della processione rappresentata, dopo lunga digressione,,
ritornando alla scena analoga della sedia Corsiui, sono
di avviso di riconoscere anche qui una allusione fu-

(') Man. dell"lnst., X, tav. XXXIX, a ; Martha, op. cit.,
fig. 205; BOhlau, Aus jonischen und italischen Nekropolen,
a pag. 119; Graeven, Antike Schnilzereien, pag. 9, tav. I;
Montelius, op. cit., II, tav. 225, 7 a-c ; Stndniczka, Jahrbuch
des Instituts, 1903, pag. 19 e segg.; Nachod, op. cit., n. 2,
pag. 41; Milani, Il R. Museo ecc., tav. LXXXI, 3, Reinach S.,
Répertoire de reliefs, III, pag. 23, 1. Il Milani ed il Nachod
hanno sostenuto la etruschicità di questa pisside; tale carat-
tere etrusco è sostenuto di recente anche dal Poulsen (op. cit.,
pag. 132 e seg.).

(2) Op. cit., pag. 392 e segg.

(:l) Milani, // R. Museo ecc., pag. 235; secondo il Milani
sarebbe opera greca, forse milesia o caria; ma su tale attri-
buzione ho dei dubbi.

(4) Inghirami, Monumenti etruschi, III, tavv. 19 e 20; Mon-
telius, op. cit., II, tav. 227, 26, a, h; Milani, // R. Museo ecc.,
pag. 130 e tav. XIX; si cfr. Grenier, op. cit., pag. 392 e seg.
e Poulsen, op. cit., pag. 117, il quale osserva come sia difficile
giudicare se questa situla sia fenicia piuttosto che etrusca;
sulla sua etruschicità si esprime in modo esplicito il Milani.

(5) A tal proposito si veda anche Poulsen (op. cit. pag. 133)
il quale osserva come in una seconda pisside eburnea di Chiusi
(al Louvre, Monuments et Mémoires Piol, IX, 1902, tav. 1)
vi è il motivo, così frequente nei bronzi laminati e figurati
del settentrione, della figura leonina azzannante una gamba
umana. Del resto convincenti raffronti tra le figurazioni fito-
morfe e zoomorfe delle situle atestine ed alpine e la pisside
della Pania erano già stati espressi dal Ghirardini, in Mon.
d. Lincei, X, 1901, pag. 172 e segg.
 
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