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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ducati, Pericle: La sedia Corsini
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0227

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445

LA SEDIA CORSINI

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Monotona è la composizione di queste figure ; gli
imberbi guerrieri, tanto quelli a cavallo quanto quelli
a piedi, hanno assoluta uniformità di schema.

Ciascun pedone indossa la tunica che giunge sino
a metà coscia; in capo è l'elmo a calotta con tesa e
con bottone terminale; alla cintura, al fianco sinistro
è la spada, la destra si appoggia sulla lancia, la si-
nistra imbraccia lo scudo ovale che. diagonalmente
disposto, ricopre il petto. I cavalieri pure hanno la
tunica, la spada, l'elmo e lo scudo eguali, e lo scudo
è pure diagonalmente imbracciato. L'umbone dello
scudo è a forma di fuso con aletto laterali.

Monotonia consimile di composizione hanno anche
le file di guerrieri che sono esibite dai soliti bronzi
laminati: menziono il frammento di San Marein, la
zona superiore della situla della Certosa, l'umbone
di scudo del Museo di Forlì ove si ha, per così
dire, un excerptum di consimili composizioni, i guer-
rieri della seconda zona della situla Arnoaldi, quelli
del recenziore fodero di spada di Hallstatt.

E, in tal caso, possiamo risalire ancora più in su
e citare i guerrieri della pisside della Pania, un uovo
di struzzo della grotta d'Iside di Vulci (2) e la situla
di argento dorato da Chiusi del Museo di Firenze (:!).

Nelle schiere belliche di tutti questi monumenti,
pur così staccati per tempo e per spazio, ma uniti
da unico filo conduttore, si notano differenze per ciò
che concerne l'equipaggiamento guerresco: le figure
della sedia Corsini, in confronto di quelle di tutti i
bronzi laminati, ma in grado minore rispetto al più
recente fodero di spada di Hallstatt, appalesano
scioltezza di forma, disinvoltura di movimento e ben
poco ci si può ancora riconoscere del primitivo schema,
retaggio dell'arte geometrica, del guerriero ricoperto
per gran parte dello scudo.e procedente a sinistra (4).
Ed i cavalli hanno assunto uno schema assai meno
rigido di quello del solito quadrupede con tutte le
zampe poggiate a terra, perchè, conformemente a quel

(») Santarelli, in Not. d. Se, 1887, tav. I, 7-9; Montelius,
op. cit., I, tav. 113, 1.

(2) Perrot e Chipiez, op. cit. Ili, fig. 620; Montelius, op.
cit., II, tav. 265, 1; si cfr. Nachod, op. cit., pag. 28 e segg.,
n. 18 e Poulsen, op. cit., pag. 131 e seg.

(3) Per le rappresentazioni di schiere di guerrieri si veda
Grenier, op. cit., pag. 391 e seg.

(4) Moti. d. Lincei, XX, 1911, pag. (156 e seg.

die appare, per esempio, nella notissima buse di
Briasside del Museo di Atene (*) ed anche in stele
felsinee (2), già una zampa anteriore è sollevata. Ma,
come nella composizione, così anche nella espressione
delle singole figure si manifesta la inabilità dello
scalpellatore della sedia: i cavalieri, specialmente il
secondo, come anche il cavaliere della zona dei giuochi,
inforca il cavallo in modo che le sue gambe appa-
riscono lunghissime, cortissimo il torso.

Nella sedia Corsini i guerrieri imbracciano un
tipo di scudo che, pur essendo in uso in età ante-
riore ed arcaica, solo in età piuttosto tarda, dal se-
colo IV in poi, viene largamente, prevalentemente
usato; gli stessi guerrieri hanno sul capo un tipo di
elmo che appare solo a partire dal medesimo IV se-
colo. Appunto in ragione dell'equipaggiamento spe-
ciale di questi guerrieri, di recente il Paribeni ha
riconosciuto in essi dei Galli, e questo sulla base di
confronto con statuine bronzee, che indubbiamente
rappresentano guerrieri celtici (3).

A non ammettere tale identificazione dovrebbe
essere sufficiente il constatare che la spada, nei guer-
rieri della sedia Corsini, è appesa al fianco sinistro
e non al destro, come nelle figurine del già Museo
Kircheriano e come ci viene testificato pei Galli (così
osserva il Paribeni) da Diodoro Siculo (V, 30, 2) (4).

Il Paribeni ha raccolto accuratamente larghe te-
stimonianze riguardo ai suddetti tipi di scudo e di
elmo; ma da queste testimonianze non si deduce
come necessaria conseguenza che armi di tal fatta
debbano, al tempo della loro massima diffusione, essere
ascritte essenzialmente ai Galli ; piuttosto devesi am-
mettere che questi tipi di armi furono in uso special-
mente quando le schiere galliche infestavano la peni-
sola italiana.

(') Bull, de corr. hell, XVI, 1892, tavv. Ili e VII; 'Etpt].
pegis àQ/atoXoyixtj, 1893, tavv. 6 e 7; Collignon, Histoire de
la sculpture grecque, II, fig. 156; Svoronos, Das Athener Na-
tional-Museum, tavv. 26-27; Reinacli S., Réperloire de reliefs,
II, pag. 102.

(2) Si veda, per es., Moti. d. Lincei, TX., 1911, pag. 677,
fig. 80, n. 49 (Arnoaldi, 390-360).

(3) Ausonia, II, 1908, pag. 279 e segg. ; le statuine sono
tre. due del già Museo Kircheriano (figg. 2 e 3), la terza, da
'Paiamone, del Museo di Firenze (fig. 1).

(') Cito, per esempio, anche una figurina bionzea della
stipe Baratela (Not. d. Se. 1888, tav. VIII, 11; Montelius,
op. cit., I, tav. 61, 4).
 
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