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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ducati, Pericle: La sedia Corsini
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0230

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451

LA SKDIA CORSINI

452

Galli non sono rappresentati su laminette della stipe
Baratela di Este (*), ed uno Scita, non un Gallo, con
scudo ovale è esibito da un tipo di terracotta da
Kertsch (2). E, infine, accanto agli scudetti votivi
oblunghi di Ancarano, di Talamone. di Este, di Gu-
rina riconnessi più o meno giustamente dal Paribeni
coi Galli, sono gli scudetti, pure votivi, di terracotta
policromi di Eretria che, certamente, nulla hanno
a che fare con le popolazioni celtiche.

Ben poco si ha da aggiungere al copioso elenco,
addotto dal Paribeni. di esemplari di elmi a calotta
a punta con tesa, tra i quali esclusivamente ci inte-
ressano quelli privi delle guanciere. Logica è la discen-
denza, notata dal Paribeni, di questo tipo di elmo
dalle calotte emisferiche o di bronzo o di terracotta
in uso nelle vetuste necropoli di Tarquini e di Vetu
Ionia (4), e però viene comprovato, anche per questo
pezzo di armatura esibito dalla sedia Corsini, l'ori-

Givico di Bologna, Collezioni Palagi ed Universitaria, ti. 410,
fig. 68. Per il genere di questi vasi volterrani si veda da ul-
timo Albizzati, in Rdm. Miti., XXX, 1915, pag. 154 e segg.;
forse è un po' alta la sua datazione (350-300, v. pag. 159);
di capitale importanza, a.tal proposito, mi pare il rinvenimento
della tomba a camera di Monteriggioni, a cui appartiene la
kelebe della nota precedente (Milani, Not. d. Se, 1894, pag. 51
e seg.; Il R. Museo ecc., pag. 284. e seg.) per la presenza di
monete volterrane, romane e greche, tra le quali sono due ma-
gnifici dupondi volterrani (Haeberlin, Aes grave, I, pag. 245 e
seg., tav. 83, 3 e 4). Esprimo il voto elio tutto il materiale
ricchissimo della tomba di Monteriggioni possa essere, come
era desiderio del compianto Milani, pubblicato integralmente;
si avvantaggerebbe di assai la conoscenza della cronologia di
vari generi di arte etnisca della decadenza: delle urne figu-
rate, della ceramica dipinta, degli specchi figurati, della ore-
ficeria e della metallotecnica.

f1) Ghirardini, in Not. d. Se, 1888, tav. X, 5. 6, 8; XI.
2, 6; Montelius, op. cit., I, tav. 60, 5,6,8. Per la esclusione
dei Galli dal Veneto si veda G. De Sanctis, Storia dei Ro-
mani, II. pag 161.

(2) AntiquUés du Bosphore cimmérien, tav. LXIV, 3;
Winter, op. cit., II, pag. 384, 1 ; Minns, Scythians and Greeks,
fig. 10.

(3) Athenische Mitteilungen, XXVI, 1901, pag. 361, fig. 9
e tav. XV (Vollmoller).

(4) Si veda Ausonia citata, pag. 284, fig. 6 (esemplare
bronzeo di Corneto). All'elenco del Paribeni aggiungerei, per
esempio, l'elmo in ferro da Varenna (lago di Como) del Museo
di Como (Garovaglio, Rivista Archeologica della Provincia
di Como, 1891, tav. I, 9, pag. 8; Montelius, op. cit., I, tav. 64, 2)
che, tipologicamente, mi sembra rappresentare uno stadio di
transizione da questi esemplari assai vetusti. Un elmo a calotta,
con paranuca e guanciere, proveniente da Todi ed esposto nel
Museo di Villa Giulia è stato edito recentemente dal Bendi-
nelli(A/ow. dei Lincei, XXVII, 1916, pag. 654, fig. 34: sec. III).

gine etrusco-italica. Tale origine già era stata ammessa
dal Brizio illustrando diciassette esemplari del sepol-
creto gallico di Montefortino nelle Marche e racco-
gliendo egli pure larga messe di testimonianze in pro-
posito ('). Più di recente, di tale tipo di elmo fece
cenno G. Kòrte per l'esemplare rinvenuto nella tomba
dei Volumni (3), risalente alla fine del sec. IV; ma
non convince la sua attribuzione alla Grecia di tale
tipo di elmo, espressa in base a due vasi polignotei
da lui citati (3). Invece, su di un altro vaso polignoteo,
su di un'anfora a volute bolognese con Iliupursis ('),
un Teseide ha un elmo di tipo consimile, ma non
eguale, essendo la calotta rigorosamente semisferica,
basso il bottone, uniforme tutt'attorno la tesa.

È solo nel secolo IV che appare la compiuta evo-
luzione di tale tipo di elmo; invero i due cavalieri
della prima zona della situla della Certosa portano
un elmo a calotta con tesa, ma senza bottone ; nei
guerrieri della seconda zona della situla Arnoaldi la
forma dell'elmo è più schiacciata. Nel periodo gallico
è invece, come ha osservato il Paribeni, la massima
diffusione dell'elmo a calotta e a bottone; il confronto
a tal uopo più opportuno e stringente ci è dato, pure
per l'elmo, dall'imberbe guerriero poggiato alla lancia
nella già citata stele di Castiglioncello.

*

La caccia (tav. VII-VIII). — La inferiorità arti-
stica del decoratore della sedia Corsini si manifesta
in special modo nella zona seconda del dorsale; ivi,
invece di svolgere adeguatamente, con abbondanza di
personaggi e ricchezza di motivi; il tema della caccia
ad un cignale, egli ha espresso con monotonia e con

f1) Mon. d. Lincei, IX, 1899, pag. 748 e segg. Non ho
potuto consultare l'opera di L. Coutil, Les casques prolo-
étrusques, étrusques et gaulois, Gand, 1914.

(2) Kiirte. Das Volumniergrah bei Perugia in Abhandlun-
gen der k. Gesellschaft der ÌVissenschaften zu Gottingen, XII,
1909, pp. 21 e 29; l'elmo è edito in Conotabile, Dei monu-
menti di Perugia etrusca e romana, tav. XIV, 4, pag. 51.

(:1) Il cratere detto degli Argonauti (Furtwanglèr e Reich-
hold, op. cit, tav. 108) e l'anfora di Ruvo con amazzonomachia
(ivi, tavv. 26-28); ma mi pare che ivi si tratti non di elmi, ma
di cappelli.

(4) Mon. deWInst., XI, tav. XV; Pellegrini, Catalogo dei
vasi greci dipinti delle necropoli felsinee, n. 268. Si veda
anche l'elmo di Pilade sulla magnifica kelebe con la uccisione
di Rgisto (Pellegrini, op. cit., n. 230).
 
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