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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0293

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577

LA CAVERNA DI LATRÒNICO ECC.

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Questi strumenti si debbono considerare varietà
di scalpelli con manico di legno, tenendo presenti le
osservazioni di John Evans e del Wilde, che cioè gli
scalpelli si adoperarono, come oggi, non solo col mar-
tello, ma anche a mano soltanto per dividere o ta-
gliare mediante la pressione, donde la necessità di un
manico, e quindi di sporgenze o spine di arresto (1).

Le forme a denti presentano due sporgenze late-
rali poco prominenti : la linea dei margini si con-
giunge ad essi, superiormente e inferiormente, con
curva graduata.

Tale l'esemplare del Museo di Cagliari, di loca-
lità ignota, pubblicato dal Pinza (2) che trova il
miglior riscontro in qualche esemplare della Germa-
nia (3) ed anche della Francia e dell'Irlanda (4), che
appunto l'Evans J. e il Wilde classificano tra i celts
o scalpelli à sailles notando che le emergenze late-
rali son formate dal graduale allargarsi della lama
che si restringe in seguito con simile curva, per allar-
garsi di nuovo al tagliente. Qualcuno di questi esem-
plari alla linea che unisce i due denti presenta un
ingrossamento o cresta trasversale per meglio fermare
il manico.

Le forme a spine sono caratterizzate dai margini
diritti, dai quali sorgono le spine laterali ben distinte.
È però da avvertire che le spine si aggiunsero, in
epoca avanzata, a scalpelli od accette di tipo diverso,
a codolo, a scanalature, a cannone.

Costituiscono un gruppo i due esemplari di Monte
Rovello (Allumiere) pubblicati dal Colini (5) identici
a un esemplare del Senese (6), a quello Sardo di
Abini (7), e a taluno di Francia e d'Irlanda (8).

A questa foggia appartiene anche quello di una
forma da fondere di Hissarlick, che proviene da strati

altri con accenno di mammelle, e quindi a quelli meglio indi-
viduati. Anche certe asce della Cappadoccia, rappresentate dal
Cliantre nella sua opera citata dalle figure 58, 59, sono da lui
raffrontate con idoli arcaici, di terra, di Cipro.
(') Evans J., Age du bronze, pag. 180.

(2) Pinza, loc. cit, tav. XVII, fig. 16.

(3) Verhandl. d. Berliner Gesellschaft, 1894, pag. 102,
fig. 3.

(4) Evans J., loc. cit., pp. 73, 74, fig. 45.

(*) Colini, B.P.I., XXXV, 1909, tav. IX, fig. 7; XXXVI,
1910, fig. 59.

(«) Colini, loc. cit., XXXVI, 1910, fig. 60.

(7) Pinza, loc. cit., fig. 90, c. 156.

(8) Evans J., loc. cit., pag. 80, figg. 190, 197.

Monumenti Antichi — Yol. XXIV.

non molto antichi, posteriori, a quanto' sembra, ai
micenei, che fu citato tra gli scalpelli a spalla (1).
A questa foggia indubbiamente si stringe il così detto
tipo di Hallstatt. rinvenuto anche nel Tirolo, che è
però di ferro (2).

Diversi dai due gruppi ora detti son certamente
gli scalpelli che dirò a spalla: così i sopra ricor-
dati esemplari siciliani che sono identici a due di
Manduria in prov. di Lecce, conservati nel Museo di
Taranto pubblicati dal Montelius, dal Quagliati e dallo
Jatta (3). Anche questi esemplari hanno il codolo
rettangolare, meno lungo relativamente che nei due
della Pertosa. Gli stessi sono i caratteri dei due sardi
dati dal Pinza, l'uno di un nuraghe della Nurra,
l'altro di S. Andrea di Frius, ai quali è da aggiun-
gere un esemplare del Museo di Cagliari, grande
quanto taluno della Cappadocia, pubblicato dal Crespi,
ed un altro ancora del territorio di Ozieri, pubblicato
dallo Spano (4) che erano stati ricordati dall'Orsi.

Nel Museo Preistorico di Roma se ne conserva
uno della provincia di Granata, in Spagna, t'he è
identico a quelli di Lecce (5).

Oltre i due della Pertosa, ne aggiungo un altro
che proviene da Accettura e si conserva nel Museo
di Potenza, che riproduce esattamente la forma di
quello qui figurato. È rappresentato dalla fig. 59.

Esso ha il taglio un po' logoro. Qualche altro deve
trovarsi tra le accette piatte conservate a Noepoli
dalla vedova del dottor Vitelli, poiché qualcuna fu
avvicinata agli esemplari leccesi, predetti, ma non ho

0) DOrpfeld und GOtze, Troja und Ilion, pag. 405,
fig. 406. — Si avverta inoltre che la fig. 646 (e 647) in
Schliemann, Ilios, citata da Pinza, loc. cit., col. 169, è quella
di una forma da fondere che reca, tra gli altri oggetti, la
matrice per la grande ascia di combattimento, a margini
diritti, come sono, in generale, le numerose asce piatte di
Hissarlik, alle quali, dietro una citazione dello Chantre, si
erano ravvicinate, da qualche autore le forme a spalla, diverse,
della Cappadocia.

(8) Sacken, Das Grabfeld von Hallstatt, tav. VII, fig. 16.
— Osborne, Das Beil, pag. 40, tav. IX, fig. 4.

(3) Montelius, Die Chronologie der altesteten Bronzezeit
in Nord-Deutschland, pag. 139, figg. 473, 474. — Jatta, loc.
cit., pag. 251, fig. 174. - Quagliati, B.P.J., 1903, tav. Vili, 2,13.

(4) Per quelli della Nurra e di S. Andrea di Frius, vedi
Pinza, loc. cit., figg. 83 e 98; per l'es. del Mus. di Cagliari,
Crespi, Museo di antichità di Cagliari, tav. II, fig. 11; per
Ozieri, Spano, Scoperte archeolog. fatte in Sardegna nel 1873,
pag. 25, fig. 8.

(«) Sala XL1II, scaff. n. 7.

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