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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0311

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613

LA CAVERNA DI LATRÒNICO ECC.

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quelli contenenti accette a margini rialzati di Savi-
gnano sul Panaro (Modena), di Baragalla di S. Pel-
legrino (Reggio Emilia), i quali son quasi tutti in
territorio terramaricolo. Quindi essi furon diffusi dalle
genti di stirpe palafìtto-terramaricola, o dai loro im-
mediati discendenti, quando ebbero raggiunta la mag-
gior ricchezza e potenza

L'indagine paletnologia è via via venuta confer-
mando la derivazione della suppellettile della prima
età del ferro da quella dei terramaricoli, tanto che
ormai l'idra etnisca sembra dalle più recenti ricerche
respinta alle ultime trincere del suo linguaggio mi-
sterioso. Ma non fu nè potè essere soltanto trapasso

(') Pigorini, B.P.I., XI, 1885, pag. 89; XVIII, 1892.
pag. 109; XXI, 1895, pag. 37. — Colini, 15.P. I., XXIX, 1903,
pag. 64; XXXVI, 1910, pag, 118. - Pellegrini, B.P.h,
XXXVII. 1911, pag. 26. - Patroni, loc. cit„ XXXVIII, 1912,
pag. 90.

Secondo gli importanti studi del Colini, spettano alla tran-
sizione tra il bronzi. « il ferro le necropoli di cremati di Bis-
sone (Pavia', S Fermo (Como), Fontanella Mantovana, di Bis-
mantova (Reggio Emilia); di Allumiere e Tolfa (Civitavecchia)
parte di quella di Bisenzio e dei colli Laziali, il sepolcreto di
Timmari nel Materano, la necropoli del Pianello in provincia
di Ancona. A queste bisogna aggiungere quella interessantis-
sima di Angarano presso Bassano, la quale, segnalata dall'Orsi
nel 1891, si era poi dimenticata dai paletnologi. Essa contiene
materiale di successive fasi: notevoli gli spilloni di tipo ter-
ramaricolo, il rasoio monotagliente, la ricca serie delle fibule
tra cui quella a spillo incurvato propria degli strati italici
dell'Italia centrale, gli ossuari che talora s'accostano a quelli
di Timmari. Già l'Orsi aveva riconosciuto che non ostante la
vicinanza al grande centro veneto-illirico di Este, scarsi ne
erano i rapporti con cotesto gruppo di antichità, come scarsi
erano col gruppo villanoviano, mentre piuttosto si accostava
a quelle arcaiche necropoli del Veneto occidentale e della
Lombardia, spettanti alle popolazioni uscite dalle palafitte e
dalle stazioni analoghe alle terramare. — Orsi, Not. d. scavi,
1894. — Gerola, Bassano, Istituto di Arti grafiche, Bergamo.

Al detto periodo si riferiscono i ripostigli di Montenotte
nella valle della Bormida, Cermenate in prov. di Como, Casa-
leechio in prov. di Rimihi, Pioraco in prov. di Macerata, Li-
mone in prov. di Livorno, delle Coste del Marano in prov. di
Civitavecchia.

Uno dei ripostigli più antichi è quello delle Coste del
Marano, che Contiene forme pure o poco modificate dell'età
del bronzo che « con alcuni gruppi di oggetti delle palafitte del
(iarda, con gli strati superiori di alcune terramare lombarde
ed emiliane, e di quella dello scoglio del Tonno, con le tombe
di Timmari, rappresenta la civiltà del bronzo quando, toccato
il massimo sviluppo, comincia a trasformarsi » (B. P. I., XXXVI,
1910, pag. 118). Meno antichi, che « nnn si addentrano però
molto nel ferro » son quelli di Piediluco, Casalecchio, Pioraco,
Goluzzo, Montenero, S. Martino, Monte Rovello. Il sistema
ornamentale rappresentato alle coste del Marano, raggiunge
in questo secondo gruppo, il maggior sviluppo (B. P. I., XXXVI,
1910, pag. 118).

0 persistenza di foggie industriali, sì bene, anche, in
gran parte, eredità spirituale, del che si hanno indu-
bitabili prove, che insieme si legano e a vicenda si
illuminano.

Sotto questo aspetto uno speciale significato acqui-
sta la stipe sacra alle acque della Pertosa, nel cui
materiale vediamo parecchi di quegli oggetti come
coltelli monotaglienti, rotelle di bronzo o di corno,
spilloni, rasoi, ed altri, con elementi propri delle
terramare orientali, che si assunsero a provare la di-
scesa da cotesto gruppo degli strati paleoitalici, in
cui essi perdurano. E l'osservazione del Pigorini sulla
costruzione di legno per sostenere le condutture di
acqua a Saint-Moritz, affatto identica a quella delle
terramare emiliane e delle palafitte dell'età del bronzo
della Bosnia, non solo legava ai palafìtto-terramaricoli
l'uso delle acque salutari praticato alla Panighina,
ma ci mostrava lo stesso culto seguito da genti della
stessa stirpe in una età più avanzata. Invero, gli og-
getti ritualmente sepolti sotto le costruzioni di legno
della Mauritius Quelle a St. Moritz, spettano al se-
condo periodo nordico del bronzo, corrispondente al
nostro primo periodo del ferro.

Le necropoli del periodo di transizione, quella
specialmente del Pianello di Frasassi che, aperta nel-
l'età del bronzo morente, vide, con l'esclusivo rito
dell'ustione, l'alba del ferro, le stipi sacre e le favisse
che continuarono ad accumulare, al principio del ferro,

1 minuscoli vasetti d'origine terramaricola, son certo
vincoli ideali fra le due età (x). Per tal riguardo, con-

(') Tra le stipi votive alle acque, che in parte almeno ri-
salgono alle età preistoriche, contengono larghissima copia dei
caratteristici minuscoli vasetti rozzi, quelle euganee, il cui
materiale ho potuto vedere nei magazzini del Museo di Este.
E famosa quella delle acque di Vicarello (Marchi. La stipe tri-
butala alle divinità delle Acque Apollinari, 1852 con tav.).

Non abbiamo, invece» modo di legare al periodo di tra-
passo dal bronzo al ferro, mediante il materiale archeologico
il culto alle acque solfuree, abitate dai Paliki, nella regione
tra Mineo e Patagonia in Sicilia, nè quello, pur prestato alle
acque a Lilibeo. Per il Santuario di Bagno dell'Acqua, presso
il Capo Spadillo nell'isola di Pantelleria il culto, secondo
l'Orsi risale al secolo VII a. C. La famosissima colonna bronzea
votiva di Pauli Gerrei, con iscrizione trilingue, che si trovò
tra i ruderi di un tempio a struttura megalitica, e presso un
pozzo che per la costruzione può far credere sia l'avanzo- di
uno di quei templi a pozzo sardi, ormai ben noti, induce il
l'ettazzoni a ritenere che in Sardegna la religione di Aescu-
lapius, Asklepios, Esmum, continui, talora nelle stesse sedi
 
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