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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ghirardini, Gherardo: Gli scavi del Palazzo di Teodorico a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0416

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823

GI,I SCAVI DEL PALAZZO DI TEODORICO A RAVENNA

824

Il primo musaico del portico A, steso col suo
strato d'impasto quasi immediatamente sul precedente,
guasto e andato a male anch'esso, a 5 cm. sul livello
del mare, nel quale artificiosi sistemi di motivi geo-
metrici sostituirono le sottoposte scene figurate, è certo
da ricondurre ad un ultimo ristauro dell'edificio, ese-
guito forse nel periodo bizantino, nel quale è noto che
il palazzo teodoriciano servì a sede degli esarchi (1).

Se rivolgiamo ora lo sguardo al corpo di fabbriche
del sud adiacenti al portico (ambienti B-H), non du-
riamo fatica a riconoscere in esso egualmente, se non
dappertutto quattro, tre successive trasformazioni dal
livello di 53 cm. sotto al comune marino, ove era
l'avanzo di pavimentimi sedile, al più recente, a
14 cm. sopra, con musaici geometrici simili a quelli
del superiore livello del corridoio. In alcuni degli
ambienti è poi avvenuta, come vedemmo sopra, una
più radicale trasformazione, in quanto più stanze
{d, d„ d,„) antiche furono unificate in una sala unica
(la sala D). Le suspensurae su cui s'innalzarono i
superiori pavimenti di taluni locali, oltre ai fram-
menti di tubature fittili penetranti lungo i muri,
dimostrano che questa parte del fabbricato venne,
almeno ne' più tardi tempi, adibita a uso di bagni.

Non intendo tuttavia alludere ad un vero e proprio
stabilimento di pubbliche terme ; ma a private balineae
quali non dovevano mai mancare nelle dimore dei
ricchi e in ispecie nelle imperiali. È del resto debito
nostro dichiarare che questo aggregato delle fabbriche
adiacenti al braccio meridionale del quadriportico, nel
quale siamo inclinati a riconoscere l'appartamento
privato del principe, corredato di bagni, non essen-
dosi potuto scoprire che parzialmente — è rimasta
infatti inesplorata la parte che doveva estendersi ad
ovest ed anche a sud — e presentando particolarità
così varie di costruzione, moltiplicità di livelli, irre-

della passione dei giuochi del circo nell'età bizantina ripro-
duce alcuni dei più caratteristici monumenti; per es. pag. 440,
flg. 147 la nota base dell'obelisco di Teodosio a Costantino-
poli (cf. Reinach, Répertoire de Reliefs, I, pp. 112, 113)
pag. 458, flg. 153 il musaico di Gafsa: scene circensi cogli
spettatori fra gli intercolonni; pag. 453, figg. 150,151 il dit-
tico del console Areobindo dell'a. 506 e il dittico anonimo del
VI sec. nell'Ermitage di Pietrogrado : lotte gladiatorie, nel
primo con gli spettatori. Dalton, Byzantine Art and Archaeo-
logy, pag. 143, flg. 82: rilievo del Museo di Berlino: corse di
quadrighe.

(l) Vedi più avanti, col. 836, nota l.

golarità e rimutamenti di piante, non può nella pre-
sente esposizione essere analizzato, determinato, lu-
meggiato in ogni suo aspetto. Conviene, per discutere
bene tutti i problemi cui esso offre materia, aver sot-
tocchio le quattro piante speciali stratigrafiche e le
sezioni relative, già disegnate dal prof. Azzaroni e
che saranno sottoposte a singole analisi nella speciale
illustrazione architettonica che sarà a suo tempo resa
di pubblica ragione.

Più importante e anche più distintamente chiaro
nel suo svolgimento costruttivo è il corpo nord, in cui
abbiamo ravvisato l'appartamento regale del palazzo.

Qui è evidente come si è formato il salone Z,
che possiamo chiamare tablinum od aula regia : nome
onde il Bianchini designava la maggior sala del
palazzo di Domiziano sul Palatino. Ci apparve nel
terzo strato alla profondità di cm. 48 sotto il li-
vello del mare una sala minore che finiva con una
piccola abside a metà circa del salone maggiore ed
aveva un accesso sontuoso ornato di due colonne e
ante laterali. Anche il braccio del quadriportico A,„
dinanzi a questa sala L, rispondeva col quarto suo
piano al livello inferiore della detta sala, mentre
un quinto giungeva anche un po' più in basso.

La parte più antica della sala L colle stanze la-
terali M, N, 0, P (sebbene di quest'ultima non si sia
trovato il livello profondo) apparteneva adunque al-
l'originario edificio imperiale de' buoni tempi. In età
più tarda la sala fu raddoppiata e chiusa da un'abside
grandiosa, ebbe un nuovo pavimento marmoreo a di-
segni geometrici che si scoprì a circa il livello del
mare (al quale più tardi sembra se ne sovrapponesse
uno di musaico, del cui piano d'impasto si scoprirono
alcune tracce). In questo salone raddoppiato di area
da quello che era precedentemente, credo si possa
con probabilità riconoscere l'opera de' tempi di Teo-
dorico.

Ma v'ha di più: una seconda sala absidata in-
terna {basilica) fu aggiunta al maggior salone a nord-
est; e finalmente allineata sull'ala orientale del qua-
driportico, rasente alle sale Q, R, fu costrnita ex novo
nella stessa età seriore, cioè, a parer mio, nell'età di
Teodorico una sontuosa aula, S, chiusa da tre lati da
absidi, la quale, come notai sopra, può essere iden-
tificata col triclinium, la sala da pranzo del rinno-
vato ed ampliato palazzo.
 
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