Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

DOI Artikel:
Bendinelli, Goffredo: Tomba con vasi e bronzi del V secolo avanti Cristo: scoperta nella necropoli di Todi
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0456

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
903

TOMBA CON VASI E BRONZI ECC.

904

non presentano decorazione di sorta, nè dentro nè
fuori.

Nella numerosa serie di coppe dipinte sopra enu-
merate è facile riscontrare la presenza di gruppi, i
quali uscirono dalla stessa fabbrica e forse dalla me-
desima mano. Così lo stile uguale con cui sono dise-
gnate le figure nei soli medaglioni delle coppe LXXX-
LXXXV, le affinità dei motivi pittorici, ispirati tutti
alla vita e agli esercizi della palestra, nonché le
costanti dimensioni modeste delle coppe e varie par-
ticolarità tecniche e costruttive, quali la vernice nera
lucente e la forma snella ed elegante per tutte iden-
tica, ci mostra una innegabile stretta parentela di
origine fra le coppe stesse. La qual cosa ci permette
di considerare questo vasellame come un gruppo omo-
geneo, proveniente da una medesima fabbrica.

Una particolare circostanza ci mette in grado di
apprezzare al suo giusto valore l'importanza crono-
logica di questa particolare suppellettile. Il punto
cronologico di riferimento ci è offerto dalla figura
ammantata descritta nella coppa LXXX e sopra in-
terpretata come un tibicine. La moda dei manti così
ricamati nella pittura vascolare attica a figure rosse
si fa coincidere ordinariamente con lo stile fiorito di
Midia, la cui attività artistica sembra risalire non
più indietro del 430-420 a. C. (1). Ond'è che intorno
alla stessa data dovranno collocarsi le coppe descritte
più sopra, le quali costituiranno così l'ultimo termi-
nus post quem del seppellimento.

Altre testimonianze non meno sicure della perti-
nenza di una gran parte, almeno, delle nostre coppe
all'arte attica della fine del V secolo, ci sono offerte
da altri motivi artistici della composizione figurata.
Il tipo dell' uomo seduto, pensoso, con un ginocchio
fra le mani (Kylix LXXIII) ha riscontro, per un'età
così recente, nell'Ares del fregio del Partenone (2).
I grandi Eroti alati volanti, che ricorrono in talune
delle nostre coppe, n. LXXXIX e XCII, sono anche

(l) Solo il grande vaso (deinos) del Museo Britannico ri-
prodotto in F. R., tav. 58, ci offre un esempio simile, con
Amazzoni a vesti ricamate, essendo di poco anteriore a Midia
(440 a. C.?).

(3) Il motivo, però, è quello stesso di Ulisse sotto la
tenda di Achille, nei più antichi vasi a figure nere (De Ridder,
Catal. cit., fig. 24). Motivo che per un'età più recente ri-
scontrasi nel noto cratere degli Argonauti al Louvre, d'influsso
Polignoteo (Furtw.-Reich., tav. 108).

essi un motivo prediletto dello stile fiorito e di ori-
gine non molto anteriore a questo (1).

Il particolare decorativo secondario, poi, delle pal-
mette, che sviluppandosi sotto e allato delle anse,
hanno l'ufficio di dividere una scena dall'altra, ha
pure la sua importanza cronologica. Il sistema di
palmette che ricorre nella massima parte dei casi,
più o meno finemente eseguite, è quello che giusta-
mente si pone al termine del processo di sviluppo
della palmetta, cioè alla fine del V secolo (2).

Tutte le coppe a figure rosse, poi, descritte e illu-
strate di sopra, presentano un'aria comune di famiglia
così spiccata, da indurci non solo a giudicarle contem-
poranee, o poco meno, le une alle altre, ma anche
da ritenerle uscite da una medesima fabbrica od of-
ficina ceramica ateniese, la quale avrebbe goduto
di una larga esportazione nella media valle del Te-
vere. Non sarà quindi inopportuno, dopo il nostro
esame analitico, rilevare i caratteri comuni principali
di codesta produzione artistico-industriale.

Le dette coppe, ad eccezione dell' unica firmata,
arcaica, sono di medie o piccole dimensioni. In un
certo numero di esse il piatto si presenta largamente
spianato al centro. Come le dimensioni delle coppe,
così anche le proporzioni dei quadri e delle figure
dipinte sono modeste, anzi spesso piccole addirittura,
tanto da potersi parlare di una vera pittura minia-
turistica. I soggetti prescelti non sono invero molto
numerosi nè originali, e si ripetono indefinitamente,
senza differenze o variazioni troppo profonde. Uno dei
soggetti più comunemente ripetuti è quello di con-
versazioni generiche, forse anche erotiche nell'inten-
zione dell'artista, tra personaggi virili ammantati
rabdofori. Nessuna azione vera e propria si svolge
dall' unione di due o più di questi personaggi. Se-
guono, abbastanza frequenti, conversazioni tra efebi
e fanciulle, di soggetto erotico, e scene di scuola e
della palestra. Nelle prime vediamo fanciulli in piedi,
davanti al maestro seduto, ed efebi suonanti la cetra

(*) Per il carattere puramente simbolico-psicologico di
questi Eroti nelle coppe descritte, ved. Furtwangler, Eros in
der Vasenmalerei, pag. 55 seg. Altri esemplari di vasi pret-
tamente attici con motivi simili, in Collignon-Couve, Catal.
des vases du Musée Nat. d'Athines, nn. 1565 e 1899 (2° e 8°
periodo dei vasi a f. r.).

(2J Winter, art. cit.
 
Annotationen