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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Il Tempio Nuragico di S. Anastasia in Sardara (Prov. di Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0032

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55

IL TEMPIO NDRAGICO DI S. ANASTASIA ECC.

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rate in una parete rettilinea e non circolare, e perciò
suppongo che il loro ' osto fosse nel pronao ai lati
della porta della scaia, o nelle pareti laterali.

Parimenti al pronao doveva appartenere la rozza
testa taurina in basalto, rinvenuta presso la fronte del
tempio e rappresentata nelle figure 38, 34, 35.

Per quanto rozzamente intagliata nel duro mate-
riale è evidente la rastremazione del muso, con un
solco delle narici, l'impostatura del collo e l'origine
delle corna entrambe spezzate; mancano i segni degli
occhi e della bocca che sono forse obliterati dalle

0,36"................>

Fio. 34. — Testa taurina in basalto, vista di fronte.

scheggiature che danneggiarono qua e là il blocco
scolpito, divelto dal suo posto originario e rotolato
fra le congerie dei massi in rovina.

Le dimensioni di questa rozza testa bovina sono
abbastanza vistose, m. 0,46 di altezza e m. 0,36 di
larghezza tra i due tronconi di corna. La spezzatura
alla nascita del collo non ci dà mezzo di conoscere
se si avesse qui una intera figura taurina o, com'è
più probabile, la sola testa, murata in qualche punto
dell'atrio, forse sopra la porta della scala del pozzo.

Dobbiamo tosto porre accanto questa rozza testa
del tempio di S. Anastasia, a quella del tempio di
S. Vittoria di Serri, la quale però, essendo scolpita
in calcare tenero, è espressa con i tratti più evidenti.
Ma aneli» questa di Sardara mostra la stessa conce-
zione taurina, che io già ritenni, come tuttora ritengo,
non già un semplice elemento decorativo, ma la mani-
festazione di un intimo e profondo concetto religioso

protosardo, la prova cioè di un culto ad una divinità
tauriforme, intimamente connessa con le acque sot-
terranee, massime salutifere, con le forze misteriose
del mondo infernale.

Già nello studio dei materiali offerti dal tempio
di Serri esprimendo V idea che la grande testa
taurina in calcare, data da quel santuario fosse la
imagine di una divinità e non un elemento architet-
tonico od un semplice ricordo di sacrifici compiuti al
tempio, raccolsi le varie testimonianze che, a mio
credere, facevano ritenere che la Sardegna nuragica,
come il precedente periodo eneolitico, avesse cono-
sciuto e praticato il culto ad una divinità concepita
sotto la figura di un toro. Dalle sculture in rilievo

0,3 2.

Fig. 35. — Testa taurina in basalto, vista di fianco.

rinvenute nelle pareti e nei pilastri delle tombe di
Anghelu Ruju e di Sedini, alle numerose figurine o
protomi taurine nei depositi votivi e nelle navicelle
funerarie in bronzo, alla decorazione cornuta degli
elmi nelle statuette di divinità e di guerrieri, dati
nei numerosi depositi nuragici, allo strumento litur-
gico a corna taurine con faccia umana interposta del
deposito di S. Maria di Tergu (2), si può seguire una
serie di rappresentazioni taurine di cui quella di Serri
e questa di Sardara mostrano la più esplicita ed
efficace espressione.

Con questa rude ma espressiva testa taurina in
basalto, del tempio di Sardara, avremmo quindi la
conferma che anche la Sardegna primitiva conobbe

(*) Monumenti antichi dei Lincei, voi. XXIII, pag. 66,
fig. 23.

(2) Ivi, voi. XXIII, pag. 97, fig. 95. Vedi sotto a col. 93,
fig. 105.
 
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