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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Paribeni, Roberto: Necropoli barbarica di Nocera Umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0073
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NECROPOLI BARBARICA DI NOCERA UMBRA

Per molteplici circostanze la relazione sugli im-
portantissimi trovamenti di tombe barbariche avvenuti
nel 1897-1898 a Nocera Umbra non era stata mai
• pubblicata. E la mancata pubblicazione era tanto più
a deplorarsi, in quanto che gli scavi erano stati con-
dotti con ogni rigore scientifico, e la preziosa suppel-
lettile che offre uno dei quadri più completi della
vita e delle industrie dei barbari invasori d'Italia
alla fine dell'evo antico, è tutta raccolta nel Museo
Nazionale Komano. Quando nel 15 ottobre 1915 venne
immaturamente a mancare il prof. Angiolo Pasqui

Scoperta di un sepolcreto barbarico
in contrada « Portone ».

La rocca di Nocera Umbra sul suo punto culmi-
nante, isolata quasi per l'intero giro da balze impra-
ticabili, costituiva in antico tempo una salda difesa
a cavaliere della via Flaminia, che svolgevasi sui
fianchi di essa, e che la toccava in quella sola parte,
per la quale la città uni vasi ad una s£rie di colline
dell'altipiano. Anzi può dirsi, che fosse .una necessità
strategica di appoggiare ad un punto fortificato, quale
era la città di Nocera, la detta via Flaminia, dopo
che questa per lungo percorso si era resa difficile giù
per la valle di Gualdo da una parte, e giù por la
valle del Topino e per ponte Centesimo (x) dall'altra.

I,1) Così detto perchè corrisponde al centesimo miglio da
Roma, non altrimenti che sotto Orvieto, in vicinanza di Ponte
Giulio sul Paglia viene anche oggi indicato il centesimo miglio
della Cassia col nome di Centeno. Avanzi di ponti, di trincee,

che aveva diretto quelle esplorazioni, la famiglia
di lui, aderendo alla preghiera dell'on. prof. Felice
Barnabei, che nella sua qualità di Direttore Generale
delle Antichità e Belle Arti aveva voluto gli scavi
di Nocera, ebbe la bontà di consegnarmi il manoscritto
quasi completamente ultimato di questa relazione.
E io fui ben lieto" e onorato di poter, curando la
pubblicazione, tributare alla memoria del compianto
collega ed amico un segno della mia stima memore
e affettuosa.

R. Paribeni.

E per il fatto che questa via fu per lungo tempo
l'arteria principale che dalla vecchia Umbria conduceva
a Roma, la fortezza di Nocera anche nei bassi tempi
ebbe grandissima considerazione, e fu temuta domi-
natrice di vasto territorio. Riferendosi appunto a questi
tempi ricorderemo, che ad essa furono appoggiate tutte
le forze dei Goti nella memorabile battaglia del 552,
nella quale Totila dette di cozzo e s'infranse contro
l'esercito dei Greci.

Prima di questo tempo i Goti sotto il governo di
Teodorico avevano occupato e colonizzato l'Italia. È
troppo nota la via che essi tennero, ed è del pari
noto che si fermarono su tutti i punti fortificati del
Piceno e dell' Umbria. Una delle loro prime occupa-
zioni al di quà dell'Appennino umbro deve essere

di arginature, di sepolcri e perfino di un arco di trionfo atte-
stano dapértutto il passaggio della via Flaminia dal ponte Cen-
tesimo fino sopra a Gualdo Tadino,
 
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