Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

DOI Artikel:
Paribeni, Roberto: Necropoli barbarica di Nocera Umbra
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0077

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
145

NECROPOLI BARBARICA 1)1 NOCERA UMBRA

146

tica occupava alcuni punti superiori della zona ; dove
precisamente questa si allarga, ogni rimanenza consi-
steva in un terriccio durissimo, grasso, nero, con
qualche frammento di silice, ma senza ossa nè vasel-
lame. 11 detto terriccio si chiama, sul posto, terra por-
cina, per la somiglianza di quella che è ingrassata
per lungo stanziimento dei suini. Questo terriccio
scuro rappresentava lo strato ove erano imposti gli
ovili che in quel punto scendevano fino alla via di
Larniano. Altra zona esclusivamente adoperata per
ovili è quella piccola ancora più a nord e l'altra gran-
dissima nel campo Grande a valle dell'argine. In
quest' ultima poi nemmeno si trovò il più piccolo
avanzo di coccio o di silice. Abbiamo una prova ir-
refutabile, che queste zone di terra rappresentano la
sede di un popolo che risale all'ultimo periodo litico,
e che pel carattere dei suoi manufatti non può con-
fondersi con sede di popolo posteriore. Soltanto in
questo strato di terriccio scuro troviamo nascoste le
tombe del periodo italico e di questo periodo man-
cano affatto le tracce delle abitazioni. Il piccolo vil-
laggio del periodo neolitico era difeso.

Nel confine tra il Campo Grande ed il Portone
corre sul ciglio dell'altura un fossato diritto largo in
fondo m. 1,15, alla sommità m. 2,20, profondo dal-
l'attuale livello del suolo m. 1,60.

Pochi anni or sono gli stessi sigg. Blasi appia-
narono un alto argine che elevavasi sull'orlo del fos-
sato dalla parte del Portone. Abbiamo scoperto per
una lunghezza di 89 m. il detto fossato e abbiamo
fatti molti assaggi per determinare la lunghezza in-
tera e l'andamento all'estremità dell'altura, ma più
verso nord-est dove il campo discende se ne perdono
le tracce e dall'altra parte continua ed è interrotto
dalla via di Larniano che ivi è molto profonda. Il
fossato non rivelò materiale che permettesse di ascri-
verlo ad età posteriore a quella litica.

Un argine da un solo lato non avrebbe potuto
costituire una difesa ; indi è che non passarono inos-
servati i segni di altro fossato, profondo più di quattro
metri, oggi tutto quanto ripieno dei rifiuti del campo
e specialmente da avanzi disgregati di costruzioni
romane. Esso era parallelo a quello descritto e situato
nel fondo della valletta dietro alla zona più setten-
trionale. Evidentemente fu colmato per rendere la
superficie del campo più uniforme e adatta alla col-
Monumenti Antichi — Vol. XXV.

tivazione. Le opere agricole poi e l'abitazione che in
seguito vi costruirono i romani hanno cancellato ogni
traccia della difesa verso la Flaminia. Il fossato ed
il resedo rettangolare che trovasi nel centro dell'al-
tura ci dànno quasi la stessa orientazione; anche la
linea dei caseggiati e degli ovili obbedivano a questa
orientazione. L'orientazione non è perfetta, ma tende
di pochi gradi verso nord, cioè si dirige a est-nord-est.
Gli ovili fuori del fossato dovevano essere per i be-
stiami grossi ; sono esposti a mezzogiorno, nel luogo
più salubre e meno umido del campo, presso un fos-
setto che poteva raccogliere, come oggi le raccoglie,
le acque del versante orientale del Castellano.

Vasi del periodo neolitico.

Nello strato di terriccio moltissimi furono i pezzi
di vasi che si ritrovarono e pochissimi quelli che
si poterono conservare a motivo dell' impasto poco
tenace e quasi molle, compenetrato dal grasso del
terriccio nel quale erasi decomposto. Nondimeno i
frammenti che fu possibile conservare o perchè erano
formati di terra più compatta, o perchè avevano
subito una maggiore cottura, non accennavano a
forme di vasi molto grandi, od almeno molto con-
cavi. Si ebbero pure dei grandi piatti le cui pareti
erano di spessore notevole, composti di terra impa-
stata con detriti ovvero raccolta tale e quale si tro-
vava impura, cotta a fuoco libero, ed a tale grado
di calore che appena ne fu arrossata la superficie sì
interna che esterna per un millimetro di spessore e
ogni rimanente dell' impasto rimase scuro, quasi pe-
netrato dalle affumicazioni carboniose. Si ebbero an-
cora esempi di vasi piccoli, a pareti più sottili, pei
quali sembra che fosse stata adoperata una terra più
fina. Alcuni di questi vasi avevano per tutta deco-
razione i listelli verticali disposti poco sotto l'orlo,
ed accennavano a ciotole od a bicchieri privi di anse.

Gli avanzi dell' industria litica si manifestavano
nella grande abbondanza dei nuclei di silice di tutte
le specie, nelle numerose scaglie e nei rifiuti in-
formi di cui erano cosparse alcune zone del terriccio
nero. È naturale che fra tutti questi avanzi fossero
rimasti ancora dei pezzi di silice lavorata, i quali
o furono perduti o furono abbandonati come spezza-
lo
 
Annotationen