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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Paribeni, Roberto: Necropoli barbarica di Nocera Umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0101

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193

NECROPOLI BARBARICA DI NOCERA OMBRA

194

p) Tre placchette d'argento fuse, con occhietto
nel centro e con due delfini ai lati (fìg. 42). Largh.
mm. 22.

Anche gli oggetti seguenti erano stati deposti
dentro la cassa, lungo il fianco destro del cadavere:

Fig. 40. Fig. 41. Pio. 42.

q) Morso equino di ferro, composto di due bran-
che snodate nel mezzo e compite da occhietti alle
estremità, dove girava liberamente un anello con ma-
glia a fìbbia per le redini. Presso l'occhietto ciascuna
sbarra è traforata per dare passaggio ai montanti che
sono rappresentati da semplici verghette cilindriche
di ferro, ricurve un poco ad una estremità e appia-
nate dall'altra. Sopra ai detti montanti sono inseriti
due anelli che si convertono sopra in una fibbia per
cui passava la musaruola (fig. 43). Le estremità un-

Fig. 43.

cinate dei montanti sono rivestite con lamina di ar-
gento e forse erano in origine completate da un bot-
tone dello stesso metallo: il rimanente ha in molti
punti scoperti dall'ossido un ornamento reticolato fatto
all'agemina d'argento.

Monuménti Antichi — Vol. XXV.

r) Pezzo rettangolare di maglia fatta con filo
di ferro. Si è pure trovato in tombe di cavalieri un
utensile uguale, come, ad esempio, nella tomba 119
del sepolcreto di Castel Trosino. È molto probabile
che il medesimo fosse usato per brunire i finimenti
metallici dei cavalli e dei carri.

s) Frammenti di un pettine di osso. Fu rac-
colto ai piedi del cadavere insieme all'oggetto se-
guente :

i) Zanna di cinghiale. Era evidente che questa
non faceva parte di nessun ornamento. Deve essere
stata messa nella tomba o come ricordo, ovvero come
rappresentanza del cibo, che a guisa di viatico costu-
mavasi deporre accanto al morto.

Tomba 17 (cfr. fig. 2, n. 17). — Questa fossa
che era incavata, ugualmente che la precedente,
nel punto più culminante e sassoso del sepolcreto,
aveva forma rettangolare, ed era ripiena di scaglie
di pietra e di laterizi antichi. Misurava m. 2,10 di
lunghezza, m. 0,98 di larghezza e m. 1,45 di pro-
fondità. Vi si riconobbero gli avanzi della cassa di
legno e lo scheletro quasi intatto, ad eccezione della
testa, colle ossa lunghe al posto, in modo che si potè
stabilire essere stato il medesimo deposto supino,
colla testa inclinata a destra e colle mani posate quasi
sopra alle articolazioni superiori dei femori (fig. 44).
Gli ornamenti mostrarono, che in questa tomba era
stato deposto un cadavere di donna, ancora giovane,
se si tiene conto dello stato dei denti, i quali erano
sviluppati, ma con smalto appena corroso. Si ebbe la
misura di un femore, che resultò lungo mm. 500.

a) Frangia di filamenti di oro. che faceva parte
di un tessuto e doveva ornare il velo (rica), il quale
scendeva fino alle spalle. Si trovò infatti distesa sotto
le scapole o poco più su, come nelle tombe 2 e 3
dello scavo Blasi descritte in principio. Alt. mm. 54.

b) Filo di collana composto con diciotto pen-
dagli di ametista in forma di mandorla forati nel
senso dell'asse maggiore e disposti in modo che da
una parte e dall'altra ricadevano soltanto sulle spalle,

(l) Nel sepolcreto di Castel Trosino si raccolsero esempì
di questi pendagli amigdalari di ametista non usati per col-
lana, ma applicati soltanto a bellissimi orecchini. Però nel
medesimo sepolcreto facevano parte di molte collane i pendagli
di uguale forma, fatti con paste vitree, imitanti nel colore
le pietre preziose.

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