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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0207

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405

01,1 SCAVI INTORNO A l'aTHENAION di SIRACUSA

406

sino a 50, fu riconosciuto un ampio solare di stelai
o cippi votivi adagiati tutti orizzontalmente, e costi-
pati con cure speciali l'uno accanto all'altro, colmando
di breccia gli interstizi, e di breccia ben compressa
formando al di sopra una accurata copertura, o letto
di protezione. Questo piano o solare di stelai, distava
dal piano stradale moderno per m. 1.35-1.50, e con-
stava dei letti seguenti :

A) Strato Bizantino e Medievale, contenente
morti per lo più in nuda tetra, di rado in cassette; di
più, rari frammenti di vasi maiolicati ed altrettanto
rari avanzi della rovina delle parti alte del tempio
dinomenidico (frammenti di cimasa e di tegole). Esso
poggia sopra un letto di breccia e segatura calcare,
molto oscillante tra i minimi ed i massimi di cm. 20
a 50, il quale, ottenuto coi relitti della fabbrica del
nuovo tempio, rappresenta il piano battuto circostante
ad esso, usato e calpestato per vari secoli di seguito.

Come si vede dal diagramma, di codesti battuti
o suoli stradali ve ne hanno quattro successivi, cor-
rispondenti ai diversi momenti storici della vita della
città. Essi sono di potenza sempre crescente dal basso
in alto ; il che può, fino ad un certo punto indicare,
che quanto maggiore è il loro spessore, tanto mag-
giore è la durata di tempo nel quale furono in eser-
cizio. Nel periodo arcaico e paleogreco intervennero
varie modificazioni nei livelli stradali, rispondenti a
modificazioni edilizie del temenos. Quello superiore
durò — ripeto — parecchi secoli ; dal 480-460 circa
a. C. al VI-V see. d. C, e formò per circa un mil-
lennio il piano di cammino, dopo l'assetto definitivo
dato al temenos con la costruzione del tempio dino-
menidico. 11 secondo, discendendo, è formato di brec-
ciame e sfarinatura bianca con cm. 10 di spessore; i
due più bassi, sottilissimi (cm. 5 e 3), di solo sterro
bianco, senza breccia, non sembra abbiano avuta una
lunga durata. Tutti questi letti divisionali apparvero
nitidissimi nel taglio verticale fresco del suolo, e se-
gnano i capitoli della storia edilizia, e fino ad un
certo punto anche politica, di Siracusa, ed è perciò
che si devono scrutare con la massima attenzione.

B) Lo strato greco si suddivide nettamente in
tre letti o banchi, che ho disegnati, due come greco-
arcaici, ed uno come paleogreco. Il greco-arcaico A
racchiudeva diversi frammenti di t. c. a., derivanti da
edifici abbandonati o diruti; in assai maggior quan-

tità tali frammenti si presentano nel banco greco-
arcaico D. Lo strato paleogreco, la cui comprensione
cronologica potrebbe forse abbracciare il periodo dalla
fondazione della città a quella del tempio arcaico,
racchiudeva scarsi frammenti di ceiàrnica protocorinzia
ed il torsetto tìg. 154 decorato di una swastica sulle
spalle. Siccome questo strato non conteneva traccia
veruna di t. c. a., esso dovrebbe precedere anche la
costruzione del tempio arcaico.

C) Lo strato siculo venne superiormente chiuso
e sigillato da uno straterello di sterro bianco, che
nella sua piccolezza segna tuttavia la fine di una
fase storica e di una civiltà. La metà superiore di
esso è un terreno quasi sterile, laddove l'altra metà
sottostante, adagiata sulla roccia è costituita da un
banco nerastro, anzi, più esattamente, color ciocco-
lato, leggero, soffice, grasso, contenente molti cocci
del III periodo siculo, qualche sfilatura sottile di
ceneri e carboni, scarsi ossami animali, ma nessuna
traccia di capanne. Questo suolo che rivedeva la luce
dopo forse 27 iu 28 secoli aveva l'aspetto di una
grassa e ferace campagna, contenente detriti dell' in-
dustria e della cucina di capanne, che non dovevano
essere guari discoste. Le cose migliori ed integre
dovevano conservarsi in queste capanne, e vennero
certo asportate dai Siculi, che davanti all' invasione
greca, o volontariamente o di viva forza, sgombrarono
Ortygia per ritirarsi nella campagna e nei monti.
Esaminerò altrove gli avanzi dell'industria sicula ed
anche quelli della fauna; non posso però non ricor-
dare fin da ora la quantità ingente di lumachelle
terrestri rinvenute in questo basso strato, il che prova
come i Siculi antichi ne fossero ghiottissimi, al paro
dei Siracusani moderni.

Naturalmente, la esplorazione dello strato siculo
sottostante alle stelai, dovette avvenire a piccoli lotti,
man mano si asportavano i cippi sovrastanti. Affinchè
tale lavoro venisse condotto con tutto le debite cau-
tele, ho fatto piantonare per alcuni giorni questa
parte dello scavo, oltre che dalla solita guardia, anche
dal restauratore del Museo, col compito di osservare
ed annotare ogni fatto, e di ragguppare in speciali
cartocci i frammenti fittili di possibile attacco. Ed
ecco quanto si è potuto raccogliere, e che qui espongo
a complemento delle osservazioni g ^li, prodotte
in precedenza.
 
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