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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0208
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407

GLI SCAVI INTORNO A LATHENAION DI SIRACUSA

408

Il banco di terra tabaecacea o color caffè era steso
uniformemente sulla roccia, e conteneva molti detriti
organici ed industriali, di preferenza ceramiche. Vi
si raccolsero in prevalenza avanzi di scodelloni, deco-
corati nel cavo a girandola, e frammenti assai grandi di
almeno due di quei ziri o dolii, con labbro strombato,
decorati di flabelli, di cui la necropoli gelose arcaica
ci ha forniti alcuni esemplari integri ('). In quel mio
studio m'industriai a dimostrare come tali dolii po-
tessero essere di origine cretese, pur non disconoscendo
i rapporti indiscutibili coli' industria e lo stile siculo
del III periodo. Ma qui in Ortygia non può cader
dubbio sulla siculicità degli esemplari provenienti da
uno strato di così alta antichità, e puro da ogni in-
filtrazione seriore. Però anche le scoperte gelesi non
valgono ad infirmare la cronologia sicula. A Gela
trattasi certamente di sepolcri tra i più arcaici, da
collocare nella prima metà del secolo VII. È più
che probabile che vasi di siffatte dimensioni e di un
certo costo, durassero in uso per molti e molti lustri.
A confortare codesta tesi potrei addurre le grandi
giarre invetriate e figurate di Caltagirone, della fine
del Seicento, e del Settecento, tuttora in uso in Si-
cilia nelle vecchie famiglie e nei paesi di montagna.
In una civiltà primitiva come quella dei Siculi, il
conservativismo dovette essere la nota dominante.
Così qui a Siracusa arriviamo comodamente al se-
colo Vili, e con molta probabilità anche al IX, età
precisa del nostro strato, che si chiude alla metà
dell'Vili (2). A conferma della mutua penetrazione
di oggetti paleogreci nello strato siculo viene oppor-
tuna anche la apparizione di una fibula a navicella
angusta con bottoncini, tipo Finocchito. Parvemi in-
vece molto antico un coccio con ansa amigdaloide,
accanto al quale si raccolse una briccioia di selce
lavorata e poco discosto un'ascia levigata in basalte;
era quello, forse, un breve tratto di suolo non scon-
volto, contenente ancora tracce delle civiltà sicule
più vetuste.

(!) Orsi, Gela. Scavi del 1000-1905, pag. 110, tav. V, 8.

(aJ Si tenga conto dei recenti studi di L. Pareti, Studi
siciliani e italioti, pag. 310 e sgg. tendenti ad elevare la cro-
nologia canonica di Tucidide sulle xxiaeis siceliote, mettendo
in valore la tradizione di Eforo, secondo la quale, e col sus-
sidio delle scoperte archeologiche, Naxos salirebbe al 790 circa,
e subito dopo le altre colonie calcidesi.

Oltre i resti di ceramiche erano copiosi quelli dei
pasti, consistenti in ossa animali, in parte eotte, da
cui si studierà a suo tempo la fauna dell'epoca. E
ritornando alle ceramiche, oltre a copiosi pezzi di
grandi giarre, è qui che si recuperarono due vasi
quasi intatti, una olletta ad anse accuminate e una
scodella a calotta. E proprio nello strato siculo anche
due frammenti di vasi geometrici, a quanto pare,
greci, e se tali, testimoni delle mutue penetrazioni
cui ho sopra accennato, penetrazioni naturali nel
periodo dei commerci protogreci, che precedettero la
conquista politica definitiva. Di bronzo qualche fram-
mento amorfo di aes rude, un lungo anello ed il
pendaglietto fig. 165, che ha tanti riscontri al Fi-
nocchito, nonché due spirali in bronzo di modico ca-
libro, per braccia bambinesche o per la chioma.

In un angolo spuntò anche un focolare, od un
complesso che parve tale; in un'area di forse mezzo
m. q. erano ammassati carboni e terra nera, circon-
data, intermittentemente ed irregolarmente da pietre
concotte. Ed intorno v'erano ossa animali semicarbo-
nizzate, il sotto di un mulino in lava colla macinella
corrispondente. È da notare che in tutto lo strato
siculo i veri focolari, oltre quello qui descritto, sono
vere eccezioni ; si hanno invece dei brevissimi e sot-
tilissimi letti di fuoco, con pietre concotte, i quali
fanno pensare a brevi e rapidi incendi, da cui deri-
verebbe la terra nerastra.

L'area sicula che ha dato i risultati qui somma-
riamente esposti era un triangolo di m. 3.80 X 6.20,
il cui angolo retto distava m. 5.50 a nord preciso
dalla colonna angolare NE del tempio. Ma sviluppatosi
poscia lo scavo più a levante, fino alle fondazioni
del muro di ponente del vecchio seminario, si venne
ad aggiungere alla prima una nuova area sicula ret-
tangolare di m. 2.50 X 3.30, nella quale si ottennero
i risultati seguenti. Al di sopra di essa era cessato
il deposito delle stelai arcaiche, ed al disotto lo strato
di terra color caffè era più spesso che non fosse nella
zona attigua. Da esso si ebbero cocci ed ossa ed
avanzi di scodelloni dipinti a girandola. Anche qui
fu oggetto di particolari osservazioni un vasto foco-
lare di circa 2 m. q. di superficie, il cui fondo ri-
sultava di terra impastata forse con creta, e così
fortemente concotta, da rammentare i pavimenti
delle capanne riconosciuti dal Mosso presso Gir-
 
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