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GLI SCAVI INTORNO A L ATHENAION DI SIRACUSA
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chezza e la finezza minuziosa dell'ornato, si riprodu-
cono in disegno sviluppato. Essi sarebbero due gio-
jelli della pittura vascolare protocorinzia microgratìca,
se i colori non fossero quasi per intero smaniti.
Fio. 138.
Tav. XIII. Esemplare a. mm. 72 in creta pallida,
finissima, talcosa al tatto. Sul bocchino giro di pe-
tali e raggiera, sul piatto dell'ansa scacchiera. Sul
ventre zona zoomorfa, tracciata a lievissimo graffito e
completata poi a colori delicati, oggi interamente per-
duti. Sono delineati : due grifoni affrontati in schema
araldico, colla zampa elevata, e tra di loro un'oca-
rella. Segue uno stambecco od egagro, un grifone ac-
cosciato ed un altro stambecco. La fascia terminale
sottostante è adorna di stelline o rosette a rombi;
in basso una raggiera.
Tav. XIV. Il secondo esemplare a. mm. 68 su-
pera di gran lunga il precedente nella squisita mi-
niatura delle figurine; anche qui è rimasto intatto
il sottile graffito di base, con deboli tracce del co-
lore. Sul disco della bocca raggiera e foglioline ; sul
piatto dell'ansa la tenia intrecciata, a triplice ordino
verticale; sulle spalle un complicato e fitto fregio a
palmette e fiori di loto, annodati e contrapposti. Sul
ventre un miracolo della miniatura vascolare; in una
fascia non più alta di 20 mm. una gara alle corse
coi carri, per conseguire il premio; soggetto non raro
nella pittura vascolare arcaica, corinzia, ionica ed at-
tica. Nell'angusto spazio sono delineate 4 bighe (sic)
lanciate al galoppo; la prima tocca colle teste dei
cavalli l'amor, il premio ambito della gara, un tri-
pode-lebete, accanto al quale sta impassibile l'agono-
teta barbuto; e sotto il ventre dei primi cavalli ve-
desi un dinos sulla sua base ed un altro scodellone.
Al di sotto, in una zona più ristretta: un toro, una
pantera, un verro, altra pantera ed una terza acco-
sciata. La decorazione del vaso è chiusa in basso
dalla consueta raggiera.
Bistretta è la serie di questi preziosi gingilli, che
pare venissero dall'Oriente, con entro prelibati e non
meno preziosi oli aromatici; in Sicilia i due esem-
plari di Siracusa, che qui si divulgano, vanno aggiunti
all'esemplare fuscano e ad uno di Gela, i quali tutti
restano alquanto al di sotto, per la difettosa conser-
vazione dei colori, ai mirabili esemplari dei Musei
di Londra (vaso Macmillan) e di Berlino ('); a co-
desti ora si deve accostare qualche altro (*). Mante-
nendo l'epiteto convenzionale di protocorinzii, io so
bene, come la controversia sul centro di fabbricazione
di codesti squisiti e gentili vasetti sia tutt'altro che
risoluta; quello però che è certo, qualunque possa
essere il loro centro di origine (Corinto, Calcide, Egina,
.irgos, Sicione), si è che essi sono profondamente im-
pregnati di elementi ionici, e che hanno una stretta
relazione col vaso Chigi (3), nel quale la virtuosità
miniaturistica, attese anche le maggiori dimensioni,
è stata portata ad un grado altissimo di perfezione
e di minuzia.
Al protocorinzio zoomorfo appartengono anche mol-
teplici piccoli avanzi di due specie di vasi, di deno-
minazione non bene accertata, che chiameremo con-
venzionalmente chytra ed holpe (4). Che nella stipe
di Via Minerva tali vasi non comuni fossero rappre-
sentati da un certo numero di esemplari, di dimen-
sioni piuttosto grandi, totalmente scomparsi, si de-
terge dai frammenti di manici, coi due principali dei
quali io ho costituito il gruppo fig. 139. Tra essi,
quasi tutti decorati del nastro intrecciato, si ponga
attenzione alle dimensioni veramente colossali del
frammento a), largo mm. 75, e che allude ad un
(') Vedi la precedente letteratura da me raccolta in Gela,
col, 158, nota 1.
(*) Ad es. Pottier, Petit vase arca/que a téte de femme
in Melanges Verrai (Paris, 1903), pag. 269 e segg.
(3) L. Couve in Revue archéot., 1898, I, pag. ?13 e segg.
( Un lecythe inèdite du Louvre) ; Perrot, ffistoire de l'art,
voi. IX, pag. 545 segg. Il vaso Chigi è stato di recente sot-
toposto ad un nuovo, accurato esame da G. Gultrera. Il vaso
Chigi, la ceramica ionica e la cer. protoattica, in Ausonia
(Vili, 1913), pag. 104 e segg.; egli lo giudica un prodotto
delle due correnti predominanti, la ionica e la protoattica
(pag. 138). Ma quale la fabbrica? Essa resta ancora un mistero.
(*) Forma Notizie, 1895, fig. pp. 127, 151.
GLI SCAVI INTORNO A L ATHENAION DI SIRACUSA
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chezza e la finezza minuziosa dell'ornato, si riprodu-
cono in disegno sviluppato. Essi sarebbero due gio-
jelli della pittura vascolare protocorinzia microgratìca,
se i colori non fossero quasi per intero smaniti.
Fio. 138.
Tav. XIII. Esemplare a. mm. 72 in creta pallida,
finissima, talcosa al tatto. Sul bocchino giro di pe-
tali e raggiera, sul piatto dell'ansa scacchiera. Sul
ventre zona zoomorfa, tracciata a lievissimo graffito e
completata poi a colori delicati, oggi interamente per-
duti. Sono delineati : due grifoni affrontati in schema
araldico, colla zampa elevata, e tra di loro un'oca-
rella. Segue uno stambecco od egagro, un grifone ac-
cosciato ed un altro stambecco. La fascia terminale
sottostante è adorna di stelline o rosette a rombi;
in basso una raggiera.
Tav. XIV. Il secondo esemplare a. mm. 68 su-
pera di gran lunga il precedente nella squisita mi-
niatura delle figurine; anche qui è rimasto intatto
il sottile graffito di base, con deboli tracce del co-
lore. Sul disco della bocca raggiera e foglioline ; sul
piatto dell'ansa la tenia intrecciata, a triplice ordino
verticale; sulle spalle un complicato e fitto fregio a
palmette e fiori di loto, annodati e contrapposti. Sul
ventre un miracolo della miniatura vascolare; in una
fascia non più alta di 20 mm. una gara alle corse
coi carri, per conseguire il premio; soggetto non raro
nella pittura vascolare arcaica, corinzia, ionica ed at-
tica. Nell'angusto spazio sono delineate 4 bighe (sic)
lanciate al galoppo; la prima tocca colle teste dei
cavalli l'amor, il premio ambito della gara, un tri-
pode-lebete, accanto al quale sta impassibile l'agono-
teta barbuto; e sotto il ventre dei primi cavalli ve-
desi un dinos sulla sua base ed un altro scodellone.
Al di sotto, in una zona più ristretta: un toro, una
pantera, un verro, altra pantera ed una terza acco-
sciata. La decorazione del vaso è chiusa in basso
dalla consueta raggiera.
Bistretta è la serie di questi preziosi gingilli, che
pare venissero dall'Oriente, con entro prelibati e non
meno preziosi oli aromatici; in Sicilia i due esem-
plari di Siracusa, che qui si divulgano, vanno aggiunti
all'esemplare fuscano e ad uno di Gela, i quali tutti
restano alquanto al di sotto, per la difettosa conser-
vazione dei colori, ai mirabili esemplari dei Musei
di Londra (vaso Macmillan) e di Berlino ('); a co-
desti ora si deve accostare qualche altro (*). Mante-
nendo l'epiteto convenzionale di protocorinzii, io so
bene, come la controversia sul centro di fabbricazione
di codesti squisiti e gentili vasetti sia tutt'altro che
risoluta; quello però che è certo, qualunque possa
essere il loro centro di origine (Corinto, Calcide, Egina,
.irgos, Sicione), si è che essi sono profondamente im-
pregnati di elementi ionici, e che hanno una stretta
relazione col vaso Chigi (3), nel quale la virtuosità
miniaturistica, attese anche le maggiori dimensioni,
è stata portata ad un grado altissimo di perfezione
e di minuzia.
Al protocorinzio zoomorfo appartengono anche mol-
teplici piccoli avanzi di due specie di vasi, di deno-
minazione non bene accertata, che chiameremo con-
venzionalmente chytra ed holpe (4). Che nella stipe
di Via Minerva tali vasi non comuni fossero rappre-
sentati da un certo numero di esemplari, di dimen-
sioni piuttosto grandi, totalmente scomparsi, si de-
terge dai frammenti di manici, coi due principali dei
quali io ho costituito il gruppo fig. 139. Tra essi,
quasi tutti decorati del nastro intrecciato, si ponga
attenzione alle dimensioni veramente colossali del
frammento a), largo mm. 75, e che allude ad un
(') Vedi la precedente letteratura da me raccolta in Gela,
col, 158, nota 1.
(*) Ad es. Pottier, Petit vase arca/que a téte de femme
in Melanges Verrai (Paris, 1903), pag. 269 e segg.
(3) L. Couve in Revue archéot., 1898, I, pag. ?13 e segg.
( Un lecythe inèdite du Louvre) ; Perrot, ffistoire de l'art,
voi. IX, pag. 545 segg. Il vaso Chigi è stato di recente sot-
toposto ad un nuovo, accurato esame da G. Gultrera. Il vaso
Chigi, la ceramica ionica e la cer. protoattica, in Ausonia
(Vili, 1913), pag. 104 e segg.; egli lo giudica un prodotto
delle due correnti predominanti, la ionica e la protoattica
(pag. 138). Ma quale la fabbrica? Essa resta ancora un mistero.
(*) Forma Notizie, 1895, fig. pp. 127, 151.