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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0311

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gli SCAVI INTORNO A l'aTHENAION di SIRACUSA

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sezione, perchè a tutta prima questo avanzo di va-
setto protocorinzio, in creta purissima, tilettato di
rosso ali esterno, e dipinto in rosso vivo all'interno,
m'era parso riferibile ad una pyxis. Ma in realtà non
trattasi di una pisside, perchè le pissidi hanno la
parete esterna lievemente concava, mentre qui è con-
vessa Trattasi dunque di altra forma, forse di una
brocchetta tozza, bassa, senza collo, ed a bocca tri-
lobata. Sul mantello esterno è stata condotta a
graffito l'iscrizione che vedesi nel disegno, e che
dal eh. prof. Comparetti così viene letta e commen-
tata :

.......mxvv \_a

........àvxXac sì [/ti

« Il vaso adunque era una mrvvrj, specie di fiasco
« o fiaschetta, che solevasi rivestire di un tessuto di
« vimini. S'incontra a volte nei codici la scrittura
« mivvrj. che è considerata viziata, e che ritroviamo
« in questo antico vaso protocorinzio. Lo scambio tra
« l't e V v non è insolito nelle iscrizioni dei vasi co-
li rinzii (Kretschmer, Qr. Vaseneinschriften, pag. 31).

"In ...........avxlag abbiamo il genitivo di un

« nome femminile, che potè essere Z]ayxXa o /f]a-
« yxXa o altro di simile, non esemplato sin qui. La
« scrittura è la più antica corinzia con I però, in-
« vece del più antico e peculiare i, per iota. Am-
« bedue le linee vanno da sin. a destra. Il H rove-
« sciato della 1* linea, è assai frequente nelle antiche
« iscrizioni. Il piccolo frammento non rivela la forma
« del vaso così chiamato, ma l'epigrafe dà ragione
« all' Ussing, che sostenne essere la pytine un vaso
« fittile, e non di vetro, come generalmente si era
« creduto ».

A distanza di un buon secolo e mezzo viene il
frammento di vaso fig. 204, l'orlo cioè di un cratere
forse a campana, con corona di olivo al labbro; dalla
vernice brillantissima appare non italioto, ma di fab-
brica attica ancora buona. Esso fu esumato nel gen-
naio 1914, denudando la grande fondazione curvilinea
di cui ho detto a pag. 467, e precisamente nello
strato immediatamente sovrastante all'imbrecciato di-
nomenidico. Nè poteva essere altrimenti, data l'età
del vaso, che è della fine del secolo V. Sulle due
faccie è gradita con mano ferma ed a grossi ca-
ratteri la doppia epigrafe, che vedesi nella figura, e
Monumenti Antichi — Voi» XXV".

che il chiaro senatore Comparetti così legge ed in-
tegra :

Fig. 204.

« Tale credo debba essere, press'a poco, il neces-
« sario complemento dell'iscrizione, certamente po-
li tatoria. come tante altre che leggiamo sugli antichi
« vasi di questa specie. Phintias è forse l'autore o
« pittore del vaso ». Ma io preferisco vedere in lui
il nome del proprietario, perchè il Phintias pittore
che già conosciamo ('), appartiene alla fine dello stile
rosso molto severo, mentre vaso ed iscrizioni sono
molto più tardi. E poi è consuetudine quasi assoluta
che figuli e pittori firmassero a colore e non a graffito.

Fig. 205.

Rimovendo e smontando un muro di fondazione del
vecchio seminario si è trovato il masso calcare, qui
a fig. 205 disegnato di cm. 47,5 x 46. Si sarebbe

(') Birch-W altera, Ancient pottery, voi. I, pp. 421 e 429.

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