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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Bendinelli, Goffredo: Bronzi votivi italici del museo nazionale di Villa Giulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0131

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253

BRONZI VOTIVI ITALICI DEL MUSEO NAZIONALE DI VILLA GIULIA

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I bordi dolio guantiere, come quelli del paranuca, por-
tano delle fini stirature verticali.

Tutta la minuta decorazione geometrica.descritta
e l'accurata rifinitura dei particolari, oltre la buona
esecuzione arististica della statuetta, dimostrano la spe-
ciale importanza religiosa cultuale che doveva esservi
annessa. L'aspetto maestoso e idealizzato della figura
giovanile dimostra per sè solo il suo carattere religioso.
Trattasi anche in questo caso, con ogni probabilità, di arte
etnisca dirottamento influenzata da modelli greci della
la metà del V secolo La minuta decorazione del-
l'armatura attesta ancora del gusto delle popolazioni
italiche per le armi e gli indumenti bellici adorni ric-
camente, come si vede anche in altri monumenti noti.

Fanno parte della concezione originale dell'artefice
etrusco le proporzioni svelte o giovanili della statuetta,
proporzioni che nulla hanno di comune con quelle della
statuaria greca e grecizzante arcaica. Nelle statue greche,
statue di divinità o di personaggi mortali, si nota una
chiara tendenza alla proporziono inedia delle membra,
senza alcuna spiccata inclinazione verso l'esagerato svi-
luppo di alcune parti a detrimento delle altre. Nell'ar-
tefice italico, umbro o etrusco, è chiara invece la ten-
denza allo sveltimento della persona, specialmente nella
figura maschile (2), in contrasto, sembra, col precedente
periodo arcaico ionizzante delle proporzioni grosse e
tozze. Tale sveltimento della persona è soprattutto ot-
tenuto con l'allungamento dello gambe. Così, confe-
rendole un'altezza superiore alla media, si rendeva più
imponente la figura della divinità.

2. Statuetta primitiva di guerriero (fig. 16), in bronzo,
munita di elmo con cimiero e guantiere rilevate, co-
razza con doppia fila di ptéryges, e forse chitoniseo. La

(*) È interessate il confronto tra la nostra' statuetta e
il Marte egineta di Firenze (Milani, (linda, fcav. XXX), di cui
si dova una buona replica nel Museo Britannico di Londra
(Walters), Select bromes, tav. 8). Si nota Era codesti bronzi una
grande affinità di scuola. Anche un'altra statuetta ènea votiva
di guerriero combattente, rinvenuta nel 1880 a Poggio Gaggiolo
sull'Appennino bolognese, presso la Torretta, sembra offrire, se-
condo la minuta descrizione che ne dà il Gozzadini in Notizie
1883, p. 44, una grande affinità stilistica con gli esemplari citati
e dimostra sempre di più la grande diffusione del noto tipo di
divinità guerriera fra tutte le popolazioni dell'Italia centrale.

(2) Cfr. le statuette citate, fra cui quella del Deposito pa-
leoetrusco di Broglio in Val di Chiana del Mus. Etrusco di Firenze:
Milano, Caia!., Atlante, tav. LXXV11I. Per le proporzioni sta-
tuarie e per la decorazione della corazza, cfr. la statuetta affine
in Caylus VI, 34, 1.

figura reggeva colla mano destra sollevata la lancia
e col braccio sinistro lo scudo, riportato e assicurato al
braccio con chiodetto di bronzo ribadito. La statuetta,
dalle forme, più che sommarie, assolutamente sgraziate,
sembra la caricatura di quelle che sopra abbiamo no-
tato. Gli occhi, il naso e la bocca piccoli e superficial-
mente accennati, senza ombra di proporzione reciproca ;
unico il mento si rileva, esageratamente pronunziato.
TI tronco è breve e appiattito, e soltanto ingrossa un
poco verso le anche, dando nascimento a duo gambe
troppo grosse e lunghe rispetto al tronco. Lo braccia
sono ridotto invoco a modesto proporzioni e terminano
conio duo mocnherini. L'anatomia delle gambe è puro
sommariamente rilevata, e le dita dei piedi sono in-
cavate a mozzo dell'incisione. Intorno alla corazza, con
relativo ptéryges, e sul chitoniseo, notasi una decora-
zione semplice e primitiva, consistente in serio orizzon-
tali di cerchietti a spirale, stampigliati, all'atto iden-
tici a quelli notati sulla statuetta procedente, ma un
po' mono profondi, e di semplici punti ricavati assai
leggermente. Anche il cimiero porta sullo duo facce
alcune striature a ventaglio, evidentemente a scopo de-
corativo, assai male eseguite.

Nonostante la sua rozzezza, il pezzo è interessante
per la innegabile affinità di ispirazione, ed anche di
particolari decorativi, con la statuetta precedente, li
cioè un esempio di quei prodotti statuari che uscivano
da modesto officine locali por soddisfare alle esigenze
di una clientela che non chiedeva di meglio di un sim-
bolo purchessia, ad attestare la sua devozione alla di-
vinità. In tali prodotti, spesso tardi, si ritrova larvata
l'immagine di esemplari artisticamente assai supe-
riori ; e non bisogna quindi lasciarsi straniare dall'im-
pressione a tutta prima sgradevole che si ricove da
essi, por l'abitudine contratta di troppo compiacersi
in mozzo ai capolavori dell'antica statuaria.

3. Statuetta in bronzo, di guerriero barbato, combat-
tente (fig. 17). N. d'inventario 12383. Alt. min. 220.
La statuetta porta ai piedi duo grosse grappe por l'at-
tacco alla baso.

La figura è atteggiata secondo lo schema degli esem-
plari precedenti, con giavellotto e scudo, l'uno e l'altro
mancanti, liesta sul gomito una specie di bottone di
bronzo al quale era saldato lo scudo, mentre un breve
troncone del giavellotto è ancora nella mano destra.
La direzione della testa, come quella dei piedi, e a
 
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