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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Athena Marina e Alata
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0157

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ATHENA MARINA E ALATA

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Strabone relativo al culto di Athena marina sull'estremo
promontorio della Calabria e da quelli di Stazio e di Li-
vio relativi alla Minerva di Sorrento (1). Anche in
questo territorio l'Athena Nike alata appare in un unico
monumento e solo in epoca ellenistica.

L'unione di Athena coi Dioscuri ritorna in varie serie
di monumenti etruschi.

Ricordo anzitutto un manico di avorio del Mu-
seo delle Terme (x) (fig. 19), sul quale è rappresentata
Athena, vestita del chiton e del peplos, il petto coperto

Fig. 19. — Roma, Museo delle Termo: manico d'avorio (dal calco sviluppato; 1:1).

L'Athena alata nell'arte etnisca.

Con le monete dell'Italia meridionale si collega la
ricca serie romano-campana, che ha, da una parte, una
testa femminile di profilo con elmo fornito di piccole,
ali, dall'altra i Dioscuri (2), che, come è ben noto, erano
considerati divinità marine (3).

(lj ISu questa vedasi: Pais, Ricerche stor. egeogr., Torino, 1908,
p. 275 sgg. Per il culto di Athena marina nella Magna Grecia
vedi anche Fr. Lenormant, La Grande Grece, II2, 1881, p. 336
segg.

(2) La dibattuta questione se a questo tipo si debba dare
il nome di Eoma o di Minerva, nel caso nostro è inutile. Chi
voglia veda E. J. Haberlin, Ber Roma-typus auf den Munzen
der ròmische Republik, da Corolla numismatica, Oxford, 1906;
C. F. Hill, Historical Roman coins, London, 1909, p. 33.

(3) Bethe, in Pauly-Wissowa's Real-Encyclopàdie s. v. « Dio-
skuren » voi. V, 1, 1903, col. 1096. L'unione di un'Athena quasi

Monumenti Antichi — Vol. XXVI.

dall'egida e i capelli stretti da una stephane. La dea
appoggia la sin. alla lunga lancia e volge la testa a d.,
dalla qual parte tende anche la mano che reggeva un og-
getto non più riconoscibile. La dea è fornita di grandis-
sime ali dorsali. Alla sua sin., fra le gambe e la lancia,
è un tronco di cono rilevato, che ricorda i sostegni delle
copie romane. Segue un giovane nudo, di proporzioni
quadrate, i capelli stretti da un cercine, che guarda
verso la dea. Ha ambedue le braccia abbassate e nella
destra stringe un oggetto bastoniforme, che in basso si

di certo marina, con i dioscuri o con divinità analoghe, si ritrova
anche a Brasiai nella Grecia propria (Pausania, III, 24, 5), come
probabile sopravvivenza di un culto preellenico.

(') Proviene da una tomba di Corneto Tarquinia: E. De
Ruggero, Catalogo del Museo Kircheriano, Roma, 1878, p. 236,
nota 1 e n. 38, p. 237. Num. d'inventario attuale 50367.

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