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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0165
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GLI SCAVI RECENTI NELL'ABITATO DI OSTIA

I recenti scavi (1915-1918) in un gruppo di abita-
zioni nel centro di Ostia, non solo hanno meglio rive-
lato il tipo e il carattere degli edifici privati ostiensi,
ma l'aspetto e la caratteristica particolare della città.

E sulla fisonomia e sulla estetica di una città antica
siamo così al buio che c'è da rallegrarsi se l'abitato
ostiense contribuisca a darci un poco di luce.

Kinviando ad una prossima pubblicazione lo studio
sulla estetica della città romana, raccolgo qui i risul-
tati dello scavo in questa parte dell'abitato di Ostia
da cui viene lumeggiato e il carattere dell'edilizia e il
tipo della decorazione murale ostiense nel periodo degli
Antonini.

La vasta isola, esplorata nell'intento di riallacciare
al maggior tempio della città le rovine ad esso più pros-
sime e ultimamente scoperte, ha una superficie di circa
9000 mq., da cui furono tolti, scaricandoli al Tevere
vicino, circa 8000 metri cubi di terra. Essa comprende
un gruppo di caseggiati di fronte al Casone del sale
(sede dell'ufficio), tra la casa di Diana e il tempio di
Vulcano. Anche nello scavo attuale fummo però pre-
ceduti. Dovette qui, se pur non ce ne resti precisa me-
moria, esplorare un poco il terreno Pietro Rosa nel 1871-
72, che mise in luce la prossima via del Tempio e forse
anche parte della via dei Dipinti (x). In questa scavò
il Lanciani nel 1878, mettendo in luce una delle case
che vi prospettano (2). Seguì a lui il Gatti che nel 1903

(') P. Rosa, Sulle scoperte archeologiche della cittì e provin-
cia di Roma negli anni 1871-72, p. 91 sgg.
(2) Notizie scavi 1878, pp. 67 e 138.

Monumenti Antichi — Vol XXVI.

scoprì innanzi al Casone del sale un magazzino privato
con 35 dolii (x). Ultimo il Vaglieri che iniziò sulla via
dei Balconi nel 1908 gli scavi ostiensi (2) e li continuò
all'angolo sud-ovest dell' isolato, mettendo in luce di
questo i due angoli opposti.

Tracce di affrettate e avide ricerche di frugatoli
rapaci non sono apparse, sicché non si potrebbe impu-
tare ad essi la relativa scarsità di trovamenti in questa
zona. L'abbandono degli edifici che essa contiene, in
epoca relativamente alta, e l'essersi qui formato uno
scarico di vasellame fittile quando la città era ancora
in vita, non hanno soltanto sviato da questo punto le ri-
cerche dei predatori, ma ci han lasciato ottimamente
conservato il piano più basso delle rovine, dandoci
quasi inalterati mosaici, dipinti, graffiti che in altri
scavi trovammo invece sconnessi, deturpati, indeci-
frabili.

I risultati dello scavo sono quindi, in verità, confor-
tevoli. Anche se si debba riconoscere - ed è certo una
spiacevole constatazione di quest'ultimo scavo - che
alcuni quartieri della città, abbandonati lentamente e
volontariamente, non possono presentarcisi vivi di
memorie e ricchi di oggetti che furono asportati dalla
popolazione stessa trasmigrata, è però, lo scavo di que-
st'isola, il primo che porge un notevole contributo a
capire la storia e a seguire lo sviluppo di Ostia nelle
sue relazioni con Porto e con Roma.

(l) Notizie scavi 1903, pag. 201.
tX2) Id. ibid. 1908, pp. 247 e 329.

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