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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0194

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379

GLI SCAVI RECENTI NELL'ABITATO DI OSTIA

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di veri e proprii quadr' con figurazioni. T quali non
davano soltanto la caratteristica più saliente a tal
genere di pittura, ma costituivano la sola espressione
della capacità del decoratore e qui.idi L'unico valore
della pittura stessa, insignificante e dozzinale in tutto
il rimanente. A siffatti quadri a figure non si poteva
dunque rinunciare : essi sono il fine precipuo così della
vecchia come della nuova decorazione.

Ciascuna delle pareti, imbiancate dapprima a calce,
viene divisa in scomparti, in modo che su ciascuna
possono entrarvi tre quadri — data la dimensione della
stanza. Questi quadri - li descrivo sulla parete sud la
sola che permetta di esaminare la nuova pittura —
s'iniziano poco sotto l'attacco della cornice, ma non do-
vevano forse giungere fino al pavimento : si suppone
infatti sotto di essi, come negli stili a cui si richia-
mano, degli zoccoli. I quadri balzati fuori dalla parete
mediante una triplice cornice di fascio variamente co-
lorate e di dimensioni gradatamente decrescenti dalla
prima esterna all'ultima interna, e mediante una sot-
tile riga rossa che forma il listello del campo figurato.
Il fondo di questo campo — notevole novità — è lasciato
bianco. Il quadro centrale è di dimensioni maggiori
dei due laterali, in accordo fors'anche con la maggiore
importanza della scena raffigurata. Lo spazio che resta,
tra i quadri laterali e il centrale, è riempito da scom-
parti rettangolari e quadrati a fondo unito di differenti
e alternati colori. Si ottiene, con queste incorniciature
policrome imitanti lastre marmoree, di far meglio cam-
peggiare le figurazioni, già rilevate dalla triplice fascia-
tura e dalla bianchezza del fondo, concentrando sui
soli quadri tutto l'effetto pittorico. Si è così riparato,
a me pare, all'assenza di ogni elemento architettonico.
È infatti notevolissima caratteristica la scomparsa
(che sembra totale, a quanto si può giudicare) di archi-
tetture in questa pittura; non solo perchè esse costi-
tuiscono il motivo fondamentale degli stili pompeiani,
ma perchè rappresentano tanto, di per sò stesse, degli
ottimi e difficilmente sostituibili motivi decorativi,
quanto il più saldo fondamento per il taglio, la riqua-
dratura, la prospettiva dell'intera parete ravvivata,
dalle architetture, nell'effetto pittorico d'insieme.

L'avere abbandonato questo caposaldo di un si-
stema decorativo, che ha dato esso stesso il principale
motivo alla evoluzione degli stili antichi, può consi-
derarsi una innovazione della pittura post-pompeiana.

Ila, probabilmente, le cause che l'hanno determinata
sono tutt'altro che di natura estetica e stilistica. Ogni
motivo architettonico richiede una certa accuratezza
di disegno, ed è appunto proprio il disegno che si vuole
evitare in questo genere di pittura che si dimostra
tanto economico e spiccio negli apparecchi prepara-
torii del dipinto quanto lo è nei procedimenti pit-
torici. Il disegno è riservato soltanto a ciò che è so-
stanziale, ai quadri delle pareti ; al di fuori di essi tutto
è secondario, e quindi con semplici fascio e scomparti
policromi si può, alla meglio e con estrema semplicità e
prontezza, sostituire le architetture almeno nella loro
funzione prospettica. H più umile deaibedor poteva con-
durre a termine da sè la maggior parte di siffatta deco-
razione.

Questa assenza di elementi architettonici e la
preoccupazione di limitare il disegno soltanto a parti
indispensabili si avvertono del resto, come sopra ho
accennato, già nel vecchio dipinto. L'effetto che esso
produce — a giudicarlo dal tablino dell'appartamento
contiguo al nostro (vedine riproduzione in Fornari,
op. cit., tav. XIX) — non è certo del tutto gradevole.
Produce, in verità, migliore effetto il nuovo dipinto,
in cui questi quadri a fondo bianco, incorniciati da
fascio policrome e spazieggiati da scomparti di varia
tonalità, dànno alla parete una, grande e ingenua sem-
plicità che non stanca come nelle altre di policromia
dozzinale.

Tutto ciò che contorna questi pannelli a figure
imita, in sostanza, la decorazione marmorea con lastre
a riquadri, sì da richiamarci a un secondo stile incipiente
con completa assenza di clementi architettonici e pae-
sistici. Se sia rimasta inalterata la divisione orizzon-
tale della parete, non lo si può dire con sicurezza, es-
sendo perduta la parte inferiore e presentandosi al
di sopra dei quadri una cornice a mattoni, elemento oc-
casionale fornito dalla muratura e che non si ripete nelle
altre pareti. È però molto probabile il supporlo.

Ecco, pertanto, la descrizione di ciò che rimane del
nuovo dipinto (1).

( ) Oggi, a quasi tre anni dalla scoperta, la sottilissima scial-
batura è quasi interamente perduta. Fu fortuna che io descrivessi
subito dopo lo sterro le scene vedute e, che si trovasse presente
alla scoperta il prof. Lucio Mariani e il Aglio Valerio che ritrasse
a matita le ligure quali allora si vedevano,
 
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