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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0215

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GLI SCAVI RECENTI NEIL ABITATO DI OSTIA

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tra le sue rovine emergenti entro l'ampio recinto delle
sue mura, tra un fìtto groviglio di rovi, fa pensare ad un
borgo di notevole floridezza. E oggi che gli scavi ostiensi
rivelano una esportazione di materiale laterizio coinci-
dente con l'epoca del rinnovarsi della cittadina por-
tuense, si può indurre un accrescimento considerevole
non soltanto per ciò che riguarda i magazzini annonari!
ma anche per (pianto si riferisce al suo abitato e forse
al suo decoro estetico e monumentale per mezzo di un
provvido saccheggio di marmi della città-madre vicina.

Forse non potè arricchirsi nò di templi nò di edifici
publici (foro, terme, teatro) ; rimase Ostia, tanto come
centro della vita religiosa di questa sdoppiata colonia
di Roma, quanto come centro della pubblica vita di ozio
e di divertimento. Infatti quando, per scongiurare il
pericolo della fame a causa del ritardo nell'arrivo di al-
cune navi in Porto, si dovette sacrificare agli Dei, il pre-
fetto dell' urbe Tertullo sacrifica a Ostia nel tempio
dei Castori ottenendo una sùbita calma che permise
l'approvvigionamento di Roma Sono ancora in vi-
gore quindi nel quarto secolo i ludi dei Castori celebrati
a Ostia da tempo antichissimo, con la partecipazione
del popolo romano (2). Così due lapidi di tardo tempo,
che ci conservano il ricordo di restauri ostiensi riferen-
tisi probabilmente ambedue a edifici termali (3), indu-
cono a credere che Porto non assunse se non l'attività
commerciale di Ostia. Lo conferma anche una nuova
epigrafe recentemente trovata di fronte al tempio di
Vulcano, epigrafe che parla di una statua (?) « translatam
a sordentibus locis ad ornatum fori ». È certo del quarto
secolo.

E l'ultimo restauro del teatro stesso sotto l'impe-
ratore Teodosio, intorno al 385, è testimonianza analoga
alle ricordate.

Collegandole insieme, ci danno un poco di luce per
ricostruire la vita decadente di queste due città, alle due
foci del Tevere. In sostanza, soltanto nel quarto se-
colo è avvenuto ciò che si poteva presumere e temere
fosse avvenuto, se non con la fondazione del porto di
Claudio, con l'ampiamento di Traiano : l'attrazione
della popolazione ostiense intorno alle dighe del Porto.
La forma stessa, in cui si manifesta questa attrazione,

f1) Amm. Marceli. XIX, 10, 4.

(2) Cfr. Mommsen in C. I. L. I, p. 385,

(3) C. I. L. XIV, 134 e 135.

prova che essa è dovuta a fattori locali, pur restando
un fenomeno di generale decadenza dell'impero nell'or-
ganismo annonario.

Porto vive quas' esclusivamente una vita di atti-
vità annonaria rigidamente disciplinata da Roma;
e Ostia prolungala sua esistenza in un modo assai sin-
golare. Priva quasi interamente di abitato, chiuse le
botteghe e vuoti i suoi magazzini, deserte le strade,
essa è ancora una città grandiosa e monumentale che
ha raggiunto sotto Aureliano e Tacito il suo massimo
sviluppo edilizio. Non più di venticinque anni ha go-
duto le prodigalità di questi imperatori. Anzi, aperta
nel 309 forse, ebbe soli quattro anni di vita quella zecca
imperiale che fu l'ultima liberalità concessa alla an-
tica colonia. Tanto tumultuosa fu la vitalità di Ostia,
altrettanto precipitosa dovette esserne la decadenza.
Colpita con un provvedimento amministrativo tanto
piii grave in quanto essa non era altro che una vasta
sede di amministrazione, dovette presentare forse nello
spazio di pochi mesi un mutamento desolante.

E vien fatto di congiungere nel pensiero Pimagine
di Ostia all'imagine di Roma. L'esodo della corte im-
periale e la fondazione della nuova capitale d'Oriente,
se non spensero subito la vita della città augustea,
ne segnarono il suo irreparabile decadimento. Ostia
può debolmente ma veracemente tradurci in un lin-
guaggio monumentale gli aspetti della città di Roma
in questa nuova epoca. Per quanto ardito possa essere
il comparare i due fenomeni, gli effetti del sorgere di
Costantinopoli rispetto a Roma sono certo analoghi
a quelli del nuovo sviluppo di Porto rispetto a Ostia.
È tutta una vasta e complessa amministrazione che
emigra all'altra sponda del Tevere con un esercito di
commercianti, di operai, di impiegati, dai quali traeva
movimento e ricchezza la vita della colonia : è tutta
una numerosa e multiforme famiglia che lascia deserti
gli ambienti in cui viveva e operava, e che, per contro,
organizza in fretta, tumultuariamente, il nuovo centro
adattandolo alle complesse esigenze di una città anno-
naria. Se ricordiamo le severe ma certo veraci parole di
S. Gerolamo « Constantinopolis dedicatili- pene omnium
urbium nuditate », non può meravigliare che Porto s'ac-
cresca e si abbellisca a spese di Ostia. La quale, supe-
rate le immediate conseguenze del provvedimento di
Costantino a suo danno, s'acconcia a vivere una più
umile vita. Ripara monumenti rovinati, come le terme
 
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