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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Quagliati, Quintino: Deposito sepolcrale con vasi preistorici in Crispiano presso Taranto
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0250

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491

DEPOSITO SEPOLCRATE CON VASI PREISTORICI

492

Per l'epoca eneolitica il Pigorini riconobbe che a
Sgurgola presso Anagni in provincia di Roma il morto
fu scarnito e tinto in rosso e che poi il teschio e parte
delle ossa furono ricomposte con seppellimento secon-
dario dentro una nicchia nel fondo di un pozzetto sca-
vato nel travertino.

Fuori della penisola il costume della scarnitura e
della coloritura, e conseguentemente l'uso del seppel-
limento secondàrio, è attestato nella Sicilia dentro le
«botticelle sepolcrali eneolitiche di Villafrati ai Colli
e di Capaci presso Palermo. Gli eneolitici della Sicilia
orientale, pur non praticando il costume della colo-
ritura in rosso (1), seppellivano tuttavia nelle loro grot-
ticelle artificiali non i cadaveri, ma gli scheletri (2).

Il rito del seppellimento secondario pare sia stato
abbastanza frequente tra le genti niegalitiche che ci
lasciarono i dolmens. Senza dire dei dolmens della Da-
nimarca, di quelli della Francia e dell'Algeria, dove
tale costume fu con sicurezza manifesto, a me princi-
palmente interessa di richiamare l'attenzione degli
studiosi sui risultati della-esplorazione del dolmen situato
nella masseria « ('bianca •■ presso Bisceglie in Terra-
di Bari, iniziala dal .Mosso e dal sacerdote Santarelli
nel 1909 e perfezionata dal Gervasio nel 1910. 11 dro-
mos del monumento fu nella estremità orientale adope-
rato comi' ossario, ed i resti umani vi erano ammassati
in disordine, giacendo in due strati sovrapposti e fra
loro divisi da una gettata di terra, che aveva ricoperto
il deposito inferiore. Nella cella del dolmen invece
stava uno scheletro rannicchiato (3). È dunque confer-
mato anche nei monumenti megalitici delle Puglie
Fuso promiscuo del rannieehiamento e della sepol-
tura secondaria nell'ossario, così che appare come
costumanza caratteristica degli eneolitici e dei loro
discendenti.

Ossario con offerte ili vasi.— Abbiamo veduto come .
nell'ipogeo di Crispiano fossero di volta in volta deposti
alla rinfusa o gettati 'dall'alto della bocca d'accesso
gli avanzi di molti scheletri in modo da formare un
vero e proprio ossario sopra un letto di pietre insieme
con terra, preparato apposta per tale bisogna. E per-
chè anche lo strato ossifero era mescolato con altre pie-

(!) Bull, di Paletti., Ann. XXXIV, pag. 160.

(2) Bull, di Paletn., Ann. XVIII, pp. 80-82.

(3) Gervasio, op. eit., pp. 19-21.

tre e con altra terra, corre facile l'ipotesi che codeste
materie di colmatura si gettassero sopra gli ossilegi,
come per ricoprirli, nell'atto dei seppellimenti secondari,
che si debbono essere succeduti per un dato periodo
di tempo dentro il sepolcreto. Di fatto tra il miscuglio
comune dei resti mortali in questo ossario - alla pro-
fondità di m. 1,70; 1,75; 1,90; 1,95; 2,10 - stavano
sette separati gruppi di ossa umane particolarmente
ammucchiate in siti diversi, ciascuno dei quali indicava
singole e speciali formazioni di ossilegi. Noi potemmo
accertare in tutto tredici teschi nel deposito inferiore,
messi isolatamente oppure uniti in coppie, adiacenti o
sovrapposti fra di loro, sia di fianco, in mezzo o sotto
ai cumuli delle ossa, sia sparsi fra l'altro ossame.

Per lo meno altri due teschi furono estratti dagli
agricoltori nelle loro scoperte fortuite sullo strato su-
periore dell'ipogeo, nel quale giacimento noi esplo-
rammo una deposizione di ossa umane, sotto cui era un
sedicesimo teschio. In codesta deposizione, conviene
accennarlo, non era nessun carattere di accoccolamento,
sia pure dello scheletro scarnito ; ma si vide che colà
fosse messo un teschio, e, sopra di questo, si fossero
ammucchiate ossa umane, e il tutto l'osse ricoperto da
un lastrone di pietra. La copertura di pietra e il letto
di terriccio davano più propriamente a tale deposito
l'aspetto di una tomba a parte, in quel modo che le
deposizioni funebri avvenivano sopra uno sfrato di
terriccio nero con frammenti di carbone nelle fosse se-
polcrali di Remedello, le quali erano colmate della
medesima qualità di terra.

Certo è che le deposizioni mortuarie, tanto nello
strato più antico quanto nel superiore, si fecero con
offerte di vasi ai defunti; offerte che' furono presumi-
bilmente collocate intorno alla parete di questa specie
di tholos, accanto ai gruppi delle spoglie mortali. Nelle
credenze religiose animistiche della tribù a cui appar-
tenne il sepolcro, i vasi dovevano servire al morto
non già per il viatico nel trapassare agli inferi,
imperocché il passaggio era avvenuto da molto tempo,
sibbene per i bisogni realistici della vita eterna d'ol-
tretomba.

Non è da trascurare inoltre il fatto che dal contadino
Serio fu raccolto un pendaglietto di calcite, oggetto di
ornamento personale, che senza dubbio fu anch'esso dato
in offerta a un defunto per la sua toileUe nell'ai di là.
Le tombe degli eneolitici, durante la fioritura di quelle
 
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