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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0311

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613

MONUMENTI POLICLETEI

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trare ricordi di figure del Partenone (1), ma più sudi»
l'influsso dell'attribuzione fattane a Fidia, che per
evidenti effettivi paralleli (2). Ad ogni modo nel chi-
tonisco del tipo Mattei, per (pianto trattato in modo
più severo che nella berlinese, vi è indubbiamente mag-
giore varietà di panneggio che nella capitolina, varietà
che comincia a l'ai' sentire la, leggerezza della, stoffa.
Al panneggio dell'amazzone Pamphilj si è già accen-
nato (col. (il),']). A giudicare da osso la Pamphilj si do-
vrebbe ritenere più antica della berlinese (3), ma es-
sendo fuori dubbio la derivazione diretta dell'una dal-
l'altra, data, la grande superiorità, sotto ogni punto
di vista, della berlinese, sembra difficile che chi model-
landola si dimostrava, rosi grande artista, seguisse
pedissequamente, anche in particolari minuti come
le pieghe ad arco sulle coscio, un altro artista di tanto
a lui inferiore. Perciò l'innegabile aspetto di maggiore
severità nel panneggio della, Pamphilj si deve proba-
bilmente attribuire a, cause individuali (*).

In complesso si può dire che la Mattei si avvicina
più alla capitolina, mentre la Pamphilj aderisce alla
berlinese.

Dunque, per sicure ragioni stilistiche non possiamo
ammettere la contemporaneità delle quattro amazzoni
di Efeso. Dobbiamo peraltro convenire che fra di esse
corrono notevoli somiglianze, così da, far pensare a
qualche cosa che giustificasse l'aneddoto raccontato
dai « ciceroni » dell'Artemision.

Il Furtwàngler (°), che non escludeva, la contem-
poraneità delle quattro amazzoni, emise l'ipotesi che
esse costituissero un donarium e fossero allineate su
un'unica base, simile a quelle di cui Olimpia e Delfi

(l) Mahler, Poly.Met. pag. L00.

f-) Per esempio il confronto con l'Athena Medici sarebbe
inulto |>iii persuasivo so fatto con il tipo Berlinese, anziché con
il Mattei.

(3) Così l'Amelung, in ir/7, philpl. Wochenschr. 1902, p. 275.

(4) Che così sia, effettivamente, che cioè Fradmone nel
panneggio usasse uno stile alquanto severo, potrebbe essere (li-
mosi rato dalla considerazione ehe suggerisce la statua, pergamena
(col. 603) già confrontata con l'amazzone. La conoscenza della
lesta sarebbe ad ogni modo molto utile per decidere la quest ione,
ma il frammento di testa conservato nella statua Pamphilj non
permette, per la sua collocazione, un esame sufficiente, i onie
non permette di stabilire se e quale relazione vi sia fra esso e
la testa dell'amazzone di Petworth, nella quale si è pensato
di vedere una sua copia : Furtwàngler, Meisterwerke, p. 288,
nota 2.

(5) Furtwàngler, Meisterwerke, p. 2S9.

offrono tanti esempi. A parte il particolare della base
unica, abbiamo già visto che effettivamente non man-
cano indizi per ritenere che, esse fossero collocate cosi
da, l'are un effetto d'insieme. Il rilievo di Efeso e la
stilimi pilastro di Luku sono i migliori argomenti in
proposito. Possiamo quindi ammettere che gli artisti
che successivamente furono chiamali a modellare quelle
amazzoni, abbiano tenuto presenti quelle già collocate,
in modo che con la nuova risultasse un insiemi! este-
ticamente armonico.

Come si è visto il tipo Mattei presuppone il Capito-
lino, il tipo Pamphilj non può e ere disgiunto dal
Berlinese, e t'una coppia è ini imamente legata all'altra,
dall'affinità generica, della composizione. Che questo
accoppiamento dei tipi debba spiegarsi supponendo
che il gruppo sia stato fatto in due riprese, o meglio
che le statue si fronteggiassero due a due, o fossero
comunque distinte in due coppie, rientra nel campo
delle pure ipotesi e non è il caso di insistervi (*).

Tuttociò naturalmente presuppone un unico indi-
rizzo e quindi con ogni probabilità, dato il tempo in-
tercedente fra le varie statue, anche un unico dedicante
ed infatti è probabile che esse venissero dedicate dagli
stessi sacerdoti dell'Artemision, ai quali oltreché or-
nare il tempio con opere dei maestri più in l'ama, pre-
meva forse ricordare e affermale anche in questo splen-
dido modo il diritto di asilo di cui godeva il sacro re-
cinto (2).

*

* *

Appassionante oltre ogni dire e giustificata dall'im-
portanza dei nomi in discussione è la disputa per at-
tribuire i quattro tipi ai singoli artisti ricordati da
Plinio.

In proposito vi sono state duo correnti principali,
che potremmo chiamare dei furtwàngleriani e degli an-

(J) K questa tuttavia l'ipotesi più probabile. Qualsiasi dispo-
sizione delle (piatirò ligure su una sola base presenta tre destre
portanti e solo una piegata, mentre le carini idi del Tesoro dei
Sititi a Delfi : FouiUes de Delphes, IV, tav. 18-20; Bull. con. hell.
XXIli (1899), tav. 6-8; le korai dell'Erette©: A. H. Smith. Cnt'ir
logue, I, Londra, 1892, n. 407, p. 233 sgg. ; lir. Br. tav. 176;
Winter, K. in B. 283, 2 ; Ducati, Arte Classica, fig. 390 a p. 402 ;
le quattro danzatrici di Ercolano: L. Savignoni, in Ausonia,
Vili (1916), p. 180 sg., mostrano ehe in gruppi del genere era
osservata costantemente una rigida simmetria.

(2) Questa ipotesi è dovuta al Bulle, d. sch. M, Lipsia,
1912, col. 306.
 
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