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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Taramelli, Antonio: Il ripostiglio dei bronzi nuragici di Monte Sa Idda di Decimoputzu (Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0010

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IL HTPOSTIGLTO DEI BRONZI NTJRAGICI DI MONTE SA IDDA

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celato slitto grandi pietre, appoggiate parte sul muro
e parte sulla roccia. Queste cautele, come anche l'innal-
za mento del monolito granitico di Su Para, mostrano
che coloro che avevano sepolto quei bronzi contavano
di venirli a riprendere, ritornando al luogo donde erano
stati per qualche cagione violenta allontanati.

Dove si alzavano lungo le pendici del monte massi
che avevano qualche somiglianza alla roccia dism Para
feci eseguire numerosi saggi, ma nessuno dette altro
ripostiglio. Invece in varii punti, lungo i fianchi del
nionle prospicienti a mezzogiorno, ebbi scarichi ingenti
di materiali, scesi lungo il ciglio scosceso da capanne

zati, sono argomenti in favore dell'ipotesi che sul
monte si avesse una fonderia nuragica.

L'altra ricerca fu diretta alla vetta del monte.

Proprio sulla punta di esso, in una posizione domi-
nante dalla quale lo sguardo abbracciava tutta la val-
lala del Cixerri ed il vasto Campidano di Cagliari,
sino al golfo ed agli stagni che lo chiudono a mezzo-
giorno, sorge l'edificio nuragico che qui presento nella
sezione (fig. 4).

Esso è una semplice torricella, con una sola camera
al centro, costrutta con grossi massi di granito appena
sbozzati. La parte esterna dell'edificio è compieta-

Fio. 4. — Suzione dell'edificio nuragico che sorgeva sulla cima ili Monte Sa Idda.
(Disegno Glarrixzo, da rilievo Mura).

nascoste tra i massi granitici. Gli scarichi contenevano mente smantellata, ma dai pochi resti conservati del

frammenti di ceramica nuragica di rude impasto, ma di paramento esteriore si desume che U diametro della mu-

intensa cottura, e grosso anse a gomito di olle e di grossi ratura era di m. 2,75; la eelletta, di circa 4,00 m. di

tegami. Numerosi i frammenti di lampade in (erra- diametro, molto irregolare, conservava ancora in parte

cotta, rozze talune ed altre fini, a piattello allungato le pareti, inclinate, con l'accenno alla curva della cupo-

a foglia, di un tipo già dato dal nuraghe Losa di Abba- letta che la ricopriva.

santa e dal nuraghe Palmavera di Alghero (1). Alcune Come è chiaro dalla sezione rilevata sul posto dal-

di queste lampade dovevano essere di grandi dimen- l'ardi, prof. Vincenzo Mura e disegnata dal prof. Giar-

sioni e forse denotavano l'uso di esse pei lavori notturni rizzo, la robusta muraglia che serrava la colletta era

di officine fusorie. ({unsi per intiero basata sulla roccia granitica di cui il

Ilo accennato a fonderie, per quanto non abbia monte era formato, ma il piano della cella non era sulla

potuto rinvenire i resti di locali e di forni per tale scopo ; rupe, che nell'interno della cella stessa presentava

ma le masse ingenti di ceneri e di carboni accumulate una cavità vasta come il vano ed era irta di punte sco-

poco lontano dalla cella del ripostiglio, ed il carattere gliose. Esso era invece a due metri circa al di sopra

dei bronzi che lo formavano, con armi e strumenti spez- della roccia che era ammantata con una massa di terra

zati e non finiti, uniti ai pani di rame intieri e spez- e di pietre, evidentemente importate dall'esterno ;

_ nella terra di riempimento erano frustoli di ceramica

„. ,, , ,. , ,. ,, , ,, .. e specialmente di anse di vasi, di tipo nuragico, pro-

l'I tarameli] Il nuraghe Palmavera 'li Alghero. Monumenti 1 r , r

Antichi. Voi, xix (1909) p. 63, fig. 18. lav. VI, fig. l. venienti assai probabilmente dagli scarichi di capanne
 
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