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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Taramelli, Antonio: Il ripostiglio dei bronzi nuragici di Monte Sa Idda di Decimoputzu (Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0045

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IT, RIPOSTIGLIO DICI BRONZI NIMiAGK'I t)I MOXTK SA IDI)A

82

11 grande pregio de! materiale eneo, di difficile
estrazione e lavorazione, sia dalle miniere sarde, por
quanto riguarda il none, sia dai paesi transmarini per
quanto riguarda lo stagno, spiega la cura somma con
cui vennero raccolti e tenuti i frustoli e non solo gli
oggetti incompiuti e spezzali. Anche il fatto che nella
officina fusoria di Ortu Commidu, presso Sardara,
accanto ai numerosi resti di forni, esplorati con ogni
diligenza, non si raccolse neanche il più piccolo frustolo
di metallo, dimostra con quanta cura venissero rac-
colte persino le goccieele sbavature di fusione. D'altra
parte le offerti' di bronzi nei santuarii e nelle tombe
attestano hi vivezza della, fede nei Sardi dell'età rmra-
gica e la preponderanza del senso di devozione alla
divinità ed ai defunti sullo spirito conservatore e par-
simonioso della «'ente.

Veniamo ora, ad un altro lato della questione, quello
della determinazione cronologica del ripostiglio di
Monte Sa, Idda. l'essa non è facile, come osservò per
tutti i ripostigli in genere il Quagliati, nello studio bel-
lissimo da lui dedicato al ripostiglio di Manduria in
Terra d'Otranto (*), trattandosi specialmente d'una
congerie di elementi molto usati e spesso frammen-
tarii, mescolati con altri materiali, (piali le panellé di
rame a, lente convessa, che dal periodo di transizione
dall'età del bronzo a quella del ferro, rappresentato
ad esempio, dal ripostiglio di Castions di Strada, giun-
gono attraverso a tutta l'età del ferro all'età storica
nel ripostiglio di Granrhichele o di Cere (sec. VI) (2).

La prima impressione data dal materiale di questo
nuovo ripostiglio sardo, per i caratteri di fusione, di
patina, di aspetto e di grossolanità di fattura, confron-
tato col ricco materiale del Museo di Cagliari, è che
esso sia tutto quanto di origine locale ed appartenga
alla serie nuragica.

Ma una meno vaga e meno lata determinazione
tipologica e cronologica 6 resa possibile dagli avvici-
namenti che si possono fare tra i varii tipi di questi
bronzi e quelli analoghi di altri territorio

Le accette piatte esili, molto consumate (nn. 1-9,
figg. 5-11) rimontano, come il frammento di pugna-
letto n. 62, fig. 50, ad età eneolitica, ma rappresentano

i1) Quagliati, Bull. Palrtn. Hai, A. XXIX, p. 116 e segg.
t1) Pellegrini, ivi, A. XXXVII, p. 22. Orsi. ivi. A. XXVI,
p. 275. Pigorini, ivi, A XXI, p. 31.

Monumenti Antichi — Vol. XXVII.

meglio che una sopravvivenza di un periodo assai più
antico del resto del ripostiglio, degli esemplari spora-
dici, pervenuti al ripostiglio, forse raccolti da tombe

0 da piii antichi depositi. Invece le piccole accettine
piatte, esili, a margini rettilinei, nn. 10-11, fig. 6-7, pure
accostandosi ad un prototipo eneolitico, vanno ascritte
a quelle forme che, adattate allo scopo di pialla, si pre-
sentano in periodo assai più recente, come mise in
luce il Colini, illustrando l'accetta di Stroncone, presso
Terni (x). Anche le accette semplici ma robuste, a
margini rettilinei o poco divergenti e faccie appiat-
tite, sono di epoca assai progredita; la bellissima ascia,
piatta, e larga e spessa, a margine leggermente espanso
n. 2, fig. 6, per quanto di tipo semplice, è frequente in
Sardegna ed appartiene ad un periodo molto inoltrato
nell'età del ferro ed in tali strati si presenta in Italia ed
in Francia e pure a lungo sopravvive in paesi orien-
tali e greci, dove è data dagli strati superiori dell'acro-
poli di Micene (2).

Tra le spade di Monte Sa Tdda quelle ad elsa ro-
busta, perforata da, numerosi chiodi, ad alette allar-
gantesi, nn. 42 -44, fig. 34-36 sono evidentemente di
lontana derivazione micenea e si connettono ad uno
dei tipi delle tombe cnossiache di Zapher-Papoura,
quello a corni tondeggianti, sporgenti alla, base del-
l'elsa, che l'Evans (•) ricorda anche per Mouliana di
Creta, e riconosce anche nelle abitazioni e nelle tombe
di tardo periodo miceneo, alle quali si accostano anche

1 tipi ad elsa, appiattita e lama alquanto più larga ;
ma sia per quelle sia per queste ultime, è chiara una
derivazione tarda e alquanto lontana dai modelli origi-
narli imitati. Invece le spade rinvenute insieme con
vasi del periodo minoico recente III nelle tombe del
secondo periodo siculo dall'Orsi, al Plemmirio, a Thap-
sos, a Montagna Alta di Caltagirone, nel territorio
Agrigentino ed a Modica (4), sono prodotti originarii

(!) Colini. Bull. Paletti. Hai. A. XXXVII, p. 68.

(-) Reiaach, Anlhropologie, 1892, p. 456 ; Dechelette, Archéol.
prehistorique, II, 2. p. 246.

(*) Evans. The Prehistorie tomhsof Knossos, p. 110. tav.'CXI,
10!l. fig. 36 i, 42 a, 43 «, 55 a.

(«) Orsi, Bull. Paletti. Hai. (1891), p. 121, 125, figg. 11, 13
(Plffmmirio) Necropoli Siculo presso Siracusa. Monumenti Antichi,
II. p. 25, figg. 3. 11, 18, tav. II ; Thapsos, Mon. Antichi, VI, 121,
132, fi?. 31, Nuovi materiati Siculi elei territori» Agrigentino, Bull.
cit. 1897, p. 107, Not. Scavi, 1904. p. 76; Ball, cit., A. XXIV,
p. 264, A. XXVI, p. 268.

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