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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Taramelli, Antonio: Il ripostiglio dei bronzi nuragici di Monte Sa Idda di Decimoputzu (Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0046

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IL RIPOSTIGLIO DKI BRONZI NITRAGIOT HI MONTR SA 1D11A

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micenei, importati in Sicilia quando ancora brillava la
luce di quella civiltà e sono indizii, come ammise il
rigidissimo Colini (1), di rapporti vivi e diretti tra la
Sicilia orientale e la civiltà micenea; rapporti i quali
permettono di datare gli accennati depositi dal XI
al X secolo. Non condivido perciò l'opinione del Deche-
lette che quelle spade di Sicilia siano imitazioni locali,
caratteristiche, inferiori di qualità e posteriori di
tempo ai loro modelli micenei, per quanto sia possi-
bile che anche in Sicilia abbiano continuato a ripro-
durre, in fabbriche locali, tipi introdotti dal commercio
con l'Egeo.

Anche per la Sardegna le spade di Monte Idda at-
testano una derivazione dell'originale egeo, ma non
la cogliamo al momento della sua introduzione nel-
l'isola, ma quando essa si è già assai allontanata dal
modello, facendosi meno ornata e più rozza, ma pra-
tica e robusta, una vera e solida arma di battaglia,
di cui sinora non avevamo conoscenza sicura. Per tale
procedimento evolutivo non possiamo fissare una
data, ma riteniamo che esso richiese un processo di
tempo abbastanza grande, forse di uno o più secoli,
tanto che potremo fissare la data delle nostre spade
verso il principio sec. Vili.

Anche le spade lunghe affilate, con spessa costola a
sezione semicircolare mediana alle due faccio e ta-
glienti esili e stretti (nn. 57-60, fig. 42-44), già note
da molti esemplari dati da varie località dell'isola e
specialmente numerose nel ripostiglio di Abini, sono già
state rettamente collegate dallo Undset e dal Pinza (2 )
con esemplari provenienti da strati micenei;ma anche
per questo tipo si deve ammettere la persistenza per
un lungo periodo, specialmente per uso di spade votive.

Anche l'avvicinamento che ho proposto tra le
spade ad impugnatura fusa con la lama, ma che ap-
parentemente mostrano la distinzione fra le due parti
con un arco alla base dell'elsa nn. 50, 51 con alcuno
dei tipi delle spade ad antenne rudimentali, come
quelle trovate nelle tombe del Cardeto di Ancona (3),
ci porta al secolo Vili, in cui si diffondono le spade

f1) Colini, La civiltà delltronzo in Sicilia, Bull, cit., A. XXT,
p. «8.

(2) Undset Die Altesten Schwertformen Sudwestdeutsehlands,
p. 10; Pinz;i, Monumenti Ani. della Sardegna, p. 186.

(») Pellegrini, Bull, èit., A. XXXVII, p. 51 ; Noi. Scavi-,
1910, p. 333.

ad antenne nelle necropoli di Villanova, di Bologna,
di Corneto, di Terni e ci darebbero forse, per il livello
cronologico, un equivalente di quel caratteristico tipo
che sinora non ha fatto la sua comparsa in Sardegna.

Lo stesso dicasi delle lame di pugnale, sia a carena
saliente nn. 63-64, figg. 46, 47, sia a costola curva
e grossa, nn. 65, fig. 48, le quali derivarlo certamente
da tipi diffusi dall'oriente del Mediterraneo, ma intro-
dotti in Sardegna, bene osserva il Pinza sino dal-
l'alba dei metalli, vi si mantennero sino all'età del
bronzo e del ferro con leggere modificazioni, facendosi
assai spesse e robuste e talora adornandosi di decora-
zioni a bulino lungo le costole ed all'orlo, verso la testa.
Sono appunto queste decorazioni che il Pais giusta-
mente avvicinò a prodotti del Nord e che, insieme alle
forme di impugnature ricordanti quelle ad antenne
mostrerebbero qualche contatto tra la Sardegna e le
regioni dell'Europa centrale (2).

Forme meno caratteristiche sono quelle delle po-
che cuspidi di lancia nn. 70-73, fig. 53, 54, che si man-
tengono dall'età del bronzo, nelle terramare, sino al-
l'età del ferro ; queste di Monte Sa Idda, pure non
attingendo lo sviluppo di molte altre di Sardegna e
di quelle del ripostiglio siculo di Adernò (3), per robu-
stezza della forma di cannone, curvatura delle due ali
della lama, si comparano a, quelle di Piediluco di Terni e
della, grotta di S. (.'anziano, ritenute di poco posteriori
al X secolo (4). Anche per i t ipi di lancia delle necropoli
cretesi di Zapher Papoura si osservò che esse si con-
servano in età posteriore, ad Olimpia ed in strali
riferibili all'età IV del bronzo, della cronologia del
Montelius (5).

Un indizio cronologico abbastanza sicuro è dato,
a mio credere, dalle scure a ghiera aperta, n. 41. lig. 32,
e che ritengo derivata dalla scure ad occhio e perciò più
recente di questa. È stata segnalata, si noti bene, tanto
nella Sicilia che nell'Italia meridionale, in età alquanto
più antica, clic nell'Italia centrale e settentrionale e nelle

(!) Pinza, ivi, ]). 17!).

(2) Montelius, Ohronologie, p. 73, fig. 102; Pinza, op. cit..
p. 182.

(3) Orsi. lini!, cit.. A. XXXV, p. 44.

(4) Szombaty, Altertumsfundc aus Hnhìen bri S.* Canziano;
Mitth. der préhist. kommission d. K. li. Akademie der Wissen*
schaft, 1913, II, 2.

(6) Dechelette, op. cit., p. 214.
 
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