Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Ruderi romani scoperti alla Piazza della Vittoria in Palermo
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0111

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
197 SCOPERTI ALLA PIAZZA I

fìoato generico della rappresentazione, si può bene
ammettere, che il gruppo del leone lottante con l'uomo
ripeta uno schema creato dall'arte ellenistica per l'epi-
sodio di Alessandro.

Così nell'una come nell'altra ipotesi il musaico di
Palermo richiama tutta la nostra attenzione. Dal punto
di vista dell'arte esso aggiunge un nuovo monumento
ai magnifici musaici campani, a cui non resta infe-
riore per l'espressione di vita e di verità nelle figure.
Lo slancio dei cacciatori è degli animali in lotta, il
terrore dell'arciere con gli occhi sbarrati, la ferocia
dello impetuoso cinghiale, stimolata dalla minacciosa
agilità del molosso, sono pregi che ben pochi monu-
menti del genere possono vantare a causa delle difficoltà
di tecnica inerenti alla materia stessa adoperata.

L'ambiente q presenta anch'esso alle pareti due
intonachi sovrapposti, con ornati dipinti a marmi di
svariati colori. Il pavimento di tessere irregolari bianche
è cinto da una fascia di un conglomerato di calce e pic-
coli materiali irregolari, poco resistente larga da 10
a 25 cm. ; lungo la parete nord questa è larga circa un
metro.

L'ambiente p è rivestito anch'esso di due intonachi
imitanti decorazione marmorea lungo la parete est ;
sui lati nord e ovest presenta un solo intonaco, corri-
spondente a quello più antico nelle precedenti sale; il
pavimento di tessere irregolari bianche fu riparato
in antico. Notevole è la struttura dei muri ; quello di est
consta di grosse pietre quadrate, quelli di nord e ovest
constano di materiali sciolti e terra. Sulla soglia, rive-
stita pur essa di musaico e tessere verdi e rosse, è ripe-
tuta due volte in senso opposto la formula del saluto
XAIPe CY (fig. 7).

Il muro limitante a nord gli ambienti p-s, essendo
senza interruzioni, divide certamente questo corpo
di fabbrica dall'altro più a nord, che ci si presenta
come un altro peristilio appartenuto ad un'altra casa.
Gli scavi furono estesi fino a scoprirne la massima parte;
le colonne superstiti erano costruite di rocchi di cal-
care rivestito d'intonaco e con capitello dorico. Era
addossata al muro divisorio di sud una vasca con pa-
rapetto alto cm. 74, rivestita internamente di coccio-
pesto e profonda cm. 70. Aderiva alla parete nord un'al-
tra vasca semicircolare, che emergeva non più di cm. 12
dal pavimento ed era anch'essa profonda cm. 70 con tubo
di scolo sul fondo. Questa parte dei ruderi rimase per

-A VITTORIA IN PALERMO 198

alcuni anni scoperta, ma poi fu ostinatamente a poco a
poco colmata dai giardinieri della villa.

Tralascio di altri rinvenimenti fatti durante gli
scavi del 1904, come a dire di alcuni musaici e ruderi di
abitazioni, clic furono ricoperti di terreno vegetale,
senza prima ricavarne i rilievi. Certo è, che il sottosuolo
della odierna Villa Bonanno fu allora tastato qua e là,
e dovunque si scoprirono rovine di 'abitazioni romane,
medioevali o di epoca più recente.

* *

Tutti i ruderi descritti, distinti in due grandi ag-
gruppamenti dal muro divisorio, appartengono a tre

Fig. 7.

Fabbricati, le cui parti, per la loro conformazione e
distribuzione, corrispondono allo schema della casa
romana. Ma uno di essi, quello ad est, si presenta in un
aspetto molto complesso, dovuto forse alla grandio-
sità stessa e alle necessità di uno sfarzo signorile, che
viene attestato dai numerosi pavimenti a musaico,
dai marmi, di cui erano rivestite in basso le pareti e
da tutto l'insieme della decorazione.

Questo corpo di fabbrica, pel quale dobbiamo am-
mettere la entrata principale sulla viachesviluppavasi
a nord, aveva l'atrio, al quale seguivano tre grandi
sale comunicanti tra loro e formanti come un ampio
e decoroso corridoio di più di 26 metri con almeno
sei colonne corinzie.- Questo è certamente un tipo com-
plesso di tablinum. Le due aree fiancheggianti queste
sale sono ripartite in corridoi di disimpegno e salette,
la cui destinazione sfugge. Segue il grandioso peristilio,
sulla cui parete di fondo apronsi le tre sale; quella
di mezzo non dubito che sia un triclinio. La parte
estrema della casa fu molto manomessa in età più
avanzate, fino ai giorni nostri, dal sepolcreto romano, dal
granaio e da fondazioni di muri moderni. Il salone b e
 
Annotationen