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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Galli, Edoardo: Fidia in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0152

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FIDIA IN ETKUKIA

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esotici d'ambo i sessi (1), e per indicare la barbaricità
degli esseri ideali come le Erinni e le Arpie, g'i artisti
ellenici non trascurarono di attribuir loro detto parti-
colare. I copiatori etruschi, naturalmente, lo traspor-
tarono - senza capirne il valore - nel proprio repertorio

mente figure del patrimonio artistico dipendente da
Poìignoto. Una riprova di ciò l'abbiamo anche nella
nota oenochoe Vagliasindi col mito di Fineo, edita dal
Rizzo (1), e che qui parzialmente si riproduce (fig. 27).
L'Arpia sconfitta che il Boreade sta legando con una

Fig. 26. — Pittura vascolare rappresentante la purificazione del matricida Oreste,
operata da Apollo nel suo santuario a Delfi.

figurativo. Ma per il nostro scopo è importante stabilire
che il doppio balteo incrociato accompagna costante"

(l) Cosi appare insignita la figura di Sahnoneo sul rilievo
di Tyro illustrato dal Rizzo, in Memorie della li. Accademia di
Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli, IV (1917), pag. 144
[22], fig. 2 a pag. 131 [9], e tavv. I-II.

L'esempio più antico e più tipicamente dimostrativo che io
conosca, è la piccola statuetta in bronzo detto il « Saltatore » di
Mógoro, nel Museo di Cagliari (Inv. 23562): strana caricatura
esotica di carattere negroide, con doppio balteo, gonnellino od
elmetto, ritenuta un prodotto dell'arto protosarda (fine del periodo
del bronzo o prima età del ferro) ; ma che potè ben essere invece
importata dai Fenici dall'Oriente.

Credo che sia tuttora inedita ; ma è una figurina importan-
tissima e degna di essere studiata.

fune - in un aggruppamento caratteristico dell'arte po-

(x) G. E. Rizzo, in Mon. Antichi dei Lincei, XIV (1904),
pag. 75 sgg., fig. 20 e tav. V. - Cfr. anche la tazza con Fineo e
le Arpie, a Wiirtzburg: Furtwàngler - Reichhold, Griech. Va-
senmal., pag. 209 sg., tav. 41.

Il Rizzo con la sua chiara dimostrazione, fa risalire questo
vaso all'ultimo decennio del sec. V (pag. 82 sg.); e nel gruppo da
noi sopra riportato - dell'Arpia vinta e del Boreade che la cat-
tura - egli vede un riflesso dell'arte di Fidia, nutrita dalla me-
galografia polignotea. Egli così sintetizza il fenomeno : « Dal-
l'arte di Fidia noi dobbiamo risalire alla megalografia, per tro-
vare l'origine di questo motivo artistico ; perchè Fidia s'era
certamente inspirato alle composizioni di Micone, nello scolpire
le due Amazzonomachie sullo sgabello del trono di Zeus in
Olimpia e sullo scudo della Parthenos. È infatti notissimo quanti
elementi e motivi della pittura parietale ricorrano non solo nel
 
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