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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Bendinelli, Goffredo: Monumenta lanuvina
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0172

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295

MONUMENTA LANUVINA

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All'indomani dello scioglimento della lega latina,
nel 338, Lanuvio era tuttavia fatta segno a un tratta-
mento privilegiato da parte di Roma, con la conces-
sione della cittadinanza romana senza restrizioni, e la
restituzione delle cose sacre (1). E ciò grazie ad una
circostanza speciale di grande rilievo. Uno dei santuari
locali, il santuario di Giunone Sospita Lanuvina, era già
salito ai primi del secolo IV in tanta rinomanza e vene-
razione, che i Romani concedevano alla città di La-
nuvio favori e privilegi, unicamente per essere ammessi
con uguali diritti, per ragioni forse non soltanto reli-
giose ma anche politiche, all'amministrazione del culto
del famoso santuario. La celebrità del quale si faceva
di giorno in giorno maggiore, in proporzione cioè dei
prodigi che vi accadevano e che erano ufficialmente
annunziati in Roma' ed accolti con generale gaudio o
timore. La fortuna di Lanuvio è d'ora in poi connessa
strettamente con la fortuna del suo principale santuario;
mentre questo, insieme con il santuario di Giove sul
monte Albano, il santuario di Diana Aricina, a Nemi,
distante 6 kilom. circa da Lanuvio, il santuario della
Mater Maiuta a Satricum (Conca), nel territorio an-
ziate, si schiera fra i luoghi di sacro pellegrinaggio più
rinomati di tutta la confederazione latina.

Il reggimento politico di Lanuvio sotto l'egemonia
di Roma, dovette essere quello di municipio legato a
Roma da un trattato di alleanza. Non sappiamo quali
siano state le sorti del municipio di Lanuvio durante
l'ultimo secolo fortunoso della Repubblica ; sappiamo
solo che nel 41 av. Or. il santuario di Giunone fu da
Ottaviano spogliato dei suoi tesori (2). È certo che anche
in età imperiale periodi di rilassatezza si alternarono
con periodi di premurose cure da parte dell'impera-
tore per Lanuvio e pel suo celebre Santuario. Nell'anno
136, come è ricordato da un'iscrizione conservata nel
Museo Capitolino (C. I. L., XIV, 2088), l'imperatore
Adriano faceva fondere e consacrare una statua preziosa
della dea Giunone, impiegandovi l'oro e l'argento
di antichissimi ex-voto. È questa una prova indiretta
della celebrità e della ricchezza non comune del san-
tuario lanuvino. Quindi Antonino Pio, che possedeva

(!) Id., VITI, 14. 2-3; De Sanctus, op. cit., v. cit., p. 281,
nota 1.

(2) Appian., beli, civ., V, 24.

una sontuosa villa nell'agro lanuvino, che ivi era nato
e che annetteva grande importanza alle memorie e alle
sacre tradizioni patrie, ebbe delle cure particolari per
Lanuvio e restaurò, fra l'altro, il vecchio e cadente
santuario di Giunone. Il suo esempio fu poi imitato da
Commodo, nato anch'egii presso Lanuvio (2). Con gli
Antonini appunto Lanuvio dovette conoscere i giorni
di maggiore splendore.

La memoria storica del tempio di Giunone Sospita
e dei suoi prodigiosi oracoli e responsi, prolungasi
fino alla caduta dell'impero romano (s). Onde si deve
ritenere, e non mancano testimonianze, che il culto
locale di Giunone dovette spegnersi lentamente, sotto
la pressione insostenibile di una nuova religione più
potente e più suggestiva, la religione cristiana. Mentre
non mancano i ricordi storici, nessun accenno topo-
grafico ci hanno però tralasciato gli antichi intorno
al tempio di Giunone Lanuvina in particolare, nè in-
torno a qualsiasi altro edificio sacro o profano dell'an-
tica città. Onde per Lanuvio, come per innumerevoli
altri centri abitati dell'antichità, ogni speranza di luce
riposa sul lavoro di scavo, che restituisca agli uomini
ciò che invidia di tempo e barbarie di generazioni tra-
scorse, han voluto disperdere o celare ai nostri occhi.

II.

Il tempio del colle S. Lorenzo.

Di tutta la zona archeologica di Lanuvio, altrettanto
interessante per le ragioni dette, quanto poco esplorata,
è parte specialmente notevole quella che abbraccia il
colle detto di San Lorenzo, dove si arrampicano le
ultime case a nord del ridente paese.

Qui appunto sorgeva l'acropoli di Lanuvio, rimon-
tante certamente agli inizi della Repubblica. Le prime

(') Jul. Capit., Antoninus Pius, I («natus est... in villa La-
nuvina »).

(2) A. Lamprid., Commodus Antoninus, I («.natus est apud
Lanuvium »).

(3) Per le varie fonti relative alla storia del santuario di
Giunone, rimando alla Memoria pubblicata da A. Galieti, in
Bulhttino della Commissione Archeologica Comunale, 1910. p. 1
segg., sotto il titolo : Intorno al culto di Juno Sospita Mater
Regina in Lanuvium.
 
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