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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Bendinelli, Goffredo: Monumenta lanuvina
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0194

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MONUMENTA LANUVINA

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nell'atrio della Villa Frediani-Dionigi presso Lanuvio.
Tali fiammenti, che si dichiara provengano dalle pendici
del colle S. Lorenzo, arricchiscono la serie di nuovi mo-
tivi ornamentali. Per questo materiale fittile, però, come
per quello del Musco Britannico, sorge il dubbio che
non tutto possa e debba riferirsi ad un unico edificio
sacro e che sulla collina altri santuari siano esistiti, il
cui materiale decorativo si sarebbe quindi scaricato
lungo le pendici.

Prima di procedere alla datazione del tempio, oc-
corre particolarmente ricordare la scoperta di terre-
cotte ornamentali arcaiche (antefisse e pezzi di fre-
gio), depositate in un ripostiglio tornato alla luce
durante gli scavi di Lord Savile, sempre a sinistra
della via di S. Lorenzo. Faceva parte del ripostiglio
un certo numero di antefisse, tutte con lo stesso
tipo di maschera muliebre arcaica incorniciata entro
ampio diadema traforato, chiuso da una fascia i cui
estremi ritorti finiscono in due palmette. Parte delle
antefisse erano dipinte in rosso, parte in nero (*). Oltre
alle antefisse, altro abbondante materiale fittile si
rinvenne, tanto che parte della suppellettile, trasferita
al Museo Britannico di Londra, fu colà impiegata per
un tentativo di ricostruzione parziale del fastigio di
un tempio etrusco.

Non si hanno elementi sicuri per affermare che co-
desto materiale fittile architettonico appartenesse al
tempio testò scoperto, tanto più che assai verisimile,
come già si ò osservato, è la presenza di altri antichi
santuari sull'acropoli di Lanuvio. L'unico argomento
a favore dell'attribuzione di quel materiale al tempio
ò dato dalla supponibile relativa vicinanza del ripo-
stiglio. Accettando una tale attribuzione, dovremo
riconoscere che il materiale fìttile, anzidetto, della
prima metà del V secolo, appartenga alla costruzione
primitiva del tempio, della cui decorazione scompare
a poco a poco ogni traccia, in seguito a modificazioni
e rifacimenti successivi.

(!) Della Seta, op. cit., p. 231, tav. XLVIII. Questo tipo di
antefissa è stato del resto riprodotto assai spesso. La riprodu-
zione fototipica in maggiori proporzioni è però quella data dallo
stesso Lord Savile per il primo, in Archaeologia, 1892, tav. VII.
Una ricostruzione d'insieme delle terracotte architettoniche
del tempio arcaico lanuvino è stata tentata al Museo Britannico
e trovasi riprodotta in Walters, History of ancient pottery, I, tav.
Ili, p. 101, e recentissimamente in American Journal of Archaeo-
logy, XXIV, 1920, p. 353.

Età del tempio. — I pochi oggetti più o meno
frammentari, rinvenuti durante lo scavo del tempio,
sono in genere di scarso valore intrinseco e non ci for-
niscono che una pallida idea della ricchezza decorativa
dell'edificio e del suo materiale votivo. Questi fram-
menti costituiscono tuttavia una testimonianza preziosa
della vitalità del tempio e delle sue vicende, a comin-
ciare dai pochi frammenti di tegole dipinte, attribuibili
forse ai primi del V secolo, c arrivando fino al bellis-
simo pannello fittile, con volute e viticci, di arte elle-
nizzante, degli ultimi tempi però della Kepubblica.

I pochi frammenti di statuette fittili posteriori
anche al II secolo e i varii frammenti fittili aretini, poi,
ci forniscono la prova precisa che il luogo era frequen-
tato e venerato tra l'ultimo secolo della Repubblica e
il primo secolo dell'impero. Che poi anche durante il
secondo secolo il tempio seguitasse a sussistere, sembra
dimostrato così dalle testimonianze storiche, le quali ci
parlano della predilezione degli Antonini per Lanuvio, e
i suoi templi, come ancora dai prossimi avanzi monu-
mentali, di cui si può considerare certa la datazione al
II secolo dell'Impero e dei quali occorrerà di parlare.

I ruderi rinvenuti non ci hanno fornito alcun indizio
cronologico sicuro intorno alla costruzione del tempio.
Il genere di costruzione isodoma, a grandi blocchi pa-
rallelepipedi, è infatti così poco caratteristico di un'età,
che per esso si può ondeggiare delle costruzioni etni-
sche di età migliore, fino all'età imperiale augustea (1).
Un primo indizio utile a rintracciare la storia del tempio
ci può essere fornito dalla suppellettile architettonica
in terracotta rinvenuta da Lord Savile nel 1889 e riferi-
bile con molta verisimiglianza all'edificio sacro scoperto
nel 1914, data la supponibile vicinanza con quello.

Conviene la data del V secolo (prima metà), con i
ruderi del tempio attualmente visibili? Considerando
attentamente la cosa, non ci sembra di poter asse-
gnare al Capitolium di Lanuvio una così alta antichità.
La costruzione così perfettamente accurata nella riqua-
dratura dei blocchi e nelle commessure tra di essi e tra
le singole file, è tale da far subito pensare ad un'età
artistica notevolmente più evoluta e capace di fornire
costruzioni tecnicamente impeccabili (2). Come ter-

(!) Dumi, Baukunst der Etruxker urici Rómer, p. 200 segg.

(2) Assai meno perfetta è la costruzione dei muri delle mura
urbane a S. Susanna giudicate appartenere alla prima metà del
IV secolo (G. Boni, in Notizie Scavi, 1910, p. 512).
 
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