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MONUMENTA I.ANUVINA

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mine di raffronto per la regione del Lazio non abbiamo
che il Capitolium di Segni i1), dove a un basamento
perimetrale di blocchi poligonali sono sovrapposti
grandi blocchi parallelepipedi. Il compromesso fra i
due sonori di costruzione, a blocchi poligonali la più
antica, a blocchi parallelepipedi la più recente, mentre
ci permette di accettare l'assegnazione fatta del tempio
di Segni al V secolo, toglie però valore al raffronto,
nei riguardi del tempio lanuvino.

Giova inoltre considerare che più di uno dei blocchi
impiegati nella sostruzione del tempio portano visibili
resti di intonaco, dimostrando così chiaramente di es-
sere stati rimessi in opera, dopo aver appartenuto ad
edificio più antico. Il nostro giudizio, che non potrà
esser tracciato di avventatezza, è che almeno alcuni
dei blocchi, e precisamente quelli con intonaco, abbiano
appartenuto a un tempio più antico, il quale doveva
sorgere al posto del Capitolium attuale, e cui forse ap-
partennero le sculture fittili arcaiche, ora al Museo
Britannico. Anche nella costruzione del primo tempio
entravano naturalmente dei blocchi parallelepipedi,
ma nulla si può arguire dell'insieme della costruzione.

Un elemento di maggiore utilità pratica per la no-
stra disamina ci è fornito dal podio, di forma assai
semplice, munito di listello e kyma lesbica come coro-
namento, e di semplice listello alla base. Il tempio di
Segni ora privo di podio. In età assai più progredita, e
precisamente circa il 200 av. Cristo, si hanno nella
regione laziale dei templi, i quali, come quello di Gabi (2),
presentano un tipo di podio più evoluto, con la cornice
di base identica al coronamento. Confrontando i due
tipi, ci sembra di poter concludere che un tempio con
podio sul genere di quello del colle San Lorenzo, possa
essere considerato più antico di quello di Gabì, senza
risalire per questo ad un'antichità troppo veneranda.

Frammenti di sculture fittili, come il fregio con pal-
mette dritte e rovesce e qualche frammento di fregio
traforato, ci permettono poi di istituire raffronti elo-
quenti con decorazioni fittili sul tipo di quelle del
tempio dello Scasato a Civita Castellana, ritenuto in
genere del III secolo avanti Cristo (3). Le sculture fit-
tili più antiche, rinvenute nello scavo del 1914, sono

(l) Delbrueck, op. cit., p. 2 seg. (Das Podium).

(-) Id., Hellenistische Bauten in Latium. II, p. 5 segg.

(3) Notizie Scavi, 1888, p. 417 segg.

da riferire ai primi del IH secolo conio alla line del
IV, e possono ben essere contemporanee al nucleo ar-
chitettonico del tempio, quale oggi lo vediamo. Si fa
quindi, strada l'ipotesi che il Capitolio lanuvino sia
stato costruito posteriormente al 338 ; una data che
mentre segna l'alleanza definitiva con Eoma, o meglio
la sottomissione a questa, segna anche il principio del-
l'influenza esercitata poi ininterrottamente da Koma.

II Capitolium sarebbe sorto così al posto di un tempio
del V secolo, il cui materiale da costruzione sarebbe
stato, in parte almeno, riutilizzato. La decorazione
fìttile più antica dovette essere in tale occasione rac-
colta entro una stipe a poca distanza dal tempio, la stipe
rinvenuta dal Sa vile, con una cura dalla quale sembra
trasparire chiara la preoccupazione religiosa (r).

I muri rimasti della cinta dell'acropoli risultano
costituiti con lo stesso materiale e nella stessa tecnica
di quelli del tempio. È ragionevole supporre che la
erezione di una parte almeno delle mura debba essere
anteriore alla costruzione del tempio più recente, dac-
ché la terrazza si appoggiava al muro di cinta ; ma tale
anteriorità è solamente relativa e non occorre risalga
più indietro del IV secolo.

A giudicare poi dai residui fittili, si contano almeno
due periodi distinti nella storia del tempio di cui tuttora
restano in piedi le rovine : il primo periodo del IV-

III secolo (al quale appartengono le antefisse col tipo
di Artemide Persiana e il grande fregio con palmette
alternate); il secondo periodo del II—I secolo avanti
Cristo, con il fregio a nodi traforatici grandi pannelli
rettangolari con volute e viticci a rilievo (2).

(1) È a dolere che della scoperta delle terracotte architetto-
niche non ci sia stata serbata alcuna notizia precisa, ma la rac-
colta di così abbondante materiale fittile in così buono stato di
conservazione, e a poca distanza da un tempio e presso un'an-
tica strada, lascia pensare non tanto anno scarico di rifiuti, quanto
a un deposito intenzionale, sul genere di quello delle terracotte
figurate del tempio di Veio, rinvenute nel 1916 (Notizie Scavi,
1919, p. 15 segg.).

(2) Nell'unico tempio finora esplorato di Lanuvio noi dun-
que riscontriamo effettivamente, tra i residui rinvenuti della
decorazione fittile, tre fasi: una prima fase da fissarsi intorno
alla metà del V secolo; una seconda che sta fra il IV e il III se-
colo, ed infine una terza fra il III e il II secolo av. Cr. Gli scarsi
avanzi architettonici rimasti ci sono testimoni soltanto delle due
ultime fasi. E considerando poi che l'ultima fase ci è attestata
più che altro da un cattivo rimaneggiamento di quanto apparte-
neva alla fase precedente, si può asserire che il periodo migliore
del tempio lanuvino sia dato dalla fase seconda. (Queste con-
clusioni naturalmente si riferiscono soltanto al tempio lanuvino
 
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